Rembrandt, Harmenszoon van Rijn

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Rembrandt, Harmenszoon van Rijn

Flaminia Giorgi Rossi

Il pittore amante della luce, delle tenebre e del mistero

Rembrandt, pittore e incisore olandese del 17° secolo, è il ritrattista della dinamica borghesia di Amsterdam. Commercianti, funzionari, ricchi esponenti delle corporazioni e donne di una bellezza florida sono i suoi soggetti preferiti. A questi ritratti alterna dipinti religiosi e mitologici. Le sue composizioni sono ricche e movimentate, costruite soprattutto mediante lo studio della luce e delle ombre

Gli esordi

La formazione pittorica di Rembrandt inizia a Leida – città dove era nato nel 1606 – presso il pittore Jacob van Swanenburgh e si conclude ad Amsterdam nella bottega di Pieter Lastmann, due artisti la cui cultura è legata alla tradizione italiana, in particolare quella del secondo, reduce da un lungo soggiorno in Italia dove aveva in particolare ammirato e studiato la pittura di Caravaggio.

Così Rembrandt nei primi dipinti, soprattutto a soggetto religioso, mostra uno stile simile a quello giunto in Olanda attraverso i seguaci di Caravaggio, con effetti di luce violenti ed espressioni concitate dei personaggi. Presto, però, si stacca da questa maniera pittorica, alla ricerca di un suo stile personale, in cui le forme prendono luce e corpo emergendo lentamente da suggestive ombre avvolgenti.

Ritratto discreto della borghesia in ascesa

Nel 1631 il pittore si stabilisce ad Amsterdam, una città a quel tempo in piena ascesa sociale, economica e urbanistica. Entra in contatto con il mercante d’arte Hendrick van Uylenburgh, che ha fondato nella città olandese una sorta di accademia, e presto diventa il personaggio di spicco di questo luogo in cui si vendono quadri, si insegna pittura e si restaurano opere d’arte.

Per farsi conoscere nella cerchia dei ricchi collezionisti Rembrandt si dedica prevalentemente al ritratto, e nel giro di cinque anni ottiene clamorosi successi. Posano per lui commercianti, funzionari della Compagnia delle Indie Orientali o giovani borghesi alla moda, che ambiscono a essere resi illustri. Il pittore li ritrae con immediatezza, esaltandone gli status symbols, ossia quegli accessori che rendono evidente lo stato sociale del personaggio. A casa di van Uylenburgh conosce una ragazza di vent’anni nipote del mercante, Saskia, che sposa nel 1634. Per Rembrandt, figlio di un mugnaio, questo matrimonio è un’affermazione sociale, ed è anche l’inizio di un’affettuosa storia d’amore, come dimostrano i numerosi ritratti che il pittore dedica alla sua compagna (per esempio, Saskia in veste di Flora, Ritratto di Rembrandt e Saskia).

I ritratti di gruppo

Nel 1632 per la gilda (corporazione) dei chirurghi di Amsterdam dipinge la Lezione di anatomia del dottor Tulp, in ricordo di una lezione tenuta sulla fisiologia del braccio del cadavere di un giustiziato. Sette personaggi, con gorgiera bianca, sono attenti alle spiegazioni dell’anatomista. Il dipinto è un successo incredibile per l’artista ventiseienne. Con questo ritratto collettivo Rembrandt compie un passo decisivo e innovativo: una contaminazione fra generi, ossia fra un quadro di storia – come la celebrazione di un avvenimento – e un ritratto di personaggi. Nel 1642 Rembrandt dipinge per la gilda degli archibugieri un nuovo ritratto di gruppo, La guardia civica in marcia, noto come La ronda di notte, titolo settecentesco dovuto all’effetto di scurimento dei colori. Nell’affrontare il grande dipinto, Rembrandt non esegue una lunga serie di ritratti, come facevano tutti, ma offre uno spaccato realistico di vita cittadina del Seicento. La scena, percorsa da un moto continuo, è illuminata da una luce fatta non per schiarire ma per rendere tutto più dinamico e misterioso.

La perdita di tre figli e della moglie nel giro di pochi anni e il fallimento finanziario, dichiarato nel 1656, preludono al declino della fama dell’artista, ma la sua produzione artistica resta di altissimo livello fino alla fine dei suoi giorni, sopraggiunta nel 1669.

Un maestro dell’incisione

Rembrandt non è stato solo un grandissimo pittore, ma anche un abilissimo incisore di cui restano circa un migliaio di fogli. Innovatore anche in questa tecnica, egli mette a punto una personale ‘maniera nera’ che consiste nell’infittirsi del tratto e delle linee, provocando effetti di chiaroscuro. Inoltre perfeziona i procedimenti dell’acquaforte, studiando a fondo la composizione chimica e i tempi di reazione degli acidi e introducendo interventi a puntasecca (l’incisione fatta direttamente sulla lastra).

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