NERVA, M. Cocceio

Enciclopedia Italiana (1934)

NERVA, M. Cocceio (M. Cucceius Nerva)

Vincenzo ARANGIO-RUIZ

Padre e figlio, rispettivamente nonno e padre dell'imperatore, giuristi entrambi fra i più eminenti del sec. I d. C. Il padre fu consul suffectus sotto Augusto (anno incerto) e curator aquarum dal 24: nel 33 d. C. si uccise, ed è forse leggenda che ciò sia avvenuto per ragioni politiche; il figlio fu praetor designatus nel 65.

Più che scrittori, furono entrambi consulenti fra i più celebrati (del figlio si racconta che desse responsi a 17 anni), e certo anche maestri reputatissimi, le cui opinioni facevano testo: in particolare il padre, che era stato allievo di M. Antistio Labeone ed era più anziano di Proculo, contribuì largamente alla formazione di quel gruppo di dottrine a cui restò legato il nome della scuola cosiddetta proculeiana. Molte delle loro opinioni sono note attraverso la dottrina posteriore, che nella parte a noi pervenuta ci dà 35 citazioni del padre (a cui si allude, come al più insigne, col semplice nome di Nerva) e 8 del figlio (N. filius), tratte in parte, queste ultime, da una monografia De usucapionibus.

Bibl.: O. Lenel, Palingen. iur. civ., I, Lipsia 1889, col. 787 segg.; P. Jors, Cocceius, nn. 14 e 15, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, 1900, col. 131 segg.; C. Arnò, M. C. N., in Tijdschrift v. Rechtsgesch., II (1922), p. 210 segg.; P. Bonfante, Sto. del dir. rom., 3ª ed., Milano 1923, I, p. 382; II, p. 258 segg.