ISRAELE

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

ISRAELE

Ettore ANCHIERI
Umberto BONAPACE
Florio GRADI
Umberto BONAPACE
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Lo stato di I. fu proclamato il 14 maggio 1948 al momento del ritiro delle truppe inglesi dalla Palestina. Il territorio dello stato fu definito provvisoriamente nelle convenzioni di armistizio stipulate fra Israele e i paesi della Lega araba: con il govemo egiziano, a Rodi il 24 febbraio 1949; con il Libano, a Ras en-Naqura il 23 marzo 1949; con il Regno di Giordania, a Rodi il 3 aprile 1949; con la Siria, a quota 232 presso Mahanaymm, il 20 luglio 1949. Esso è compreso in una linea che va dal golfo di ‛Aqaba al Mediterraneo, vicino a Rafah, lasciando all'Egitto Gaza e una stretta zona litoranea; il confine a nord è stato fissato a Ras en-Naqura; furono assegnati ad I. la Galilea e il Negev dal Mar Morto a Eilat, restando divisa Gerusalemme fra Israele (città nuova) e la Giordania (città antica, con i Luoghi Santi). Le frontiere così fissate sono ancora quelle attuali e vennero garantite nel 1950 da una dichiarazione comune anglo-franco-americana (che la R.A.U. si è però rifiutata, nel febbraio 1960, di riconoscere). L'11 maggio 1949 l'Assemblea Generale delle N. U. ha accettato come membro Israele, dopo che esso era già stato riconosciuto da 52 paesi, e dagli S.U.A. per primi. L'Assemblea costituente (25 gennaio 1949) vide l'affermazione del Partito Laburista (Mapai), vincitore anche nelle elezioni del 30 luglio 1951, del 26 luglio 1955 e del 1959. I. si dette una costituzione democratica (v. oltre) e abolì ogni limitazione alla immigrazione ebraica.

Popolazione. - Entro gli attuali limiti lo stato d'I. occupa una superficie di 20.244 km2, sui quali vive una popolazione di circa 2 milioni di abitanti (2.058.000 nel maggio 1959), per quasi il 90% ebrei, sia pure di varia origine e provenienza. La popolazione attuale è il risultato di una corrente immigratoria che, iniziata negli ultimi decennî del secolo scorso, acquistò vigore fra le due guerre mondiali (485.000 immigrati dal 1919 al 1947) e divenne massiccia negli anni successivi al 1947. La popolazione israelita, che nel 1948 era di 655.000 abitanti, risultava pressocché raddoppiata nel 1950 e triplicata nel 1957. Questo vigoroso e straordinario flusso immigratorio si valse dell'apporto totalitario delle comunità ebraiche di alcuni paesi dell'Europa centrale e dei Balcani (Germania, Polonia, Bulgaria, Iugoslavia), dell'Africa settentrionale (Libia) e del vicino Oriente (‛Irāq, Yemen). In tal modo la composizione etnica della popolazione risulta condizionata da questo fatto e l'integrazione degli immigrati è stata affrontata fin dagli inizî con energici provvedimenti. Un gigantesco piano di colonizzazione fu varato fin dalla proclamazione dello stato. Circa 350 nuovi villaggi furono stabiliti lungo le frontiere, nel saliente di Gerusalemme e del Negev. Circa 300.000 ha di territorio abbandonato dagli Arabi fu preso in consegna dal "Fondo nazionale" e riadattato alle colture con l'ausilio di mezzi meccanici. Un piano di popolamento, previsto per una popolazione massima di 4,5 milioni di abitanti, ha come compito il decentramento della popolazione dagli agglomerati urbani alle campagne e si affianca naturalmente ai piani di utilizzazione economica di tutto il suolo nazionale. Attualmente 1.240.000 ab. (pari al 61% della popolazione) vivono in centri di oltre 20.000 ab. Di questi, cinque sono superiori a 50.000 ab., e in essi vive il 40% della popolazione totale.

L'insediamento rurale più caratteristico è costituito dalle fattorie collettive, disseminate nelle zone aride e incolte e perfino nel deserto del Negev, laddove giunge l'irrigazione. Queste libere comunità di agricoltori chiamate kibbutzim (kibbutz = gruppo, collettività) sono le pattuglie di punta della colonizzazione del paese e le loro sedi sono dotate di scuole, ritrovi culturali, biblioteche, infermerie, ecc. La popolazione dei kibbutzim può variare fra i 300 e i 1500 ab.; uguali sono i diritti e i doveri di ognuno e la proprietà privata è abolita. Oltre che nei kibbutzim la popolazione agricola vive in comunità organizzate secondo principî collettivistici più moderati, mentre nelle regioni di più antica immigrazione, specie nella fascia costiera settentrionale, vige la proprietà privata, anche grande.

