BUSTROFEDICHE, ISCRIZIONI

Enciclopedia Italiana (1930)

BUSTROFEDICHE, ISCRIZIONI

Gaspare Oliverio

Nelle più arcaiche iscrizioni greche e in quelle della penisola italica (Veneti, Etruschi, Umbri, Osci, Falisci) le lettere vanno da destra a sinistra secondo la direzione della scrittura fenicia da cui quella greca deriva (v. alfabeto). A questa maniera di scrivere segue la bustrofedica (βουστροϕηδόν, alla maniera cioè dei buoi che arano il campo). Tracciata la prima riga d.-s. (oppure s.-d.), la seconda comincia dove termina la prima, procedendo in direzione opposta a questa; la terza comincia dove termina la seconda e procede nella stessa direzione della prima, e così via; le lettere delle singole righe sono rivolte nel senso della direzione di queste, perché in quelle che vanno d.-s. esse conservano la posizione delle lettere fenicie, mentre in quelle che vanno s.-d. assumono la posizione opposta, cioè quella che diventerà poi normale nella scrittura greca e italica (mentre la scrittura etrusca rimane normalmente rivolta d.-s.). Non sempre però è rispettata questa disposizione delle righe. In un'iscrizione di Tera le prime due righe vanno d..s. e s.-d.; la terza non d.-s., come avrebbe dovuto, ma s.-d. e la quarta d.-s. In una di Eleuterna la 1ª va d.-s.; la 2ª e la 3ª s.-d.; la 4ª d.-s.; la 5ª e la 6ª s.-d.; alla stessa maniera che nell'iscrizione marsica del bronzo del lago di Fucino le righe 1ª, 3ª e 4ª vanno s.-d., mentre le righe 2ª e 5ª d.-s. In altre la 1ª riga è la inferiore e va da d.-s. (Samo, Focea), oppure da s.-d. (Creta-Vernegadi). In altre sono rovesciate le lettere della 2a riga (Corinto, Sparta), o della 3a (Nasso). Fra le iscrizioni bustrofediche più note sono parte (fig.1) di quella dei mercenarî di Psammetico in Abū Simbel; quella di Fanodico proconnesio; di Nicandra di Dinodice in Delo; dei nobili milesî sulla via sacra fra Didima e Panormo e nel buleuterio di Mileto; quella dei Ciziceni in onore di Manes; quella del tesoro dei Cnidî in Delfi. E più famosa fra tutte, la grande iscrizione di Gortina, scoperta nell'estate 1884 dal Halbherr presso il villaggio di Hagioi Deka (fig. 2). Si ricordi anche l'iscrizione di Lemno; molte dei Veneti, dei Sabelli e degli Etruschi (fig. 3), e, per un certo rispetto, quella del lapis niger. Alla scrittura bustrofedica succede, dopo aver coesistito con essa nel sec. VI, quella s.-d.; ma la bustrofedica si mantiene per tutto il sec. V nell'isola di Creta.

Bibl.: Larfeld, Griech. Epigraph., Monaco 1914, p. 134.

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