ISTANBUL

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

ISTANBUL

Livio Sacchi

İSTANBUL. – Una megalopoli tra Oriente e Occidente. Un importante snodo aeroportuale e navale e lo sviluppo ferroviario. Il patrimonio architettonico storico

Una megalopoli tra Oriente e Occidente. – Unica, com’è noto, per la posizione geografica, che la pone a cavallo fra Europa e Asia, adagiata lungo il Bosforo fra il Mar di Marmara e il Mar Nero ed eccezionale dal punto di vista del la stratificazione storica che l’ha vista romana e bizantina prima, ottomana poi (per quasi cinque secoli), modernamente laica con Muṣṭafà Kemāl Atatürk, nuovamente islamica nella contemporaneità, la capitale turca è demograficamente la più grande d’Europa, anche se, come s’è detto, non tutto il suo territorio fa parte del continente europeo. Con una popolazione complessiva che sfiora i 15 milioni di abitanti, due terzi dei quali in Europa e un terzo circa in Asia, İ. è anche la maggiore città del Medio Oriente, oltre che della Turchia. Strategica per collocazione politica e culturale fra Oriente e Occidente, fra religiosità islamica da una parte e laicismo euro-americano dall’altra, İ. ha visto, in questi primi decenni del 21° sec., consolidare il suo ruolo di megalopoli, se non globale, certamente di riferimento per una estesa parte del nostro pianeta, nonostante alcune questioni legate al rispetto dei diritti umani e una serie di limitazioni alla libertà di stampa, di opinione e così via. Meno tollerante e aperta di un tempo non lontano, in cui musulmani sunniti, ebrei e cristiani ortodossi o armeni vi convivevano prosperando pacificamente, İ., nuovamente e sempre più islamica, si è trasformata in una delle città preferite dal mondo mediorientale: grazie al suo clima temperato, i ricchi arabi la utilizzano con più piacere di ogni altra grande città europea per lo shopping, per tener vi le imbarcazioni private in uno dei tanti porti turistici, per gli affari, finanche per il cosiddetto turismo sanitario. Ciò è dovuto al fatto che i musulmani vi si sentono maggiormente a proprio agio rispetto a ogni altra città d’Europa, ma anche alla sua accessibilità: a İ. si può volare facilmente sia dai Paesi mediorientali sia da quelli europei senza necessità di visto, fatto che la rende una sorta di zona franca fra Oriente e Occidente. Nel 2012, per es., due anni dopo aver svolto il ruolo di capitale europea della cultura, i visitatori stranieri sono aumentati sino a sfiorare i 12 milioni, ponendo İ. al quinto posto nel mondo nella graduatoria delle città più visitate. Se il suo centro storico, in larga misura inserito nella World heritage list dell’UNESCO, costituisce la principale attrazione turistica, la parte di città al di là del Corno d’Oro, con il distretto di Beyoğlu in particolare, concentra le maggiori attrattive culturali e commerciali. Dal 2004 i confini della città coincidono con quelli della provincia: i trentanove distretti in cui è suddivisa sono amministrati dalla İstanbul metropolitan municipality. Alla İstanbul special provincial administration, che ha un suo governatore e un suo parlamento, sono affidati strade, scuole, il patrimonio residenziale e quello di proprietà del governo, oltre alla promozione culturale e alla protezione del territorio.

Una marcata crescita demografica, dovuta segnatamente all’emigrazione della Turchia asiatica in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita, si è determinata nel corso di tutta la seconda metà del 20° secolo. L’allargamento dei confini urbani, deciso nei primi anni Ottanta, provocò il raddoppio delle cifre ufficiali. Tuttavia, se soltanto il 28% dei residenti è originario di İ., la popolazione straniera resta sostanzialmente irrilevante. Con il radicale declino delle comunità di origine greca o armena, sono i curdi a costituire attualmente la minoranza etnica più consistente, dal 2015 rappresentata anche in Parlamento. L’impetuosa crescita recente del suo edificato e delle sue infrastrutture, insieme alla valorizzazione del patrimonio architettonico del suo passato e al generale rinnovamento culturale della sua classe creativa – frutto di quella borghesia imprenditoriale di cui si parla in alcuni romanzi di Orhan Pamuk – l’hanno nuovamente posta all’attenzione internazionale in diversi settori, dal design alla moda all’arte contemporanea.

Un importante snodo aeroportuale e navale e lo sviluppo ferroviario. – İ. funziona attualmente come uno dei principali hubs aeroportuali del mondo. La città è servita da due aeroporti: il Sabiha Gökçen international airport e lo Atatürk international airport, quest’ultimo al terzo posto in Europa nel 2014 per traffico passeggeri dopo Heathrow e Francoforte. Entrambi affacciati sul Mar di Marmara, il primo in Asia e l’altro in Europa, sono tuttavia considerati insufficienti per il traffico in costante aumento generato dalla metropoli turca. Un nuovo aeroporto è così attualmente in costruzione sulla costa europea del Mar Nero, circa 35 km a nord dal centro urbano. Progettato da un gruppo di studi europei – Grimshaw, Nordic Office of architecture e Haptic Architects con la consulenza di Arup –, è dotato di sei piste e sarà in grado di ospitare 150 milioni di passeggeri l’anno. L’inaugurazione di una sua prima parte è prevista nel 2019. Una volta completato sarà, probabilmente, il più grande terminal del mondo.