Condizioni economiche. - Alla base dell'economia israeliana è l'agricoltura, al cui sviluppo tendono tutti gli sforzi del governo, per mezzo di organizzazioni che presiedono alla distribuzione delle terre fra le comunità agricole, al loro finanziamento, alla meccanizzazione, ecc. Ma in un paese povero di precipitazioni e per metà desertico, qual è Israele, l'agricoltura dipende essenzialmente dalle possibilità dell'irrigazione. Le stime sul potenziale idrico del paese sono assai varie, ma possono calcolarsi da 2.100 a 3.000 milioni di m3 annui. Lo sfruttamento delle falde freatiche (pozzi) ha consentito di irrigare vaste aree nelle zone di Acri, 'Atlit, Hadera, Petah-Tiqvah, Rehovoth e Migdal Gad. Un imponente piano per lo sfruttamento delle acque del Giordano è inoltre in corso di attuazione ed ha per scopo di convogliare le acque agli aridi suoli della Giudea meridionale e del Negev. Al Negev, già dal 1955, giungono attraverso un acquedotto le acque del Yarkon. Nuove terre coltivabili sono state tratte anche dal prosciugamento del Lago Hule, lungo l'alto corso del Giordano. In complesso le aree coltivate sommavano nel 1958 a 383.000 ha (comprese le colture arborescenti), pari al 19% della superficie territoriale: di esse 110.000 ha erano irrigati. Le principali colture delle aree non irrigue sono quelle cerealicole, e in modo particolare il frumento (59.000 ha e 800.000 q nel 1958), l'orzo (60.000 ha e 850.000 q) e il mais, oltre al tabacco, ai meloni e all'olivo. Nelle aree irrigue si coltivano invece principalmente la vite (14.500 ha e 110.000 hl di vino), gli agrumi (3.480.000 q nel 1958 fra arance e mandarini), le arachidi, il cotone, il lino, la barbabietola da zucchero (queste ultime quattro colture sono state introdotte dopo il 1948 e fra esse l'arachide costituisce un'importante voce delle esportazioni, grazie alla qualità pregiata). L'irrigazione ha anche consentito la creazione di prati artificiali e l'incremento dell'allevamento bovino (120.000 capi nel 1958), condotto con metodi razionali. La produzione di latte e latticinî è in continuo aumento. Una certa importanza conservano anche gli ovini e i caprini (rispettivamente 120.000 e 140.000 capi), mentre un notevole incremento hanno conosciuto la pollicoltura e l'apicoltura. Nell'insieme lo sviluppo delle risorse agricole del paese dal 1948 al 1958 è stato notevolissimo e il valore globale della produzione è pressocché triplicato. Oltre a rifornire il mercato interno, l'agricoltura israeliana è in grado di esportare alcuni prodotti e in primo luogo gli agrumi delle fertili piane mediterranee.

Assai scarse sono le risorse del sottosuolo. Mancano anzitutto i combustibili, sia solidi sia liquidi: tuttavia il petrolio è stato scoperto nel 1955 a Heletz, nel Negev settentrionale, di dove un oleodotto conduce il minerale ad Ashkelon. L'interruzione dell'oleodotto iracheno, ad opera del boicottaggio arabo, ha privato la grande raffineria di Haifā della maggior parte dei suoi rifornimenti. A ciò si è tentato di rimediare con la costruzione di un nuovo oleodotto provvisorio fra Eilat (sul golfo di ‛Aqaba) e ‛Ashdod Yam, sulla costa mediterranea. Nel luglio 1960 questo primo oleodotto è stato interamente sostituito con uno nuovo, del diametro di 50 cm, capace di convogliare 3 milioni di t annue. L'impianto, che corre attraverso il Negev toccando Beersheba e Ashdod e di qui lungo la costa fino a Haifā, dovrebbe veder raddoppiata la sua capacità entro alcuni anni. Poiché l'attuale fabbisogno interno di petrolio è di circa 1,5 milioni di t annue, il Paese potrà esportare notevoli contingenti del minerale, che sarà interamente raffinato a Haifā. È evidente che, oltre a rimediare alla dannosissima interruzione degli oleodotti iracheni, la nuova grandiosa opera mira a creare un'alternativa ai traffici petroliferi attraverso il Canale di Suez.

