L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. L'area germanica: Lubecca

Il Mondo dell'Archeologia (2004)

L'Europa tardoantica e medievale. I territori entro i confini dell'Impero. L'area germanica: Lubecca

Gustav P. Fehring

Lubecca

Città (ted. Lübeck) della Germania settentrionale, situata lungo il corso inferiore del Trave.

A partire dalla metà del XIX secolo, gli scavi archeologici hanno gettato luce sull’epoca preistorica e, soprattutto, sui periodi medievale e moderno; dal 1946 le indagini si sono particolarmente concentrate sul nucleo cittadino medievale e moderno. Tutte le epoche, dal Mesolitico in poi, vi sono state documentate da singoli reperti, da insediamenti e da necropoli. L’assenza di insediamenti del periodo delle Migrazioni viene compensata, in epoca medievale, dalle rioccupazioni da parte degli Slavi e, successivamente, anche dei Tedeschi; ciò ha determinato uno spostamento del fulcro della ricerca sull’archeologia slava e urbana. All’incrocio di una via commerciale di lunga distanza, in direzione nord-sud, con la via fluviale navigabile costituita dal Trave si erano sviluppati due siti, in successione cronologica e strettamente collegati tra loro dal punto di vista commerciale e geopolitico. La roccaforte residenziale slava di Liubice (L. antica), che rappresenta il primo stadio dell’urbanizzazione, fu sostituita dalla L. tedesca che, al culmine del suo sviluppo, era una città pienamente formata, tale da essere definita “la prima città occidentale sulla costa del Baltico”, “piattaforma girevole del commercio nord-europeo” e “sobborgo della Hansa”.

Liubice - lubecca antica

La cittadella slava con suburbio a ovest, costruita nell’819 nella conca di L., su una penisola alla confluenza dello Schwartau nel Trave, e densamente popolata, svolse un ruolo rilevante per il commercio con regioni lontane già nel IX secolo. Il centro perse la sua importanza nel X secolo; nel 1055/6 ebbe luogo una ricostruzione della cosiddetta “cittadella II” tardoslava, sotto il principe degli Obodriti, Gottschalk, orientata verso occidente. Costui fece costruire un convento, un’opera pia della quale probabilmente faceva parte la chiesa lignea a pianta cruciforme riportata alla luce nel corso degli scavi. Un’ulteriore ricostruzione (cittadella III), avvenuta negli anni negli anni 1087-1089, durante il regno di Enrico, fece di L. antica la residenza centrale del grande regno slavo-occidentale degli Obodriti, conferendole così la massima importanza politica ed economica. L’impianto topografico-funzionale tripartito aveva tutte le caratteristiche di una città di epoca più antica. Essa constava di una cittadella fortificata, sede del potere, dell’amministrazione e del culto cristiano con la “chiesa funeraria reale” in pietra, la zecca e un artigianato altamente specializzato. Vi erano poi il suburbio, la cui parte meridionale ha rivelato quartieri dedicati ad attività artigianali diverse, e, sulla sponda occidentale del Trave, il porto e un insediamento mercantile con una chiesa. Quando oramai la città perdeva la sua importanza, probabilmente poco dopo il primo quarto del XII secolo, essa subì le conseguenze distruttive dei conflitti scoppiati all’interno della popolazione slava (1138). L. antica è circondata da una corona di siti non fortificati, ai quali probabilmente spettava l’approvvigionamento di prodotti agricoli del centro cittadino.

Lubecca

La “fondazione” della L. tedesca nel 1143, rinnovata nel 1159, 6 km più a monte del fiume, e considerata dalla ricerca più antica come il trasferimento dell’insediamento con cittadella e del suo toponimo, non si è tuttavia dimostrata essere “prototipo della moderna fondazione urbana occidentale del XII secolo”, costruito in maniera programmata. La L. tedesca sarebbe piuttosto da collegare con una composita e plurisecolare struttura insediativa slava, un paesaggio culturale sulla collina cittadina di Buku, tra il Wakenitz e il Trave, testimoniato da numerosi reperti già nell’VIII-IX secolo. Ne facevano parte un insediamento fortificato dominato dalle vie d’acqua e di terra a nord, con un grande suburbio probabilmente fortificato, una via commerciale, forse anche un porto e diverse zone residenziali. Già nel 1095 questa struttura dovette subire importanti ristrutturazioni; si deve quindi ipotizzare che un trasferimento graduale degli abitanti e dei commercianti di L. antica abbia avuto inizio già prima della sua distruzione nel 1138. Dunque, la “fondazione” della L. tedesca del 1143 non rappresenta altro che un’ulteriore tappa di questo processo che ha avuto come esito un insediamento protourbano mercantile tripartito e orientato verso il porto, posto a difesa del castello comitale. Questo insediamento comprendeva il castello, un tratto di fortificazione a nord, senza suburbio, il porto fluviale con banchina e mercato lungo la sponda, il quartiere dei commercianti e l’impianto del convento nel settore centrale fortificato e, infine, il duomo con la sede vescovile a sud.

