Falkland, Isole

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(ingl. F. Islands; sp. Islas Malvinas) Gruppo insulare dell’Oceano Atlantico (12.173 km2 con 3000 ab. nel 2005), che sorge sulla stessa piattaforma continentale della Patagonia a E dello Stretto di Magellano, dal cui imbocco di levante dista 500 km. Costituiscono una colonia britannica rivendicata dall’Argentina; capoluogo Stanley (2115 ab. nel 2006). Il gruppo è formato da due isole maggiori ( F. Occidentale o Gran Malvina e F. Orientale o Soledad) separate dal F. Sound, e da circa 200 isolotti e scogli; esso è costituito in prevalenza da un basamento di gneiss ricoperto da scisti. Vi prevalgono piani ondulati qua e là da creste di quarzite bianca (la maggiore elevazione è il Monte Adam, 700 m). Frequenti sono le paludi e le torbiere. Le coste si presentano intagliate da baie profonde e ramificate, che offrono ottimi ripari alle navi. Il clima è temperato-fresco; forti venti freddi spazzano le isole e impediscono la presenza di vegetazione arborea. Un fitto tappeto di graminacee, di muschi e di licheni copre il suolo, con qualche arbusto sparso. La fauna è molto povera e presenta analogia con quella della Patagonia; le coste sono abitate da immensi stormi di uccelli acquatici.

La scarsa popolazione, quasi tutta di origine britannica, è dedita all’allevamento (soprattutto ovino) e alla pesca. L’unità monetaria è la sterlina.

Più volte avvistate, a partire dal 16° sec., le F. furono visitate per la prima volta nel 1690 dall’inglese J. Strong che le intitolò a Lord Falkland, allora tesoriere della marina britannica. I primi coloni, stabilitisi sulle isole nel 1764, erano francesi e le ribattezzarono Malouines; nel 1766 le isole, cedute dalla Francia alla Spagna, ricevevano il nome di Malvinas. Un insediamento britannico dello stesso anno veniva ritirato nel 1774 e nel 1811 gli stessi Spagnoli abbandonavano le isole. Negli anni successivi le F. rimasero disabitate, salvo la presenza temporanea di gruppi di pescatori, ma, dopo l’indipendenza argentina (1816), il governo di Buenos Aires proclamò la propria sovranità su di esse (1820) e avviò un nuovo tentativo di colonizzazione. Gli Argentini furono tuttavia espulsi nel 1831-32, prima da un intervento statunitense poi da una spedizione britannica, e nel 1833 il Regno Unito prendeva formalmente possesso delle isole, proclamate dieci anni dopo colonia della Corona. Nel 1962, Londra le inserì nel Territorio Antartico Britannico, comprendente le Shetland Australi, le Orcadi Australi e la terraferma; parte di questo territorio (incluse le Shetland Australi) è rivendicato anche dal Cile (➔ Antartide).

Nel 1966 iniziarono negoziati fra Regno Unito e Argentina, che non aveva mai smesso di rivendicare al sua sovranità sulle isole. Le trattative si protrassero per oltre 15 anni senza risultati soddisfacenti, finché il 2 aprile 1982 truppe argentine occupavano le isole, che i Britannici riconquistarono già il mese dopo. Dopo la breve guerra, costata 255 morti al Regno Unito e circa 750 all’Argentina, Londra conferì agli abitanti delle isole la piena cittadinanza britannica. Successivamente l'Argentina ha sollevato il tema della rivendicazione delle isole in tutti i maggiori organismi internazionali, raccogliendo in genere ampi consensi soprattutto da parte di altri paesi del sud del mondo, interessati a combattere i residui di colonialismo ancora esistenti. Attraverso un referendum tenutosi nel 2013 gli abitanti delle isole si sono espressi con una schiacciante maggioranza (il 98,8%) a favore del mantenimento del controllo britannico sul territorio. Nel 1985 la Georgia Australe e le Sandwich Australi furono separate amministrativamente dalle F. e trasformate in una dipendenza autonoma del Regno Unito.

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