Legazia apostolica di Sicilia

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Istituto sorto storicamente dal privilegio, basato su una bolla di Urbano II del 1098, per cui i re di Sicilia si ritennero legati nati del pontefice e pretesero con ciò che tutta la materia ecclesiastica dell’isola fosse di loro competenza esclusiva. I re aragonesi e gli Spagnoli giunsero a sostenere che nessun atto della Santa Sede potesse avere vigore senza essere munito delle lettere esecutorie del viceré; nel 1579 Filippo II, con l’istituzione del giudice della monarchia sicula, abolì ogni diritto di appellarsi a Roma contro le decisioni dei tribunali ecclesiastici del Regno. La curia romana protestò contro tale usurpazione: Clemente XI abolì il tribunale della regia monarchia (1715) ma l’imperatore Carlo VI ottenne da Benedetto XIII la bolla Fideli (1728), che dava piena soddisfazione al punto di vista regalistico. Fu così ricostituito il tribunale, che assunse il nome di Tribunale della regia monarchia e apostolica delegazione, soppresso da Pio IX nel 1864. In realtà esso cessò di funzionare soltanto nel 1871, quando fu abolito dallo Stato italiano.

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