La rifondazione del 1159 fece di L. una città anche in senso giuridico e portò alla nascita della Hansa. Dopo il 1181, grazie al progresso politico, economico e giuridico, L. è una città completamente sviluppata, autogovernata e tendente a espandersi verso l’esterno come struttura unitaria difesa delle mura, con cinque chiese parrocchiali e tre conventi. La fase di autonomia giunge a termine nel 1226 con la sua sottomissione all’impero e, dopo la demolizione del borgo dei proprietari terrieri, con la definizione del centro topografico costituzionale intorno al mercato e del municipio della ormai “libera città imperiale”. È evidente che anche la planimetria della città e delle singole strutture edilizie non è il risultato di un piano unitario. Il sistema stradale consiste in un’arteria commerciale centrale, evidentemente più antica, e in una serie di vie trasversali, perpendicolari rispetto alla via fluviale, prevalentemente orientate verso il porto sul Trave. Ciò denota una crescente regolamentazione, concepita al più tardi nel 1159 e attuata gradualmente. Nell’area a ovest del Trave questo accadde in seguito all’abbandono del mercato lungo la riva (quindi di una tradizione altomedievale) da parte dei commercianti, intorno al 1217-1220; ciò è in armonia con la ristrutturazione del commercio nord-europeo che determinò uno spostamento delle funzioni del mercato, anche nelle case private dei mercanti. Risultato di ciò fu la creazione di un nuovo e avveniristico tipo di insediamento portuale. Gli appezzamenti di terreno facenti parte di questo sistema non avevano in origine la forma di particelle strette e allungate ordinate in fila, tipica del periodo successivo, ma erano grandi fattorie costruite senza regole precise. Tuttavia, già nel periodo compreso tra il tardo XII e il XIV secolo, ebbero luogo suddivisioni del terreno e intense attività edilizie, chiari sintomi della crescita demografica ed economica. Già dall’ultimo quarto del XII secolo, accanto alle tradizionali costruzioni in pali di legno a un piano, con grandi atri, si incontra a L. un nuovo tipo di edifici, le camminate turrite, inizialmente lignee e riscaldabili. Più tardi, come innovazione degli inizi del XIII secolo, compaiono costruzioni in pietra, ma anche edifici a più piani con sala, realizzati in mattoni, residenze dell’élite. Solo a partire dalla seconda metà del XIII secolo, con l’intensificarsi dei commerci di beni di massa, sorge la monumentale casa con atrio costruita in mattoni, dotata di un alto pianterreno con ingresso e, al di sopra di esso, di piani adibiti a magazzino, ossia “le case-magazzino dei commercianti anseatici”. Testimonianze della rapida ascesa verso lo status di città anseatica di prima linea sono anche lo sviluppo economico e le innovazioni tecnologiche. Per il miglioramento del traffico di terra le vie urbane interne ricevono, già poco dopo il 1159, un rivestimento di grosse tavole lignee. Per quanto concerne l’approvvigionamento idrico, accanto a pozzi e cisterne di diversi tipi, troviamo già nel XIII secolo, quindi prima che altrove, il sistema di conduzione dei “giochi d’acqua” (Wasserkünste). Nel contempo vengono realizzati canali e fosse di scarico, ma anche cloache e pozzi per lo smaltimento dei rifiuti. Allo stato attuale delle conoscenze possiamo affermare che L. era l’unica città del continente con una ricca produzione di ceramica smaltata di qualità già nel tardo XII secolo (ma anche nel XVI-XVIII sec.) ed è grosso modo a quest’epoca precoce che risalgono anche i laboratori per la produzione di pentole di ferro e per la fusione di altri oggetti di bronzo. Del tutto singolari, per le loro dimensioni, sono anche i forni dei panifici all’ingrosso della fine del XIII secolo, cui spettava sicuramente anche l’approvvigionamento delle navi. I manufatti di vetro e, soprattutto, i numerosi reperti ceramici testimoniano, infine, di rapporti commerciali di ampia portata e delle loro mutevoli correnti.

Con l’ausilio delle fonti scritte disponibili, la grande quantità di dati archeologici ha consentito di ricostruire, relativamente alla fine del XIII secolo, un quadro soddisfacente delle importanti questioni strutturali, ma anche della storia economica e degli aspetti sociologici. Scavi sistematici hanno restituito vasti complessi di reperti e dall’elaborazione dei dati che ne derivano risulta il carattere notevolmente diversificato, da un punto di vista sia qualitativo sia quantitativo, della cultura materiale domestica; tali differenze sono di sicura importanza per una ricostruzione della stratificazione sociale. Tutto porta ad affermare che a L. si è avuta una lunga, complessa e graduale evoluzione che, partendo dalla fase protourbana slava, attraverso un sito portuale e mercantile tedesco, ha come esito una città pienamente sviluppata. Questa evoluzione comportò trasformazioni della topografia e delle strutture fondiarie ed edilizie, innovazioni tecnologiche e progressi economici, di cui finora non si è tenuto conto.

Bibliografia

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