Nella Galilea settentrionale, a Ramim-Massara, è stato recentemente rinvenuto un giacimento di minerali di ferro, che alimenta ora un impianto siderurgico presso Acri, mentre un giacimento cuprifero è coltivato nel Negev, a N di Eilat (10.000 t annue di rame). Bromo, potassa e magnesio si estraggono dalle acque del Mar Morto e sono lavorati sulle sponde occidentali (110.000 t di potassa nel 1958). Depositi di fosfati sono sfruttati nel Negev settentrionale (200.000 t annue). Gli impianti energetici sono per ora unicamente di natura termica ed hanno prodotto nel 1958 1.320.000 kWh (considerando la sola energia erogata a scopi elettrocommerciali). Le attività industriali riguardano principalmente il cotonificio (Haifā), il lanificio (Haifā e Tel Avīv), l'industria chimica e farmaceutica (Petah-Tiqvah), la manifattura dei tabacchi (Haifā, Gerusalemme, Tel Avīv), la carta (Hadera), il calzaturificio (Gerusalemme). L'industria siderurgica è presente, come si è accennato, ad Acri, quella automobilistica (montaggio di vetture e autocarri su licenza straniera) ha la sua sede ad Haifā, mentre i pneumatici sono forniti dagli impianti di Petah-Tiqvah e Hadera. Il cementificio ha le sue sedi principali a Haifā, Ramleh e Hartuv, presso Gerusalemme. Altre industrie riguardano la produzione di generi alimentari, di apparecchiature elettro e radiotecniche, il taglio dei diamanti, ecc. I problemi principali dell'industria israeliana consistono nella dipendenza dall'estero per le materie prime, nel costo elevato della manodopera, nella scarsità dei capitali e nel difficile sbocco dei prodotti al difuori del limitato mercato interno (il boicottaggio dei finitimi paesi arabi è anche in questo campo assai fastidioso); a questi problemi ovviano gli sforzi che il governo compie con la formulazione di piani organici, con l'incoraggiamento degli investimenti stranieri, con opportune disposizioni doganali e tributarie.

Finanze. - La posizione valutaria del paese nei confronti dell'estero ha avuto un andamento costantemente negativo per tutti gli anni trascorsi. Ma il ritmo delle importazioni ha potuto essere mantenuto per il largo concorso degli aiuti americani, per gli apporti delle comunità ebraiche nel mondo, per i versamenti di riparazioni da parte della Germania (v. oltre). Le riserve valutarie del paese si sono mantenute pressoché stabili negli ultimi anni, dopo l'avvallamento registratosi nel triennio 1952-54.

I più forti impulsi inflazionistici si sono originati nel settore pubblico, che è stato impegnato dapprima nell'esecuzione delle opere di difesa e di riarmo e quindi nel potenziamento delle industrie locali, che all'infuori del credito statale e dei capitali esteri non possiedono praticamente altri mezzi di sussistenza. Inoltre, il problema di fornire un'adeguata sistemazione agli immigrati ha richiesto l'intervento finanziario dello stato, specialmente nel campo dell'edilizia.

La Banca di Israele ha iniziato in pieno la sua funzione di banca centrale nel dicembre 1954, assorbendo le attività della banca Leumi, alla quale era riservato precedentemente il privilegio dell'emissione dei biglietti e che deteneva la gran parte delle riserve di cassa delle altre banche commerciali.

L'unità monetaria è la sterlina israeliana, che ha un contenuto aureo di gr. 0,493706 di oro fino. Il cambio di parità con il dollaro U.S.A., dichiarato al FMI nel marzo 1957, è di 1,80 sterline israeliane e si applica alla gran parte delle transazioni con l'estero. Gli esportatori beneficiano di un premio nella misura del valore aggiunto dei prodotti industriali esportati (valore uguale alla differenza fra i ricavi di esportazioni e i relativi costi valutarî). I premî variano a seconda del tipo di valuta introitata e della destinazione delle merci. Per le principali categorie di prodotti essi ammontano a 0,85 sterline israeliane per dollaro. Anche i ricavi delle partite invisibili beneficiano di premî e privilegi. Dal marzo 1959 i turisti ricevono un premio del 20% per la conversione di valute estere, il che equivale a un cambio di 2,16 sterline per dollaro.

