Kureishi, Hanif

Enciclopedia on line

Scrittore (n. Bromley 1954), di padre pakistano e madre britannica. Acutamente ricettivo rispetto alle esperienze urbane di multiculturalismo e aperto ai sincretismi e alle contaminazioni, è uno degli autori più interessanti della modernità. I suoi romanzi, in cui sono affrontati temi quali l'emarginazione delle minoranze e le complesse relazioni che si intrecciano nelle nuove società multietniche, gettano uno sguardo lieve e ironico eppure estremamente analitico sulle contraddizioni e sulle complesse dinamiche della contemporaneità; tra di essi occorre citare The Buddha of suburbia (1990; trad. it. 1990) e il più recenteThe mother (2003; trad. it. 2004).

Vita e opere

Ha compiuto gli studi nel King's College di Londra scontrandosi precocemente con i pregiudizi razziali. Attratto dal teatro, che negli anni della sua formazione era rappresentato da J. Osborne, J. Orton e H. Pinter, ha esordito nel 1980 con le commedie Mother country e The king and me, ottenendo immediato consenso. Ancora più lusinghiera l'accoglienza riservata alle successive Outskirts e Borderline, entrambe del 1981, vivida rappresentazione delle condizioni di vita degli immigrati pakistani in Inghilterra. In Birds of passage (1983) il tema dell'emarginazione abbraccia le minoranze in generale, i giovani tossicodipendenti, gli omosessuali o i cittadini britannici impoveriti e declassati dalla diffusa disoccupazione degli anni Ottanta. Ma il successo pieno è arrivato dal cinema con le sceneggiature My beautiful laundrette (1986; trad. it. 1994) e Sammy and Rosie get laid (1988; trad. it. 1994), scritte per gli omonimi film di S. Frears. Seguì il già citato primo romanzo, The Buddha of suburbia, poi sceneggiato per la televisione, in cui K. esamina i complessi rapporti tra etnie diverse, offrendo, tra l'altro, un ironico quadro dell'infatuazione dell'Occidente per le religioni orientali. Al mondo dei tossicodipendenti è dedicato il primo film scritto e anche diretto da K., London kills me (1991; trad. it. della sceneggiatura 1993). Il secondo romanzo, The black album (1995; trad. it. 1995), approfondisce, alla luce del caso dello scrittore S. Rushdie, che K. difese pubblicamente, il tema del fondamentalismo islamico, visto da un'angolazione insolita che porta a conclusioni diverse da quelle di una generica e schematica condanna. Tra le altre opere: Love in a blue time (1997; già apparso in trad. it. nel 1996), raccolta di dieci racconti, uno dei quali sceneggiato da K. per il regista anglo-pakistano U. Prasad (My son the fanatic, 1997); il libro illustrato per l'infanzia Ladybirds for lunch (1997; trad. it. 1997); Intimacy (1998; trad. it. 1998), romanzo breve sui rapporti tra individuo e famiglia, da cui è stato tratto l'omonimo film diretto da P. Chéreau (2000); Midnight all day (1999; trad. it. 2000), brillante excursus romanzesco nella società inglese del 20º sec.; Gabriel's gift (2001; trad. it. 2001), storia di un adolescente che trova in sé stesso, e nel proprio talento artistico, le risorse per contrapporsi alla crisi del mondo degli adulti;Sleep with me (1999); la raccolta di racconti, saggi brevi e frammenti di diario Dreaming and scheming: reflections on writing and politics (2002; trad. it. Otto braccia per abbracciarti, 2002); il summenzionato The mother, da cui R. Michell ha tratto l'omonimo film presentato al festival di Cannes (2003); l'autobiografia My ear at his heart (2004; trad. it. 2004); Something to tell you (2008; trad. it. 2008); The decline of the West (2009; trad. it. 2010); Collected stories (2010; trad. it. 2011); The last word (2013; trad. it. 2013); A theft: my con man (2014; trad. it. Un furto. Come il mio consulente finanziario mi ha truffato, 2015); Love + hate. Stories and essays (2015; trad. it. 2018); The Nothing (2017; trad. it. Uno zero, 2017); il testo teatrale The spank (2020; trad. it. 2021).

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