LUBECCA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)

LUBECCA

N. M. Zchomelidse

(ted. Lübeck)

Città della Germania, nello Schleswig-Holstein, posta sull'estuario del fiume Trave a km. 15 ca. dal mar Baltico. L., la più antica fra le città coloniali tedesche dell'area baltica, fu luogo di fondazione e sede della lega anseatica (Hansa) e libera città dell'impero fino al 1937.Il piccolo insediamento portuale vendico di Alt Liubecke, nel bassopiano del Trave inferiore, era costituito da un castello regio, una piccola chiesa e da uno stanziamento fortificato di mercanti tedeschi (Kaufmannburg). L'impianto, situato su una via di traffici a lunga distanza che, agli inizi del sec. 12°, collegava, attraversando la Bassa Sassonia e giungendo fin oltre Bardowick presso Lüneburg, le regioni occidentali con il mar Baltico, venne distrutto nel 1138. Nel 1143 il conte Adolfo II di Holstein fece ricostruire l'insediamento in una zona più a monte del corso del Trave, nel punto in cui quest'ultimo, insieme con il fiume Wakenitz, attorniando un'area collinosa di forma ovale, dava luogo a una sorta di isola. Qui vennero demoliti i resti di un vallo slavo (Buku) e lo stretto passaggio alla terraferma, a N, venne reso sicuro con una fortezza. Il nuovo impianto, destinato a divenire la porta della Germania settentrionale verso il mar Baltico, assunse rapidamente importanza soppiantando lo stesso centro di Bardowick.Nel 1147 divenne signore di L. Enrico il Leone, il quale, dopo l'incendio che distrusse il sito nel 1157, incaricò della ricostruzione del nuovo abitato, a N di quello precedente, alcuni mercanti specializzati nel commercio sulle lunghe distanze (1158-1159). Solo con questa fondazione si costituì il nucleo dell'attuale centro storico della città (Altstadt), chiusa tra il Trave e l'od. canale Elba-Trave (l'antico Wakenitz). Al centro del dorso collinare, tra la Marienkirche e la Petrikirche, sorse il grande mercato, che si integrò al tracciato dell'originario nucleo mercantile tedesco, eretto secondo un impianto regolare con un reticolo di strade ad assi ortogonali. La città si estese in tutte le direzioni e nella metà orientale sorse un grande quartiere commerciale con una propria chiesa, la Aegidienkirche. Nel 1160 il vescovo Gerold, trasferitosi a L. da Oldenburg, si insediò al margine sud del sito. Tale circostanza, se da una parte segnò per la città l'acquisizione di un polo religioso, dall'altra, proprio in ragione della collocazione periferica assunta dagli edifici vescovili, si rivelava sintomatica dei contrasti politici che opposero, nella lotta per il potere, la cittadinanza e il vescovo.L'imperatore Federico I Barbarossa esercitò tra il 1181 e il 1189 la sovranità diretta sulla città; in seguito, fino al 1202, i conti di Holstein furono nuovamente signori territoriali. L. fu sottoposta per un breve periodo al dominio danese di Valdemaro II, fino al 1226, quando ottenne dall'imperatore Fe derico II la Reichsfreiheit, cioè lo status di città libera dell'impero, nonché il diritto di battere moneta; a questa stessa epoca risale l'erezione di una cinta fortificata. Nel 1229 sul luogo dell'antica fortezza del Burg sorse un convento domenicano. Insieme all'Ordine dei Cavalieri Teutonici, L. prese parte alla fondazione di numerose colonie: Wismar, Rostock, Stralsunda, Greifswald, Danzica, Königsberg (od. Kaliningrad), Riga. Sotto la sua egida nacque alla metà del sec. 13° la Hansa tedesca, di cui la città costituì il centro principale. Nel sec. 14° L. fu la prima città tedesca a ottenere il diritto di coniare monete d'oro (1340); in seguito, oltre alla completa riconferma del suo esteso diritto di commercio, essa vide riconosciuto dopo la pace di Stralsunda (1370) anche quello di essere consultata nell'elezione dei re danesi.Fra i più significativi monumenti della città è il duomo. La consacrazione della prima chiesa, un edificio ligneo, ebbe luogo nel 1163; dieci anni più tardi Enrico il Leone pose la prima pietra dell'attuale complesso, una delle più antiche costruzioni in laterizio della regione. Si trattava di una basilica a tre navate, coperta a volte, con coro quadrato, concluso da un'abside semicircolare, con transetto a sua volta dotato nei bracci di absidi secondarie e con corpo longitudinale a quattro campate che si distingue, rispetto