Comunicazioni. - Efficiente e in continuo sviluppo è la rete delle comunicazioni interne, specialmente stradali (3.100 km, di cui 2.520 asfaltati, nel 1958, contro 428 km di ferrovie). La nuova strada camionabile Beersheba-Eilat (affiancata all'oleodotto) è l'ultima importante realizzazione in questo campo. La mancanza di rapporti coi paesi confinanti ha fatto sì che il nuovo stato si rivolgesse con particolare interesse alle comunicazioni marittime e ha determinato la formazione di una efficiente marina mercantile. Questa contava, nel 1958, 36 navi per un tonnellaggio complessivo di 210.000 t. Porto principale è Haifā Sul golfo di ‛Aqaba, Eilat è divenuto importante porto per le comunicazioni con l'Oriente (esportazione di rame, fosfati, potassa; importazione di petrolio). L'aviazione civile israeliana conta servizî regolari fra Lydda (che è il massimo aeroporto del paese) e le principali capitali d'Europa, oltreché con Nairobi, Johannesburg e, dal dicembre 1957, con New York.

Ordinamento. - Lo Stato d'I. non ha una costituzione scritta: ne farà le veci il complesso delle "leggi fondamentali" che verranno emanate di volta in volta. La prima di queste, la Legge dello Knesset (parlamento) fu approvata nel febbraio 1958. Sono in vigore tuttavia una serie di leggi ordinarie relative a varie questioni costituzionali, quali l'Ordinanza giudiziaria e amministrativa (1948), la legge elettorale parlamentare (1955), la legge relativa all'elezione e alle funzioni del Presidente della repubblica (1951), la legge sull'indipendenza della magistratura (1953), la legge sull'istruzione obbligatoria (1949) e quella per l'istruzione statale (1953). A questo stesso tipo di legislazione costituzionale appartengono la Legge del Ritorno (1950), che dichiara aperto lo Stato d'Israele all'immigrazione degli Ebrei di qualsiasi provenienza, la legge sulle nazionalità (1952), e la legge che sancisce la completa parità di diritti delle donne (1951).

Il parlamento, o Knesset, è a camera unica e conta 120 membri. Viene eletto ogni quattro anni a scrutinio segreto e a suffragio universale diretto, col sistema della rappresentanza proporzionale.

Le autorità locali sono di tre specie: corporazioni municipali, consigli locali e consigli regionali; stato giuridico, poteri e funzioni sono stabiliti statutariamente. I consigli regionali sono istituiti nelle aree agricole e ad essi fan capo tutti gli stabilimenti agricoli situati nella zona sotto la loro giurisdizione. Tutte le autorità locali sono elette in carica per quattro anni, ed esercitano il loro potere essenzialmente per mezzo di provvedimenti legislativi approvati dal mimstero dell'Interno. I loro fondi provengono dalle tasse imposte con l'approvazione dello stesso ministero.

Gli affari religiosi sono sotto la soprintendenza di un ministero speciale, con dipartimenti particolari per le comunità cristiane, musulmane e druse. Gli affari religiosi di ciascuna comunità rimangono tuttavia sotto il pieno controllo delle autorità ecclesiastiche interessate: i rabbini capi sefardita e ashkenazita per gli ebrei, i capi delle varie comunità per i cristiani, i cadì per i musulmani. I drusi furono ufficialmente riconosciuti nel 1957 come comunità religiosa autonoma.

Il sabato e le festività religiose ebraiche sono osservati come giorni di riposo negli uffici pubblici. È tuttavia pienamente garantito il libero esercizio delle altre fedi, come pure l'osservanza, da parte dei rispettivi aderenti, dei proprî giorni di riposo e delle proprie festività religiose.

Il sistema scolastico d'I. è sotto la direzione del ministero dell'Istruzione, e comprende gli asili infantili e le scuole primarie, secondarie e tecniche. L'università ebraica, fondata nel 1925, è un centro indipendente di istruzione e ricerche superiori. Una legge approvata dallo Knesset il 12 settembre 1949 stabilisce l'istruzione gratuita e obbligatoria per tutti i giovani dai 5 ai 14 anni di età; la legge sull'istruzione statale, dell'agosto 1953, ha istituito un sistema scolastico elementare unificato sotto il controllo dello stato, con provvedimenti particolari per speciali scuole religiose. Nelle città esistono molte scuole private; e altre mantenute dalle municipalità o amministrate da cooperative o commissioni di insegnanti. Ci sono poi scuole private mantenute da fondazioni religiose ebraiche, cristiane e musulmane, e altresì da società private.