Altrettanto intenso è il traffico navale sul Bosforo, tre volte maggiore di quello che utilizza il canale di Suez: in particolare, oltre 200 milioni di t di petrolio vi transitano ogni anno dal Mar Nero verso il Mediterraneo. Tre i porti principali: Haydarpaşa, Ambarli (quarto maggiore cargo terminal del Mediterraneo) e Zeytinburnu (in prossimità dell’Atatürk international airport), oltre a una serie di porti minori, terminal petroliferi e il porto di Karaköy, interamente dedicato alle crociere. IDO (İstanbul Deniz Otobüsleri, İstanbul traghetti) è la compagnia che gestisce poi un complesso sistema di traghetti passeggeri e misti che attraversano continuamente il Bosforo: è considerata la più grande azienda municipalizzata del suo genere al mondo. I collegamenti fra Europa e Asia sono assicurati da due ponti: il Bosphorus Bridge e il Fatih Sultan Mehmet Bridge. Sul primo opera Metrobus, un sistema di autobus veloci su corsie riservate. Il traffico complessivo è stimato intorno ai 400.000 veicoli al giorno. Non senza polemiche, in costruzione sotto il Bosforo, fra Fatih e Üsküdar, è poi l’Eurasia Tunnel, galleria a due livelli sovrapposti lunga 14,6 km. La realizzazione di un terzo ponte, lo Yavuz Sultan Selim Bridge, è stata iniziata nel 2013 su progetto degli ingegneri Michel Virlogeux, francese, e Jean-François Klein dello studio svizzero T-ingénierie. La nuova struttura – lunga 2164 m, con una campata sospesa di 1408 m – ospiterà quattro carreggiate e una linea ferroviaria in ciascuno dei due sensi di marcia. La sua costruzione è stata affidata a un consorzio che include l’impresa turca İctas e l’italiana Astaldi; il cantiere, a nord degli altri due ponti, in un’area in parte boschiva e in parte paludosa particolarmente pregiata dal punto di vista naturalistico, è stato oggetto di numerose proteste ambientaliste.

Le linee metropolitane attualmente in funzione sono tre, due in Europa e una in Asia; molte altre sono in costruzione. Nel 2013 è stata parzialmente inaugurata la galleria chiamata Marmaray, primo collegamento ferroviario diretto fra Tracia e Anatolia. Si tratta di un tubo formato da diverse sezioni in cemento armato, resistente agli incendi e ai terremoti, adagiato sul fondale a profondità che raggiungono i 50 m, la cui costruzione, affidata a un consorzio turco-nipponico guidato dalla Taisei Corporation, è stata più volte interrotta a causa degli straordinari ritrovamenti archeologici emersi in corso d’opera. Si prevede che il sistema, una volta completato, determinerà un aumento del traffico su rotaia dal 4 al 28%, collocando İ. al terzo posto nel mondo, dietro solo a Tōkyō e a New York. Se le ferrovie collegano İ. a Bucarest e al resto d’Europa da una parte, ad Ankara, Baghdād e all’Asia centrale dall’altra, il terminal delle autolinee, con una capacità di 15.000 autobus e 600.000 passeggeri al giorno e destinazioni che giungono fino a Francoforte, è considerato il più grande d’Europa.

Il patrimonio architettonico storico. – L’interesse per il patrimonio architettonico storico è in costante aumento. Se ne occupano istituzioni diverse, la maggiore e più accreditata delle quali è l’IRCICA, Research centre for islamic history, art and culture, che ha sede a İ. all’interno dello storico complesso di Yildiz Sarayi e si dedica esclusivamente all’heritage islamico in tutto il mondo. Un interessante capitolo collegato alla questione dell’identità architettonica islamica è costituito dalla costruzione delle nuove moschee. Raramente si tratta di esempi di gusto contemporaneo, propendendo la maggior parte di esse per una più o meno letterale rivisitazione della storia. Un’interessante eccezione è costituita dalla mo schea di Sancaklar (2011-13) realizzata da Emre Arolat: fabbrica contemporanea nello spirito, di grande forza spaziale e materica. Fra i molti nuovi progetti in attesa di realizzazione spicca quel lo di Peter Eisenman con Aytac Architects per il museo di Yenikapi, frutto di un discusso concorso su un’importante area archeologica in cui, in occasione degli scavi per una nuova linea metropolitana, sono stati scoperti manufatti che spaziano dal Neolitico all’età romana. Il progetto dell’edificio e delle imponenti sistemazioni paesaggistiche circostanti si basa su di un complesso ragionamento planimetrico che lega idealmente İ. a Venezia: non a caso, all’interno dei nuovi spazi espositivi, saranno messi in mostra i resti di 35 navi romane che servivano a collegare le due grandi città mediterranee.

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