Pinter, Harold

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Drammaturgo inglese (Londra 1930 - ivi 2008). Scrittore tra i più complessi e originali della sua generazione, P. si formò come attore per poi esordire come autore teatrale. Le sue opere sono basate su situazioni psicologiche che hanno come temi la coesistenza nella medesima persona di violenza e sensibilità, la natura fallibile della memoria, il mistero dell'animo femminile; temi che ritornano con insistenza in molte delle sue opere, in cui l'intreccio è talvolta quasi assente e lo svolgimento è affidato al dialogo, con cui egli sa creare intense atmosfere. Nel 2005 gli è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura. Autore di radiodrammi e copioni televisivi, P. ha lavorato molto anche come sceneggiatore cinematografico.

Vita

Iniziò la carriera come attore radiofonico per i radiodrammi della BBC (fu attivo in compagnie di repertorio con il nome d'arte David Baron), mentre frequentava i corsi della Royal academy of dramatics arts e la Central school of speech and drama a Londra. In seguito abbandonò entrambi gli istituti per unirsi a una compagnia teatrale. Nel 1958 esordì come commediografo in un piccolo teatro londinese con The birthday, ma il lavoro fu stroncato dalla critica. Due anni dopo con The guardian ottenne invece un grande successo e il suo nome iniziò ad affermarsi sulla scena teatrale londinese. Associate director del National Theatre (1973), nel 2007 gli è stato conferito il titolo di cavaliere della Legion d'Onore.

Opere

Esordì come autore con l'atto unico The room (1957), che presenta già molte caratteristiche delle opere successive: una situazione di normalità che gradualmente si trasforma in una condizione di oscura minaccia e di terrore, rappresentata attraverso un dialogo sottile e allusivo in cui il linguaggio quotidiano è usato con rara disinvoltura per creare un'atmosfera inquietante ed enigmatica. In questo «teatro della minaccia» rientrano opere come la commedia The birthday party (1958), l'atto unico The dumb waiter (1960), i radiodrammi A slight ache (1959) e A night out (1960), il copione televisivo Night school (1960). Consacratosi con The caretaker (1960) come il più complesso e originale tra gli autori teatrali inglesi della sua generazione, P. ha elaborato una rappresentazione via via più raffinata dell'ambiguità quotidiana, con opere teatrali (The homecoming, 1965; l'atto unico Silence, 1969; Old times, 1971; No man's land, 1975; Betrayal, 1978), radiodrammi (Landscape, 1968; Family voices, 1981) e testi per la televisione (The dwarfs, 1960, adattamento di un romanzo giovanile pubbl. solo nel 1990; The collection, 1961; The lover, 1963; Tea party, 1965; The basement, 1967; Monologue, 1973). Dopo una serie di atti unici (A kind of Alaska, 1982; Victoria Station, 1982; One for the road, 1984; Mountain language, 1988) spesso segnati da un più esplicito impegno politico, P. è tornato ai temi e alle atmosfere dei suoi drammi maggiori con Moonlight (1993), cui hanno fatto seguito Ashes to ashes (1996); Celebration (1999) e Remembrance of things past (2000). Parallelamente all'attività di commediografo, che lo ha reso una figura di spicco nel panorama del teatro mondiale, P. ha svolto quella di sceneggiatore. Per il cinema, ispirandosi ai suoi autori preferiti, Sergej M. Ejzenštejn, Marcel Carné e Luis Buñuel, ha sviluppato ben presto uno stile personale sia pure all'interno di impostazioni registiche e tipologie filmiche differenti, dimostrandosi un raffinato e abile interprete di opere letterarie e trovando soprattutto in Joseph Losey il regista più affine e vicino alla propria sensibilità artistica. P. è stato anche autore di racconti e poesie (Poems and prose 1949-1977, 1978; ed. ampliata Collected poems and prose, 1986; War, 2003, di ispirazione pacifista) e attore: ha interpretato tra gli altri Mojo (1997; Soho) di J. Butterworth e The tailor of Panama (2001) di J. Boorman. La sua opera è stata in larga parte tradotta e rappresentata in Italia.

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