all'impianto del coro, per l'adozione di una tecnica laterizia ancora più progredita. Qui fece, peraltro, la sua comparsa un sistema di sottili membrature semicilindriche incassate tra nervature rilevate a spigolo vivo, introdotto a risolvere gli angoli del pilastro (lübische Kante). Nel 1247 la chiesa fu consacrata con l'intitolazione alla Vergine e a s. Giovanni Battista. Sotto il vescovo Johannes II von Diest (1254-1259), alla fronte settentrionale del transetto venne anteposto un atrio, detto Paradiso, su pianta a T, con una larga navata centrale e due campate laterali. Dal 1266 al 1329 si protrassero i lavori per la costruzione del nuovo coro ad ambulacro - un impianto 'a sala' esemplato sul coro ad ambulacro del duomo di Verden an der Aller (1274-1323) - che determinò un considerevole ampliamento della chiesa. Dopo l'erezione del coro, la cui consacrazione ebbe luogo solo nel 1341, si optò per la trasformazione anche della navata nelle forme 'a sala'. L'esiguità dei finanziamenti costrinse tuttavia a un ridimensionamento del progetto originario, cosicché si finì con il sopraelevare le navate laterali, con l'eliminare le pareti tra i pilastri e i sostegni intermedi della navata centrale e con l'erigere cappelle tra i contrafforti. Al secondo quarto del sec. 14° risale il jubé in pietra che separa il coro dall'incrocio, costituito da una struttura a quattro campate con volte a crociera costolonate, aperte verso il transetto da arcate poggianti su quattro slanciati pilastri ottagonali di granito. Il parapetto ligneo a traforo venne inserito posteriormente, in rapporto al gruppo del Trionfo della croce (1470-1477) di Bernt Notke.Diversamente dal duomo, la Marienkirche, chiesa principale della cittadinanza di L., è posta in posizione dominante al centro dell'area ovale della città vecchia. Vicino al Rathaus, essa costituiva in origine il fulcro del quartiere che nel Medioevo ospitava il ceto patrizio. Una forensis ecclesia, cioè una chiesa del mercato, è menzionata per la prima volta nei documenti nel 1159. L'edificio, realizzato in legno con la tecnica della parete 'a graticcio' (Fachwerk), già pochi anni dopo la sua costruzione si rivelò di fatto insufficiente per dimensioni a soddisfare le accresciute esigenze della cittadinanza. Agli inizi del sec. 13° sembra sia da porre l'avvio dei lavori di costruzione di una chiesa in laterizio, i cui resti sono stati scavati nel 1902-1906 sotto l'edificio attuale. Se ne è potuto ricostruire l'impianto, che era quello di una basilica a tre navate su pilastri a sistema legato, con un transetto e tre absidi a E, strettamente affine agli impianti, dovuti a Enrico il Leone, del duomo di Brunswick, di quello di Ratzeburg e del duomo della stessa Lubecca. In questo senso, quale derivato del duomo, tale prima costruzione in laterizio della Marienkirche non soltanto rispecchiava la posizione di supremazia religiosa e artistica rivestita all'epoca dal Capitolo del duomo, ma rifletteva anche, non costituendo ancora una grandiosa costruzione originale, la moderata autovalutazione di una borghesia in divenire.Intorno alla metà del sec. 13° la basilica romanica venne trasformata in una chiesa 'a sala' di ben più ampie dimensioni. In tale frangente si volle addirittura superare in grandiosità la stessa ristrutturazione 'a sala' del duomo, erigendo una possente torre sul corpo occidentale. Questa torre mediana a tre piani, di cui quello superiore con finestre già archiacute, venne inglobata nelle successive fasi costruttive. I lavori interessarono dapprima la zona occidentale e la navata e solo successivamente furono condotti nell'area del coro, che dovette essere allungato di una campata, forse mai completata, come sembrerebbe testimoniare anche l'evidente difformità dei resti del muro settentrionale rispetto a quelli del muro meridionale. Con questa trasformazione dell'edificio in un'imponente chiesa 'a sala' la cittadinanza contrappose alla basilica vescovile un'autonoma forma architettonica, espressione propria della borghesia. Costruzioni 'a sala' erano già state adottate a L. con la Petrikirche e la Jakobikirche, le quali nell'assunzione di tale impianto testimoniano il trionfo di chiese civiche del tipo vestfalico (Paderborn, Herfort) anche nell'ambito delle regioni colonizzate orientali.Alla fine