Nel campo dell'istruzione superiore si ricordano, oltre all'Università ebraica di Gerusalemme (facoltà di lettere e filosofia, scienze sociali, giurisprudenza, scienze, medicina e agricoltura): l'Istituto di tecnologia di Haifā, cui è affiliata una scuola tecnica superiore; l'Istituto scientifico Weizmann di Rehovoth (chimica, fisica e biologia); la Scuola di giurisprudenza e di scienze economiche di Tel Avīv; l'Università di Tel Avīv; l'Università Bar-Ilan, religiosa, di Ramat Gan (studî ebraici, scienze naturali, scienze sociali, filologia).

L'Ordinanza giudiziaria e amministrativa del 1948, la prima legge approvata dal Consiglio Provvisorio dello Stato, confermava per lo stato d'Israele le norme giudiziarie vigenti in Palestina al 14 maggio 1948, a meno di loro incompatibilità con l'Ordinanza o con le altre leggi emanate dal parlamento israeliano, e con le modifiche richieste dall'istituzione dello stato e degli organi statali. La pena di morte è stata abolita nel 1954, tranne nei casi di attività a favore dei nazisti e nei casi di alto tradimento.

Il diritto vigente deriva da tre diverse fonti: il diritto ottomano, il diritto inglese e il diritto introdotto dalla legislazione palestinese che, del resto, è in gran parte modellato sul diritto inglese.

I tribunali rabbinici della comunità ebraica hanno giurisdizione esclusiva in materia di matrimonî e divorzî, regolamento dei rapporti fra coniugi e in qualche altro caso. Una simile giurisdizione è prevista per i tribunali delle comunità cristiana e musulmana. Nel caso che una determinata azione interessi persone appartenenti a comunità religiose diverse, la Corte suprema stabilisce quale sia il tribunale competente a giudicare.

Una legge dell'8 settembre 1949 stabilisce il servizio militare obbligatorio con una ferma di 2 anni e mezzo per gli uomini fra i 18 e i 26 anni e di 2 anni per gli uomini fra i 27 e i 29 anni; le donne nubili fra i 18 e i 26 anni prestano servizio militare per un periodo di 2 anni. Il servizio militare comporta anche un periodo di addestramento ai lavori agricoli.

