Iniziazione

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L’insieme dei riti e delle cerimonie con i quali si sancisce il passaggio di un individuo o di un gruppo da uno status a un altro. Esempio classico, perché estremamente diffuso, di i. è quello che riguarda il conseguimento della maturità sociale, che presso molti popoli avviene in concomitanza con la pubertà (i. tribale o puberale). In tale occasione i ragazzi (per lo più in modo indipendente i maschi dalle femmine, che spesso ne sono escluse o hanno propri percorsi iniziatici) vengono ammessi a far parte della società adulta, godendo dei diritti connessi a tale status (in particolare quelli relativi al matrimonio, alle attività politiche e religiose).

I riti di i. rappresentano un esempio paradigmatico dei riti di passaggio che, come ha specificato A. Van Gennep (Les rites de passage, 1909) sono suddivisibili in tre fasi distinte: la separazione, in cui l’iniziando viene staccato dalla famiglia o dal gruppo di appartenenza (allontanato, segregato – isolatamente o con altri iniziandi – fuori della casa, dell’abitato, nella foresta o in particolari abitazioni destinate esclusivamente allo scopo); il periodo di margine, in cui avviene la trasformazione dell’individuo, con o senza segni esteriori, come mutilazioni (per es., circoncisione o escissione, estrazione di denti) o tatuaggi, prove varie e istruzioni riguardanti le tradizioni e le norme proprie della comunità di cui entra a far parte: questi riti di trasformazione spesso assumono le forme simboliche di una morte seguita da una rinascita; infine, l’aggregazione alla comunità degli iniziati: il neo-iniziato si sottomette a pratiche purificatorie, osserva il silenzio o il digiuno, spesso assume un nuovo nome. Nella maggior parte dei casi, l’i. ha carattere collettivo, interessando tutti gli individui (di un solo o, più di rado, di ambo i sessi) che abbiano raggiunto l’età ritenuta idonea: così avviene, per es., nei sistemi di classi d’età, in cui tutti gli individui raggruppati in una stessa ‘generazione’, non importa se aventi o no la stessa età anagrafica, affrontano contemporaneamente l’i. che conferisce loro la maturità sociale; è solo a seguito di tale evento che la maturità fisiologica (già raggiunta o magari ancora da venire) viene riconosciuta sul piano culturale.

In senso più ristretto, con i. si può indicare il reclutamento di solo una parte dei membri della collettività in comunità chiuse, quali le società segrete, le confraternite, le sette e gli ordini religiosi ecc. Tali forme di i. possono anche assumere carattere individuale, pur rispettando essenzialmente le fasi dell’i. tribale, e sono diffuse sia tra le società di interesse etnologico (dove, per es., sussistono forme di i. magica, in cui il candidato affronta riti e prove che, sottoponendolo a una morte e una risurrezione simboliche, si crede gli conferiscano particolari poteri) sia tra le società complesse (per es., l’i. buddhista alla classe sacerdotale avviene attraverso un rito di ‘uscita’ – segregazione dall’ambiente profano – e un rito di ‘arrivo’, che sancisce l’aggregazione alla classe sacerdotale). Benché l’i. segni un passaggio che permette l’attribuzione di specifici status, negli ultimi decenni gli studiosi insistono maggiormente sul significato trasformativo dell’i. pensata come un dispositivo creativo e atto a determinare cambiamenti dinamici della personalità con risvolti individuali psico-fisici importanti.

I misteri del mondo classico comportavano sempre riti d’i. per accedervi. In alcuni misteri greci (Eleusi, Samotracia, Andania) e d’ordine orientale si distinguevano due o più gradi iniziatici: in quelli di Mitra i sette gradi iniziatici costituivano una vera gerarchia tra gli iniziati. A parte la i. misterica, nel mondo classico erano anche presenti forme di i. alla società degli adulti (l’efebia greca, l’assunzione della toga virile a Roma). Il carattere rituale del passaggio dall’infanzia all’età adulta si conserva anche in altre società complesse: in India il bambino è considerato come fuori-casta fino alla celebrazione della sua assunzione nella casta cui la sua famiglia appartiene.

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