MAHDIA o Mehdia

Enciclopedia Italiana (1934)

MAHDIA o Mehdia (arabo al-Mahdiyyah; A. T., 112)

Attilio MORI
Francesco BEGUINOT

Città costiera della Tunisia, a circa 75 km. a SSE. di Susa a 37 km. a nord del Capo Africa. Assai decaduta dalla sua antica importanza, conserva tuttavia intatte le fortificazioni di cui fu munita nel secolo XVI e alcune grandi moschee. La sua popolazione ascende a circa 8000 ab., dei quali meno di 300 Europei, specialmente Francesi, che occupano un quartiere distinto sorto a ovest della città araba. Il suo piccolo porto offre un sicuro ricovero alle navi di scarsa immersione, fra le quali sono da considerare i numerosi battelli da pesca dei pescatori siciliani di Porto Empedocle.

Storia. - Un centro abitato, dapprima probabilmente libico-fenicio, poi romano, era esistito nella penisoletta ove sorse nel sec. X d. C. la città musulmana, fondata da ‛Ubayd Allāh al-Mahdī, capo della dinastia dei Fatimiti, con lo scopo di avere una capitale strategicamente forte e dominante il mare. Ebbe notevole importanza nelle vicende degli stati nord-africani e nelle lotte fra questi e l'Europa cristiana. Nel sec. XII fu conquistata dai Normanni di Sicilia, indi ripresa dagli Almoḥadi. Centro di pirateria al tempo degli Ḥafṣidi, nel 1390 per iniziativa della repubblica di Genova e col concorso di Francesi e di altri, una flotta condotta dal genovese Giovanni Centurione assalì la città e, pur non avendo potuto espugnarla, la sottomise a tributo. Nel sec. XVI il corsaro Dragut ne fece la base per le sue scorrerie, tanto che nel 1550 gli Spagnoli l'occuparono, abbandonandola però poco dopo. Anche in tempi posteriori la città rimase temuto covo di pirati.