degli anni sessanta prese avvio il nuovo rifacimento della Marienkirche in forme basilicali, nello spirito del Gotico 'da cattedrale' francese. Fino al 1274 considerevoli parti del coro 'a sala' romanico continuarono a sussistere accanto al corpo di fabbrica del nuovo coro; queste dovettero essere demolite solo al momento dell'introduzione della copertura a volta. A seguito di un devastante incendio cittadino e dell'insorgere di conflitti con il vescovo, tra il 1276 e il 1282 i lavori di costruzione conobbero un lungo periodo di stallo. Le pitture murali del coro, datate intorno al 1300, costituiscono un terminus ante quem per datare il completamento del medesimo. La pianta ha una conclusione a 5/8 con ambulacro e cappelle radiali, assai più vicina alla soluzione triabsidata con ambulacro del coro del duomo di L. che non, in realtà, a quelle delle cattedrali francesi di Soissons (dip. Aisne) e Quimper (dip. Finistère). La navata mediana, realizzata dal magister operis Hartwig, si articola su due livelli e presenta uno sviluppato passaggio a muro; con la sua considerevole altezza (m. 38,5) essa segue nel sistema di articolazione dell'alzato e nei dettagli formali l'esempio del duomo di Colonia, mentre nel piano delle finestre, come già nella pianta del coro, richiama quello della chiesa vescovile di Brema. All'interno dominano forme spiccatamente lineari, cosicché l'importanza delle singole membrature architettoniche risulta notevolmente attutita rispetto alla muratura in pietra squadrata: per es. non vi è differenziazione tra archi trasversi e costoloni diagonali. Predomina un effetto di leggerezza, di luminosa spazialità ottenuto grazie all'impiego del Birnsteinprofil simile a quello del coro del duomo di Colonia. Gli spigoli delle membrature che fasciano i pilastri catturano la luce delle finestre, risaltando per contrasto sugli incavi in ombra, e attraverso questi lo sguardo è guidato senza soluzioni di continuità verso l'alto. All'inizio del sec. 14° si iniziò la costruzione delle due torri ovest, ultimate solo nel 1351, che nell'articolazione dei piani si rifanno alle torri del duomo di Brema. All'esterno domina la monumentalità di contrafforti e archi rampanti dalla struttura massiccia. Il materiale impiegato fu sostanzialmente il laterizio, ma per elementi quali i portali, gli zoccoli, i capitelli, le cornici, la copertura dei pilastri e i doccioni si utilizzò invece il calcare. Nel 1315-1320 venne addossata al fianco sud del corpo longitudinale la Briefkapelle (in origine Marienkapelle, dal 1363 fino al sec. 16° Annenkapelle), al cui interno due alti pilastri di granito, provenienti dall'isola di Bornholm (Danimarca), sostengono una volta a stella, analoga a quella della sala capitolare del castello dei Cavalieri Teutonici di Marienburg (od. Malbork) in Polonia.La Marienkirche costituì in tutta l'area del Baltico il modello di riferimento per la traduzione del Gotico 'da cattedrale' dell'Europa occidentale nell'edilizia in laterizio della Germania settentrionale; è infatti da essa che derivano per es. la chiesa abbaziale di Doberan, il coro della Marienkirche di Rostock e quello della Marienkirche di Schwerin.Per quanto concerne la decorazione pittorica all'interno, risalgono all'ultimo quarto del sec. 13° le pitture nel coro: undici scene con storie della Creazione e della Vita dei progenitori, e altre undici con storie dell'Infanzia e della Passione di Cristo. Le pitture nella navata (ca. 1330), che imitavano delle finestre e si collegavano al margine inferiore di quelle realmente esistenti, dovevano creare una struttura parietale illusiva. Nella parete ovest un ciclo composto da trentasei figure di santi di grandezza maggiore del vero era completato dalla raffigurazione, oggi perduta, del Giudizio universale. Stilisticamente le pitture seguono modelli inglesi come quelli per es. del Salterio Queen Mary (Londra, BL, Royal 2.B.VII) e del Salterio De Lisle (Londra, BL, Arund. 