HALOS

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

HALOS (῎Αλος, "Αλος)

G. Gualandi

Città della Acaia Ftiotide, situata su di un contrafforte del monte Othrys, il cui territorio comprendeva nel II sec. a. C. la zona tra Tebe Ftiotide e il confine dei Maliesi (Strab., ix, 433). Dista dalla costa circa 2 km, ma fu sempre considerata città marinara e durante le guerre persiane era il porto principale dei Tessali (Herod., vii, 173, 197).

Il nome deriva secondo gli antichi da ἀλᾶσϑαι (Steph. Byz., s. v.; Etym. M., 70, 8), giustificando in tal modo la primitiva forma ῎Αλος, che è da collegare, invece, con una fonte d'acqua salata ai piedi dell'acropoli.

Fondata secondo Esiodo da Aloeus (Rzach, frg. 9) o secondo Stefano Bizantino da Atamante, è ricordata nel catalogo omerico delle navi di Achille (Il., ii, 682). La più antica città era circondata da mura ciclopiche di due metri di spessore ed era in una posizione elevata e facilmente difendibile.

Le necropoli protogeometriche scoperte a H. vanno datate all'inizio dell'Età del Ferro, cioè al IX sec. a. C. e rivelano contatti coll'ultimo periodo miceneo. In una necropoli si ha il rito dell'inumazione con vasellame decorato a semicerchi, triangoli, cerchi concentrici; in un'altra, con incinerati, la decorazione della ceramica è più sviluppata e compaiono fibule in bronzo in forma di losanga e di navicella.

Come città autonoma, benché appartenente alla lega tessala, coniò tra il 400 e il 344 a. C., monete, che hanno sul dritto la testa barbata di Zeus Laphỳstios, venerato anche in un santuario con sacrifici umani per ottenere la pioggia. Essendosi ribellata alla potenza macedone, fu esclusa dalla pace di Filocrate (346 a. C.) da Filippo di Macedonia e fu distrutta completamente (Demosth., xix, 36). H. tuttavia risorse in un luogo meno impervio anche se lontana dal mare per la presenza forse di paludi: fu costruita ai piedi del monte Othrys, accanto al fiume Amfriso. La cinta delle mura in opus quadratum dello spessore di m 2,70 con torri quadrate comprendeva anche il porto. La nuova H. si liberò probabilmente dal dominio di Farsalo a cui era stata assegnata da Filippo, e appartenne a una lega indipendente dell'Acaia, com'è dimostrato dalla coniazione autonoma, tra il 300 e il 200, di monete che mantengono i caratteri locali della città e recano la scritta AX (= ᾿Αχαιῶν). Artemide Panachàia era d'altronde venerata nel santuario principale della nuova Halos.

Presso H. fu rinvenuto nel 1929 un notevole tesoro, il cui seppellimento avvenne verso il 100 a. C., come è documentato dalle monete presenti assieme agli altri oggetti d'oro e d'argento, ora dispersi in varî musei. Risalenti alla metà del IV sec. sono un medaglione d'oro con busto di Afrodite a rilievo, un'armilla e orecchini d'oro. Del III sec. è invece un piccolo reliquiario con una facciata di un tempio in antis.

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