Franzen, Jonathan

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Scrittore statunitense (n. Western Springs, Illinois, 1959). Trascorsa la prima parte della sua vita in un  tranquillo sobborgo di St. Louis, periodo poi descritto nell'autobiografico The discomfort zone (2006, trad. it. 2006) e laureatosi allo Swarthmore College (1981), studiò poi alla Freie Universität di Berlino e lavorò in un laboratorio di sismologia della Harvard University. I suoi primi romanzi, The twenty-seventh city (1988, trad. it. 1989) e Strong motion (1991, trad. it. 2004), brillante giallo ambientalista, furono apprezzati dalla critica, ma ebbero scarso successo di pubblico. Dopo un difficile periodo personale e professionale (e dopo aver scritto su Harper's  nel 1996 un controverso saggio che denunciava la crisi del romanzo americano) ha pubblicato The corrections (2001, trad. it. 2002, premiato col National Book Award), in cui, descrivendo le vicende di una tipica famiglia borghese del Midwest, ha affrontato temi cruciali della società americana, dall'ossessione del fallimento alle nevrosi sessuali. Del 2010 è il romanzo Freedom (trad. it. 2011), protagonista ancora una famiglia del Midwest, in cui F., analizzando il decennio trascorso dopo l'11 settembre, cerca di dimostrare che la reazione della società americana a quella tragedia è stata peggiore della tragedia stessa, sottolineando i pericoli che possono derivare dall'abuso della libertà. Quattro anni dopo lo scrittore ha pubblicato Purity (2015; trad. it. 2016), spietata analisi dell'America contemporanea. Collaboratore del New Yorker, F. ha pubblicato anche le raccolte di saggi How to be alone (2002, trad. it. 2003), Farther away (2012, trad. it. 2012),The Kraus project (trad. it. 2014),The end of the end of the end (2018; trad. it. 2019), What if we stopped pretending? (2019; trad.it. 2020) e Crossroads (2021; trad. it. 2021).

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