83/II).Apparteneva all'arredo della chiesa il crocifisso del 1270 ca. (St. Annen-Mus.), probabilmente in origine sospeso sopra la recinzione d'altare, che si pone nella tradizione dei crocifissi sassoni di Halberstadt, Merseburg e Wechselburg.Della recinzione faceva parte il gruppo in stucco policromo del Giudizio universale, risalente al 1230 ca. (St. Annen-Mus.), raffigurante i dodici apostoli e due angeli con gli strumenti della Passione, nonché un gruppo, inserito successivamente, con la Vergine e s. Giovanni Battista.Il fonte battesimale venne fuso in bronzo da Johann Apengeter nel 1337 circa. La vasca, esemplata sul modello di quella della Marienkirche di Wismar, presenta su due registri storie della Vita e della Passione di Cristo, e le raffigurazioni del Cristo giudice e delle Vergini sagge e vergini stolte.La più antica menzione della Petrikirche si trova in un documento del 1170 e verosimilmente si riferisce a un originario edificio ligneo. La costruzione in laterizio risale al 1220/1230-1240/1250 e costituisce la prima chiesa 'a sala' di L.; si trattava di una chiesa a tre navate che si estendevano su quattro campate, chiusa a E da tre absidi e con un corpo occidentale a due piani sormontato da una torre. Così organizzato, l'impianto era assai vicino a quello della Stadtkirche di Gadebusch. L'abside principale, ampia quanto la navata centrale, e le due absidi laterali, di minori dimensioni, presentavano tutte la stessa altezza. Il corpo occidentale e le navate erano collegati al livello inferiore da un passaggio voltato a botte e al piano superiore da un matroneo di analoga struttura. Tre ambienti con funzione di cappelle coperti con volte a crociera si aprivano al piano inferiore; al piano superiore, in corrispondenza, altri tre ambienti presentavano volte nervate leggermente acute. Vi era almeno un portale al centro e forse il corpo scala sul lato nord sporgeva leggermente rispetto al perimetro murario del corpo longitudinale, dando vita a una configurazione spaziale di fatto unica per L. e per quasi tutta la Germania settentrionale. Tali caratteri sono singolari soprattutto perché in rapporto a una semplice chiesa parrocchiale, per la quale è forse possibile configurare anche una funzione pubblica e laica, sulla scia di quanto attesterebbero i documenti di atti sottoscritti proprio all'interno della Petrikirche intorno alla metà del 13° secolo.Alla fine del secolo si iniziò la costruzione del nuovo coro sotto l'influsso di quello della Marienkirche: il risultato fu una mescolanza di coro 'a sala' con deambulatorio e semplice terminazione a tre absidi. Seguì la nuova costruzione del corpo longitudinale con pilastri ottagonali, fino ad allora ignoti a L., con sottili membrature cilindriche addossate. Di questo edificio romanico, sostituito in seguito da una nuova sala gotica a tre navate, la chiesa attuale non conserva quasi più traccia.La più antica menzione della Jakobikirche risale al 1227 e si riferiva probabilmente a un edificio, ora scomparso, verosimilmente ligneo. Nei decenni precedenti al 1250 venne eretta una chiesa 'a sala' a tre navate, di cui quella centrale sopraelevata, terminazione coassiale di coro poligonale a tre absidi e torre occidentale a pianta quadrata con cappelle laterali. Nel 1250 iniziò la costruzione di una seconda torre, innalzata solo fino al livello delle navate laterali. Nel 1300-1334 si ebbe la trasformazione del corpo longitudinale in un impianto basilicale secondo il tipo della Marienkirche, con una terminazione del coro a due campate e tre absidi.La più antica menzione del Rathaus, situato nell'ambito della fondazione dell'abitato avviata da Enrico il Leone, risale a poco prima del 1225, in rapporto all'esercizio di giurisdizione che vi si svolgeva. Nel 1230 ca. si costruì il nuovo municipio nell'angolo nordorientale del mercato in connessione con l'ambiente destinato alla vendita delle stoffe. Da ciò anche la definizione, corrente dal 1262, di domus pannorum invece di domus consularis, affermatasi solo nel 14° secolo. La costruzione era costituita da tre bracci longitudinali a due piani, paralleli e connessi tra loro; posti su un asse N-S, essi presentavano tetti a doppio spiovente e frontoni a gradini verso il mercato e verso la corte della Marienkirche. Gli ambienti del municipio vennero inizialmente utilizzati per un doppio scopo: come rivendita di stoffe dei tagliatori di panni e, nel braccio orientale sulla Breiten Strasse, come luogo di riunione per il Consiglio. Dopo l'incendio della città del 1251 numerosi furono i rifacimenti, tra i quali una loggia sulla fronte sud del mercato. Nel 1298-1308 si costruì a S, annesso all'edificio, il