KELEOS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)

KELEOS (Κελεός)

E. Joly

Re di Eleusi che accolse nelle sue case Demetra, mentre vagava alla ricerca della figlia (Apollodor., 1, 5, 1 e iii, 14, 7; Paus., i, 39, 1; Serv., Ad Georg., 1, 147; Hesych., s. v.).

Secondo l'inno omerico, Demetra giunse ad Eleusi sotto le spoglie di una vecchia, ed essendosi imbattuta nelle figlie del re che attingevano acqua ad una fonte venne da queste condotta al palazzo. K. l'accolse benevolmente ed affidò alle sue cure il figlio Demofonte da poco nato. Prima di abbandonare Eleusi per far ritorno in Olimpo, la dea si fa riconoscere, ordina che le sia eretto un tempio ed ammaestra nelle pratiche connesse al suo culto il re ed i principi: Trittolemo, Diocle, Polisseno, Eumolpo, suoi congiunti (Paus., ii, 14, 2; Marmor Parium: C. I. G., 2374). Al posto di Demofonte, come servitore e prediletto della dea, che appare nelle versioni più tarde del mito, si trova Trittolemo, figlio di K. e di Metaneira. Secondo Igino (p. 147) K., alla sua morte, per disposizione di Demetra, cedette il regno a Trittolemo: tale versione del mito è stata probabilmente argomento del Trittolemo di Sofocle. K. e le figlie eressero anche un monumento nel santuario di Metaneira presso la fonte ove si era seduta la dea (Paus., i, 39, 1, 2). Numerose sono le raffigurazioni di K., sempre in connessione con la figura di Trittolemo, su vasi tra cui ricordiamo un kelèbe da Gela al museo di Palermo.

Bibl.: W. Drexler, in Roscher, II, i, 1890-94, c. 1026-7, s. v.; Kern, in Pauly-Wissowa, XI, 1922, c. 138, s. v.; C. V. A., Italia, XIV, Palermo, I, tav. 35.

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