Berlioz, Hector

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Musicista francese (Côte-St.-André 1803 - Parigi 1869). Iniziati gli studî di medicina a Parigi, li abbandonò quasi subito per dedicarsi alla musica nella scuola di J.-F. Lesueur. Nel 1826 entrò al conservatorio quale alunno regolare. Nel 1829 compose le Otto scene del Faust, la Sinfonia fantastica. Nel 1830 ottenne il Prix de Rome, che non gli diede grandi soddisfazioni: egli non intende né ama Roma, né la musica italiana del tempo; non gusta se non il contatto coi contadini e il paesaggio, che veramente lo esalta e che ritornerà in pagine di Harold e del Cellini. A Parigi, dove rientrò nel 1832, ritrovò un'antica amante, l'attrice H. Smithson, che l'anno dopo sposò. Mediocri i risultati dei primi concerti da lui organizzati; migliori, anche finanziariamente, quelli dell'attività critico-musicale da lui svolta per l'Europe littéraire, la Gazette musicale, il Journal des Débats. Nel 1836 fu incaricato dal ministro dell'Interno di scrivere un Requiem, e la gigantesca opera berlioziana fu composta in soli 3 mesi. Non molto soddisfacente, invece, l'esito del Cellini (1836), che il pubblico dell'Opéra non seppe sostenere durevolmente. Ma il B. si prese una rivincita nel 1839 con il suo Harold. Nacquero poi Roméo et Juliette (uno dei capolavori) e la Symphonie funèbre et triomphale. B. lasciò la moglie e il figlio Luigi per partirsene con una cantante, Maria Recio. Si recò in Germania, ove fu accolto con simpatia da principi e artisti (tra questi, R. Schumann, F. Mendelssohn, R. Wagner). Diresse concerti a Parigi e all'estero, svolse attività di critico musicale, redasse il suo mirabile Trattato di strumentazione, compose - intorno al nucleo delle Otto scene già da lui scritte dal 1829 - la Damnation de Faust (1846). Tra ristrettezze finanziarie e dolori, la malattia e poi (1854) la morte della moglie, B. continuò la sua attività creatrice: il Te Deum, l'oratorio L'Enfance du Christ, il dittico teatrale Les Troyens e l'opera Béatrice et Bénédict. Intorno al 1858 abbandonò l'attività di compositore e di critico musicale, dedicandosi saltuariamente alla direzione di orchestra; di questo periodo sono le Memorie. Nel 1860 aveva perduto la seconda moglie Maria Recio, e nel 1867 il figlio Luigi. Due anni dopo moriva anche lui proprio quando il pubblico cominciava a interessarsi all'opera sua. La meravigliosa fantasia di B. si rivela soprattutto nella concezione dell'orchestra moderna. Tutto quel che sia senso del colore, raffinatezza e novità di impasti, intimità e profondità di afflato poetico, trova in B. le sue origini o almeno le sue indicazioni. Fervido sostenitore della musica "a programma", o "descrittiva" (che svilupperanno F. Liszt e R. Strauss), egli manifesta la sua grandezza specialmente nel genere sinfonico, quantunque anche nel suo teatro non manchino momenti di grande poesia.

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