Danzelhus o Langes Haus, in cui al piano terreno, aperto e con copertura a volte, si riunivano gli orafi con le loro botteghe e al piano superiore si trovava l'aula per le cerimonie. Intorno alla metà del sec. 14° e fino al 1356 ca., una serie di lavori segnò una drastica ristrutturazione del complesso: l'edificio venne parzialmente demolito fino al prospetto meridionale prospiciente il mercato e agli ambienti delle cantine per lasciar posto a un impianto a due ali, diviso da una corte, con una seconda grande facciata scenografica. Il Consiglio mantenne i propri ambienti nell'ala orientale occupata per l'intera superficie del piano superiore dalla nuova aula (Hansesaal), destinata alle sedute dei rappresentanti della lega della Hansa. Il portale d'accesso principale, all'interno di un ambiente porticato, si apre sul fianco verso la Breiten Strasse. I capitelli in stucco che lo decorano mostrano ornati a fogliame, maschere e animali fantastici. Le originarie guarnizioni in bronzo, prodotto della bottega di Hans Apengeter (St. Annen-Mus.), sostituite da copie, risalgono al 1347 e sono costituite da medaglioni a girali vitinei incorniciati dalle raffigurazioni dei sette principi elettori, dai loro stemmi e dalle loro insegne.Intitolato al Santo Spirito, l'antico ospedale di L. è il più importante impianto medievale di tal genere conservato in Germania. La prima fondazione, sita in un'area ai limiti dei terreni di pertinenza vescovile e documentata poco prima del 1230, verosimilmente andò distrutta nell'incendio del 1276, dopo il quale venne edificato un nuovo, più imponente complesso, vicino alla Jakobikirche. Quest'ultimo, la cui costruzione fu molto dispendiosa, comprendeva una chiesa, il Langes Haus - la vera e propria sala dell'ospedale (lunghezza m. 88) -, due case accanto alla struttura principale e l'intero corpo di fabbrica sulla Groepelgrube, caratterizzato da un'imponente facciata con alti timpani e quattro torrette.

Bibl.:

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Letteratura critica. - M. Hoffmann, Die Geschichte Lübecks, 2 voll., Lübeck 1889-1892; G. Dehio, G. von Bezold, Die kirchliche Baukunst des Abendlandes, I, 1, Stuttgart 1892; A. Holm, Lübeck, Bielefeld 1900; Das Mauerwerk im alten lübischen Ziegelbau, Zentralblatt der Bauverwaltung 42, 1922, pp. 341-345; F. Endres, Geschichte der freien Hansestadt Lübeck, Lübeck 1926; W. Burmeister, A. Renger-Patzsch, Norddeutsche Backsteindome, Berlin 1930; H. Rathgens, Die Bau- und Kunstdenkmäler der Hansestadt Lübeck, 4 voll., Lübeck 1939; H.A. Gräbke, W. Castelli, Lübeck, Berlin 1948; D. Ellger, J. Kolbe, St. Marien zu Lübeck und seine Wandmalereien, Neumünster 1951; H.A. Gräbke, Lübecks Wandmalereien des Mittelalters, Wolfshagen-Scharbeutz 1951; K. Gruber, Die Gestalt der deutschen Stadt, München 1952; J. Reetz, Bistum und Stadt Lübeck um 1300, Lübeck 1955; W. Teuchert, Die Baugeschichte der Petrikirche zu Lübeck, Lübeck 1956; W.J. Venzmer, Der Dom zu Lübeck. Untersuchungen zur mittelalterlichen Baugeschichte (1173-1341) und kunstgeschichtlichen Stellung (tesi), Hamburg Univ. 1959; W. Stier, Das Heiligen Geist Hospital, Lübeck 1961; M. Hasse, W. Castelli, Lübeck, München 1963; N. Zaske, Gotische Backsteinkirchen Norddeutschlands, Leipzig 1968; Politik Wirtschaft und Kunst des staufischen Lübecks. Vorträge anlässlich der Ausstellung ''Lübeck 1226, Reichsfreiheit und Frühe Stadt'', Lübeck 1976; G.P. Fehring, Archäologische und baugeschichtliche Untersuchungen im Heiligen Geist Hospital zu Lübeck, Lübeck 1978; id., Koberg und Heilig-Geist Hospital. Frühe Besiedlung und Bebauung um den Koberg in Lübeck (Hefte zur Kunst und Kulturgeschichte der Hansestadt, 3), Lübeck 1980; W. Teuchert, Der Wiederaufbau des Paradieses am Lübecker Dom, Deutsche Kunst und Denkmalpflege 38, 1980, pp. 20-24; M. Hasse, Die Marienkirche zu Lübeck, München-Berlin 1983; id., Der Lübecker Rat und die Marienkirche, Zeitschrift des Vereins für lübische Geschichte und Altertumskunde 64, 1984, pp. 39-50; H. Höppner, Die Baugeschichte der Jakobikirche zu Lübeck, Kiel 1985; L. Wilde, Der Dom zu Lübeck, München-Berlin 1985; H.J. Kunst, Die Marienkirche in Lübeck. Die Präsenz bischöflicher Architekturformen in der Bürgerkirche, Worms 1986.N. M. Zchomelidse

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