Tange, Kenzo

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Architetto e urbanista giapponese (Imabari 1913 - Tokyo 2005). Tra i più noti protagonisti dell'architettura contemporanea, svolse una intensa attività a livello internazionale, che lo vide presente con numerose realizzazioni sia in Giappone sia in Italia, Stati Uniti, Australia, Arabia, Asia e Singapore. In Italia progettò diverse opere tra cui l'urbanizzazione di Librino, Catania (dal 1970), il piano per la Fiera di Bologna (1971-74), il Centro direzionale di Napoli (dal 1982) e i quartieri S. Francesco e Affari a San Donato Milanese (dal 1991).

Vita

Dopo gli studi d'ingegneria presso l'università di Tokyo, entrò nel 1938 a lavorare nello studio di K.  Maekawa del quale divenne assistente. Nel 1942 vinse il premio dell'Istituto giapponese di architettura per un "Memorial". Fu prof. all'università di Tokyo (1946-74; dal 1974 prof. emerito). A partire dal 1950 la sua attività acquistò un ritmo serrato e intenso, fruttandogli numerosi riconoscimenti e premi, tra cui, nel 1987, il Pritzer Prize per l'architettura. A lui si devono anche alcuni saggi teorici e storici.

Opere

Esordì con il Centro della pace a Hiroshima (1956) rivelando un realistico approccio sociale e tecnologico già orientato a fondere insieme i principî del razionalismo e del funzionalismo occidentali con la tradizione locale, in linea con l'accelerazione politico-economica giapponese del dopoguerra. Esemplari, in proposito, i municipi di Tokyo (1957) e di Kagawa (1958), e il complesso di Imabari (1959), ispirati anche all'ultimo Le Corbusier. L'introduzione di tecnologie avanzate nel prediletto uso del cemento armato gli consentì, inoltre, soluzioni compositive originali (cavalletti giganteschi a sostegno di strutture a grappolo minori; sorta di grattacieli sospesi; ecc.): impianti sportivi per le Olimpiadi (1964), cattedrale di S. Maria (1961-64), uffici Shizuoka (1966-67), Sogetsu art center (1974-77) a Tokyo. La sua evoluzione metodologica lo portò verso uno strutturalismo esteso alla scala urbana e territoriale in una linea di ricerca tendente a reinterpretare "umanisticamente" gli elementi costitutivi della città e dell'architettura. Elaborò progetti finalizzati a una pianificazione flessibile, attenta alla variabilità delle condizioni urbanistiche; oltre agli interventi in Italia si ricordano: il progetto per un centro residenziale nella Baia di Boston (in collaborazione con gli studenti del MIT, 1959-60); il piano di Tokyo (1960); il centro di Shinjuku a Tokyo (dal 1985); le isole-città artificiali collegate alla Baia di Tokyo (1986); il Tele Tech Park a Singapore (1994).

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