Storia. - La politica estera israeliana, dal 1948, si dichiara intesa alla pace mondiale, al regolamento pacifico dei rapporti con i vicini arabi, al rispetto dei diritti dell'uomo, alla libertà dei rapporti con le diverse comunità ebraiche nel mondo. Israele si è allineato generalmente con la maggioranza delle nazioni democratiche, ma cercando di attuare una politica indipendente così detta di "non identificazione". Relazioni molto strette sono state mantenute con gli S.U.A., i quali, specialmente durante l'amministrazione Truman, hanno prestato un valido aiuto ad I. con sovvenzioni, prestiti e assistenza tecnica. Relazioni amichevoli sono intrattenute con l'Europa occidentale e il Commonwealth, mentre le relazioni diplomatiche con l'URSS, già buone, furono rotte dall'11 febbraio 1953 al 21 luglio 1953, per la questione dei medici ebrei processati dal governo sovietico. In seguito ad un viaggio del ministro degli Affari esteri israeliano, nel 1953, si sono venute sviluppando le relazioni con i paesi dell'America del Sud. Scarse sono, invece, le relazioni con i paesi asiatici. Santa Sede e Spagna non hanno riconosciuto lo stato d'Israele. Particolari relazioni si sono avute con la Germania occidentale: il 16 gennaio 1951 il governo d'I. ha rimesso alle quattro Potenze occupanti la Germania una nota identica chiedendo che la Germania fosse tenuta a liquidare allo stato d'I. i risarcimenti dovuti agli Ebrei o ai loro eredi per i danni ad essi arrecati dalla Germania hitleriana, che furono precisati, con altra nota del 12 marzo 1951, in oltre 6 milioni di morti ed oltre 6 miliardi di dollari di spogliazioni. Il 5 dicembre 1951 il cancelliere Adenauer si dichiarò disposto a trattare. I negoziati, avviati nel gennaio 1952, condussero alla conclusione di un accordo, firmato il 10 settembre, a Lussemburgo, in virtù del quale la Germania si impegnava a versare 100 milioni di dollari a Israele. Nonostante la minaccia degli stati arabi di boicottare i prodotti tedeschi, il trattato venne ratificato il 20 marzo 1953 dal Bundestag. I rapporti con gli stati arabi, anche dopo gli accordi di armistizio sopra menzionati, rimasero molto tesi. Nel 1951 I. sottomise al Consiglio di Sicurezza la questione dell'ingerenza dell'Egitto sul movimento delle navi da e per Israele e, il 1° settembre, il Consiglio di Sicurezza decise che le parti belligeranti, in virtù dell'armistizio, non potevano esercitare il diritto di visita né perquisizioni né confische e si dichiarò contro le restrizioni imposte dall'Egitto alla navigazione sul Canale a danno di Israele. Non avendo il governo egiziano ottemperato all'invito delle N. U., il 27 gennaio 1954 I. chiese al Consiglio di Sicurezza la condanna dell'Egitto per la violazione della delibera del Consiglio del 1951 e per la violazione dell'armistizio e delle norme del diritto internazionale. Continui sono gli incidenti di frontiera, tanto che I., determinatasi la tensione anglo-franco-egiziana per il canale di Suez, il 29 ottobre 1956 procedette all'occupazione militare della penisola del Sinai fino al Canale, occupazione (v. suez,. in questa App.) che non fu mantenuta, avendo Israele ottenuto la libertà di navigazione per le navi nel golfo di ‛Aqaba e la sicurezza della fontiera nel territorio di Gaza, sottoposto a controllo internazionale. Successivamente, nel dicembre 1958, il Segretario Generale delle N. U. tentò un riavvicinamento tra il governo d'I. e la R.A.U., ma gli incidenti continuarono, come le proteste alle N. U., da parte d'I., sia per il sequestro del carico israeliano di navi attraversanti il canale di Suez, sia per la violazione, da parte egiziana, della convenzione del 1888 sul Canale.

Con la Giordania, dopo l'armistizio, esiste uno stato di guerriglia quasi continuo che né il Consiglio di Sicurezza né la Commissione mista di armistizio sono riusciti a sedare. Con la Siria dura dal 1953 una seria controversia per il canale, progettato da Israele, dal Giordano al lago di Tiberiade. Opponendosi il governo siriano, la questione fu portata al Consiglio di Sicurezza; ma in seguito al veto posto dall'URSS la questione restò insoluta e i lavori furono sospesi. I rapporti con la Siria sono rimasti sempre tesi e il 3 novembre 1954 Faris al-Khoury dichiarò solennemente di fronte al parlamento che è dovere dei popoli arabi prepararsi per riprendere la guerra contro Israele. Vedi tav. f. t.

Bibl.: S. G. Smith, The boundaries and population problems of Israel, in Geography, XXXVII (1952), pp. 152-65; R. Bachi, La population juive de l'État d'Israël, in Population, VII (1952), pp. 405-52; M. Bianchini, La distribuzione attuale della popolazione in Israele, in Bollettino della Società geografica, 1954, pp. 368-99; Ben Gurion, Rebirth and destiny of Israel, New York 1954; A. Chouraqui, L'État d'Israël, Parigi 1955; Israel and the United Nations, New York 1956; L. Jarach, Il problema dei profughi palestinesi, in L'Universo, XXXVI (1956), pp. 115-26; M. H. Bernstein, The politics of Israel, Princeton University 1957; D. Warriner, Land reform and development in the Middle East, Londra 1957; H. Halperin, Changing patterns in Israel agriculture, Londra 1957; Laws of the State of Israel, trad. inglese autorizzata, Gerusalemme 1958 segg.; The Arabas in Israel, Gerusalemme 1958; B. Fontalirand, Problèmes de croissance en Israël, in Annales de géographie, LXIX (1960), pp. 267-87; Jehuda Karmon, Zur Wirtschaftsgeographie Israels, in Zeitsch. für Wirtschaftsgeographie, IV (1960), pp. 65-74, cartine; e inoltre il Government Yearbook del governo israeliano, annuale dal 1951.

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