Luoghi santi

Enciclopedia on line

L’insieme delle località che rivestono un carattere storico-sacrale per le tre religioni monoteistiche (cristianesimo, ebraismo, islam).

L. cristiani

Sono considerati L. dei cristiani quelle località della Palestina dove si svolsero la vita terrena e la predicazione di Gesù Cristo, soprattutto il luogo dell’Annunciazione a Nazareth, la grotta di Betlemme, la casa di Pietro a Cafarnao e, a Gerusalemme, il cenacolo, il Getsemani, il Golgota con il Santo Sepolcro e il luogo dell’Assunzione sul Monte degli Ulivi. Essi furono oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi fin dall’antichità cristiana.

La questione dei L. cristiani, ossia della loro tutela, amministrazione e custodia, se idealmente può riportarsi al Concilio di Clermont-Ferrand del 1095, storicamente e giuridicamente risale alla fine delle crociate, quando la cristianità europea, abbandonato ogni tentativo di riconquista della Terrasanta, si limitò ad avanzare pretese di proprietà o di custodia sui soli Luoghi santi. Il primo atto in tal senso fu il riconoscimento della proprietà di alcuni L. e la custodia degli altri ai francescani. Questi vi si stabilirono definitivamente per l'intervento di re Roberto di Napoli, ne presero possesso in nome della Chiesa cattolica (1333) e videro regolarizzata la loro posizione sia con le due bolle Gratias agimus e Nuper carissimae di Clemente VI (1342) sia con il precedente patto tra il re di Napoli e il sultano d'Egitto Qalāwūn, col quale il secondo concesse al primo vari privilegi e il diritto di patronato. Ebbe così inizio la Custodia di Terrasanta. I diritti dei cattolici furono confermati e ampliati da tutti i sultani d’Egitto, ai quali premevano le relazioni politiche e commerciali con l’Europa, anche se incidenti dovuti al fanatismo musulmano provocarono in più occasioni l’intervento delle potenze europee. La preponderanza dei monaci latini durò incontrastata nei santuari fino al 1517. Dopo la conquista ottomana, i francescani videro da un lato contesi i loro possessi (1523-24 perdita del Cenacolo, convertito in moschea ecc.) e dall’altro annullata la propria egemonia spirituale a favore dei monaci greco-bizantini, ritornati a Gerusalemme nel 1520, nove secoli dopo esserne stati espulsi da ‛Omar (638). Cominciò allora tra i due cleri una lunga e tenace contesa, il cui culmine si ebbe dal 1630 al 1637 quando Murād IV, dopo aver assegnato per sei volte i santuari ora all’uno ora all’altro dei pretendenti, li aggiudicò infine ai greco-ortodossi. In difesa dei vecchi privilegi intervenne più volte la diplomazia europea, specie quella della Francia, che con la capitolazione del 1535 e altre successive aveva ottenuto un formale diritto di protezione sui L.; questi furono restituiti ai cattolici solo con un firmano del 1690 (che costituì la base per tutti i successivi trattati e capitolazioni che le potenze firmarono coi Turchi circa i L.). Un acutizzarsi della questione si ebbe nel 1757 quando i Greci, manomesso quanto di cattolico vi era nel Santo Sepolcro, espulsero i francescani dalla basilica dell’Assunzione. Si aggiunsero poi le pretese degli Armeni, che nel 1829 ottennero dei diritti sul S. Sepolcro, e della Russia, che accampò diritti di protezione dell’ortodossia in tutto il Levante. Cessato il dominio turco sulla Palestina (1917), alla conferenza di pace della prima guerra mondiale la Custodia francescana di Terrasanta e il patriarca greco di Gerusalemme chiesero la revisione e la sanzione dei titoli e diritti che le varie comunità religiose vantavano sui Luoghi santi. In relazione a ciò il trattato di Sèvres stabilì l'obbligo del Regno Unito, potenza mandataria della Palestina, di costituire una commissione incaricata dell'esame. La commissione, rifiutata dalla Santa Sede (4 giugno 1922) perché vi avrebbero prevalso i non cattolici, non fu mai nominata. Dopo la fine del mandato britannico sulla Palestina (1948) e la mancata realizzazione del progetto di internazionalizzazione di Gerusalemme formulato dalle Nazioni Unite, la questione dei L. è rimasta uno dei problemi irrisolti della regione.

L. ebraici

Nell’Antico Testamento viene attribuita santità a diversi spazi, in rapporto a una speciale presenza o predilezione divina. La tradizione rabbinica riprese questi concetti formulando (Mishnà Kelìm 1,5-8) una classificazione di 10 livelli di santità spaziale, il primo dei quali era la terra d’Israele e il più alto il Sancta Sanctorum del Tempio di Gerusalemme. Anche dopo la distruzione del Tempio (nel 70 d.C.) questa classificazione conservò la sua validità; per cui il ‘muro del pianto’ o ‘muro occidentale’, unico residuo murario del complesso del Tempio, è per l’ebraismo il luogo più sacro accessibile, mentre la spianata superiore del colle del Tempio (dove ora sorgono la moschea di al-Aqsa e la Cupola della Roccia) è considerata di santità ancora più elevata, tale da non consentire neppure l’accesso, in quanto si è in stato di impurità rituale. Tradizioni ebraiche più tarde hanno attribuito valore di città santa, oltre che a Gerusalemme, alle città di Hebron, Tiberiade e Safed.

L. islamici

I principali L. nell'Islam sunnita sono le città di Mecca e Medina, in arabo al-Ḥaramayn "I due luoghi santi". Mecca è la più importante città santa, luogo di nascita di Maometto, sede del santuario della Ka‛ba e meta di pellegrinaggio. Medina, dove nel 622 si stabilì Maometto, è anch’essa luogo di pellegrinaggio per la presenza della tomba del profeta. Altra città santa è Gerusalemme, in quanto l’Islam ha fatto proprio il carattere sacrale ebreo e cristiano della città, trasformando l’area dell’antico tempio di Salomone in un luogo di culto musulmano. Anche la città di Hebron (arabo al-Khalīl) è annoverata tra i L., poiché qui sostò in preghiera Maometto e, secondo la tradizione, fu sepolto Abramo, la cui tomba è meta di pellegrinaggio simile a quello diretto alla tomba del profeta a Medina.

Per l’Islam sciita, i principali L., anch’essi mete di pellegrinaggio, sono rappresentati dalle città in cui si trovano le tombe degli imām. Tra le principali an-Najaf, dove è sepolto il 4° califfo e 1° imām, ‛Alī; Karbala, luogo dove fu ucciso (680) ed è sepolto l’imām Ḥusain, figlio di ‛Alī; Mashhad, dove si trova la tomba dell’8° imām ‛Alī ar-Riḍa.

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