L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. La Francia: Grenoble

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. La Francia: Grenoble

Jean Guyon

Grenoble

Città (lat. Cularo, Gratianopolis) francese posta sulla riva sinistra del fiume Isère, in prossimità della sua confluenza con il Drac, su un leggero ripiano alluvionale protetto dalle inondazioni.

L’insediamento, menzionato nel 43 a.C. in una lettera indirizzata a Cicerone e proveniente da Cularo, ex finibus Allobrogorum (Ep., X, 23, 7), doveva la sua importanza al ruolo di tappa sulla strada del Monginevro; in età imperiale ospitò la XL statio delle Gallie (CIL XII, 2252). La topografia urbana di questo probabile vicus degli Allobrogi è poco nota: gli scavi consentono solo di ipotizzare un’area urbanizzata di circa 10 ha, dotata di almeno una necropoli sulla riva destra del fiume. Tra il 284 e il 293 Cularo venne dotata di una cinta muraria, ben datata dalle dediche delle sue due porte, denominate rispettivamente Viennensis Herculea e Romana Iovia (CIL XII, 2229). Tale circuito, lungo 1100 m, presentava in pianta una forma ovale di circa 9 ha, corrispondente a nord e a est ai limiti dell’abitato altoimperiale, una parte del quale però era stata lasciata fuori delle mura a sud; aveva inoltre circa trenta torri semicircolari. La cripta del battistero conserva le fondazioni della Porta Viennese e della posterula che la fiancheggiava a sud, oltre a una parte delle fortificazioni, qui costeggiate da un largo fossato: le sue fondazioni, larghe da 4 a 5 m, prevedevano un elevato largo 2,5 m.

Al concilio di Aquileia del 381 partecipò il primo vescovo noto, che si firmò Domninus Gratianopolitanus; compare così la prima attestazione del nuovo nome del centro, che figura come civitas nella Notitia Galliarum. G. venne certamente favorita da Graziano, ma s’ignora se è a questo imperatore che vada attribuita la separazione del suo territorio da quello degli Allobrogi. La Chiesa provvide ben presto alla costruzione, a sud della Porta Viennese e a ridosso della cinta muraria, di un gruppo episcopale il cui elemento meglio noto è il battistero. Questo edificio, in origine quadrato, poi provvisto di un’abside orientata e infine di forma quadrilobata, ha subito anche numerose trasformazioni della piscina, nata come ottagonale e divenuta ovoidale nell’ultima fase, quando venne dotata di un ciborium e di un sistema di alimentazione idrica proveniente da un supporto colonnato. Il battistero era fiancheggiato a est da un grande atrio che lo collegava alla cattedrale, presumibilmente doppia, sul modello delle cattedrali medievali. Sulla riva destra del fiume si trovavano due chiese funerarie: St.-Ferréol, attualmente distrutta, posta in una zona ricca di iscrizioni tarde, e St.- Laurent. Lo scavo di quest’ultima ha restituito un insieme complesso di monumenti funerari tardoantichi al quale si sostituì, nel VI secolo, un’ampia costruzione cruciforme con tre bracci trilobi, che venne in seguito provvista nel braccio orientale di una cripta detta “di St.-Oyend”.

Bibliografia

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