Le province europee dell'Impero romano. Introduzione

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

Le province europee dell'Impero romano. Introduzione

Sergio Rinaldi Tufi

Introduzione

L’Impero romano si estendeva fino a occupare ampie aree dell’Africa settentrionale e dell’Asia Minore e Anteriore delineando una situazione estremamente complessa, per alcuni aspetti omogenea e per altri molto variegata. Una forte sensazione di omogeneità viene dal fatto che dovunque si trovavano città dotate di templi e case, fori e mercati, terme e ninfei, porte di accesso e archi onorari, teatri, anfiteatri e circhi; che negli immediati dintorni delle città stesse si distribuivano ville e sepolcri; e che ampi territori extraurbani erano solcati da strade e acquedotti, nonché accuratamente divisi in appezzamenti coltivabili. Tuttavia, al di là di quest’impostazione unitaria, le situazioni contingenti sono piuttosto disparate: anzitutto i resti sono conservati e studiati – ovviamente – in misura di volta in volta diversa; in secondo luogo, mentre nella parte centrale e occidentale del continente il processo di urbanizzazione (che è uno degli aspetti più vistosi della romanizzazione) si impianta su una situazione “vergine”, priva di preesistenti centri abitati di una qualche consistenza, nella parte orientale invece, soprattutto nelle aree greche e di cultura greca, la vita urbana esisteva già molto prima dell’arrivo di Roma, dei soldati, dei mercatores e dei funzionari.

Ancora, nell’area di cultura celtica, che nella parte occidentale e centrale era certamente la più diffusa, si può parlare di vere e proprie città solo in pochi casi (ad es., Entremont in Provenza, capoluogo dell’antica popolazione dei Salluvi): esistevano, invece, fortezze e santuari che, quando necessario, come in caso di minacce nemiche o in occasione di manifestazioni di culto, fungevano da punto di riferimento e di aggregazione per popolazioni che abitavano sparse nel territorio. Altri fattori concorrono a rendere il quadro più variato e perciò più interessante, ma anche più difficile da descrivere. Il fatto che in ogni città esistessero templi, case, fori, teatri non significa che vi fossero soluzioni standardizzate, né che vi fosse un legame costante tra le forme architettoniche e le funzioni. Vi era, anzi, una gran quantità di varianti: l’attività giudiziaria, ad esempio, si poteva svolgere sia nel portico di un foro sia in una basilica; un portico a esedre poteva costituire il perimetro sia di un santuario sia di una biblioteca; una movimentata facciata a edicole, rientranze, avancorpi poteva caratterizzare un ninfeo, un ingresso monumentale, una scena teatrale.

Se il quadro dell’architettura e dell’urbanistica è quindi complesso e affascinante, quello delle arti figurative non è di minor rilevanza (arte provinciale, o, per dirla con R. Bianchi Bandinelli, arte europea di Roma).

Bibliografia

In generale:

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Per l’architettura:

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