Fedele, Ivan

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Fedele, Ivan

Guido Barbieri

Compositore, nato a Lecce il 6 maggio 1953. Diplomatosi in pianoforte, armonia, contrappunto e composizione al Conservatorio di Milano (ha studiato con R. Dionisi, A. Paccagnini, B. Canino e A. Corghi) si è poi perfezionato in composizione con F. Donatoni all'Accademia Santa Cecilia di Roma. Agli studi musicali ha affiancato quelli filosofici, compiuti presso l'Università degli studi di Milano sotto la guida, in particolare, di E. Paci e L. Geymonat. Per I. Stoianova il tratto essenziale del suo stile è dato dall'attenzione continua per "il problema essenziale dell'arte compositiva, vale a dire la costruzione della grande forma" (1996). In effetti il suo itinerario creativo può essere considerato sotto la luce delle diverse, e sempre mutevoli, soluzioni date al problema della forma musicale, in perfetto accordo, e non certo in contraddizione, con la ricerca costante sulle componenti fisico-percettive del suono.

Il percorso stilistico di F., sebbene aperto a esiti difficilmente prevedibili, è suddivisibile in tre fasi cronologiche distinte. L'epoca dell'apprendistato, che va dal 1975 ai primi anni Ottanta e coincide con gli studi di carattere accademico, è culminata nella svolta del 1981 quando Chiari per orchestra e il Primo quartetto (Per accordar) per quartetto d'archi hanno entrambi ottenuto, nella stessa edizione, l'ambitissimo Premio Gaudeamus, il quale ha sancito il suo successo internazionale. Questa prima fase si è conclusa con un decennio dedicato all'affinamento dell'artigianato compositivo: fondamentali gli studi con Donatoni, ma anche l'approfondimento analitico delle opere di alcuni 'classici' della contemporaneità come G. Ligeti e L. Berio. La maturazione dello stile ha portato alla nascita di tre opere cardine della produzione di F.: Chord per dieci esecutori (1986), Pentalogon quartet per quartetto d'archi (1987) ed Epos per orchestra (1989), premiato al concorso Goffredo Petrassi di Parma.

La seconda stagione compositiva ha coinciso con i primi soggiorni di studio a Parigi, in particolare con la frequentazione dei corsi realizzati dall'Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique (IRCAM). È avvenuta in questo periodo la scoperta di un nuovo paradigma stilistico. F. si è infatti accostato non solo alle nuove tecnologie del suono, ma anche agli studi sulla psicoacustica che lo hanno avvicinato all'esperienza della musica spettrale e all'opera di G. Grisey. Su questo sfondo sono nate le tre opere maggiormente segnate dalla doppia ricerca sulla sintesi artificiale del suono e sulle leggi della percezione sonora: Duo en resonance per due corni concertanti ed ensemble (1991), Richiamo per ottoni, percussioni ed elettronica (1993-94), uno dei primi brani a fare uso dei procedimenti di 'sintesi granulare' e il Concerto per pianoforte e orchestra (1993). Durante questo decennio - concluso dalla realizzazione di una tipica opera di sintesi come Tar (1999-2000), il terzo quartetto per archi - la pratica di scrittura si è sviluppata lungo due fondamentali linee di forza: da un lato la ricerca sulla mise en espace e sui diversi procedimenti di drammatizzazione del suono nello spazio, dall'altro l'affinamento della prassi concertante, che ha portato alla realizzazione di varie opere per strumento solista e orchestra.

L'epoca del 'terzo stile', non ancora conclusa, si è aperta all'inizio del 21° sec. ed è caratterizzata, oltre che da un rinnovato interesse per la dimensione squisitamente sonora del gesto musicale (esemplare da questo punto di vista Ali di cantor per ensemble, del 2004), da una serie di procedimenti mutuati dallo studio approfondito della scrittura beethoveniana: alcune opere, come De li duo soli et infiniti universi per due pianoforti e tre gruppi orchestrali (2001), sono generate infatti da una serie minima di cellule germinali che si espandono fino a realizzare universi sonori estremamente complessi. Gli approdi più recenti sono, in questa direzione, l'opera Antigone, su libretto di G. Corti, e un lavoro strumentale di carattere innovativo dal punto di vista tecnologico: Capt-actions per quartetto d'archi, accordéon, dispositivo informatico e sensori (2004-05), basato sul principio della trasformazione del gesto in suono.

bibliografia

L. Bramani, Ivan Fedele, in Nuova rivista musicale italiana, 1990.

I. Stoianova, La musique de Fedele. Tradition et innovation, in Le magazine du centre, 1996, 92.

I. Stoianova, E. De Vischer, T. Proietti, Ivan Fedele, in Les cahiers de l'IRCAM, 9, Paris 1996.

C. Fertonani, Ritratto di Ivan Fedele, in Percorsi di musica d'oggi: scena e ricerca, Milano 1999.

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