GWALIOR

Enciclopedia Italiana (1933)

GWALIOR (A. T., 93-94)

Elio MIGLIORINI
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Importante città indiana, capoluogo d'uno stato indigeno, posta presso le ultime colline settentrionali del Deccan e al limite occidentale della pianura gangetica, 208 m. s. m. Essa è costituita di tre parti distinte, a nord la città antica, al centro, su una collina di arenaria tutta intaccata dall'erosione, la cittadella fortificata, a sud-ovest la città moderna (Lashkar "l'accampamento"), sorta a partire dal 1810 sul luogo d'un accampamento mobile; conta 48 mila ab., per la massima parte Indù. L'edificio più importante è il vecchio palazzo del maharaja, che serve ora all'amministrazione. L'attuale dinastia è stata fondata nel 1784. La parte antica della città (Old Gwalior) conserva invece l'aspetto del tempo del Gran Mogol, al cui regno Gwalior appartenne dal 1526 al 1761. Questa parte conta ora 16 mila abitanti. Infine la collina fortificata, intermedia tra queste due parti, alta 90 m. sulla pianura, lunga 3 km. e larga da 200 a 850 m., con pareti rese più ripide artificialmente, alberga molti edifici d'interesse artistico (palazzi, templi, ecc.); le costruzioni più notevoli sono del tempo di Mān Singh (1486-1518). Nella parte orientale della collina sono scolpite statue alte 17 m. Il possesso del luogo è stato contrastato in ogni epoca per la sua posizione centrale e dominante.

Lo stato di Gwalior ha una superficie di 68.262 km. e una popolazione di 3.186.075 ab. (47 per kmq.), per tre quarti Indù. Esso dipende direttamente (dal 1921) dal governatore generale dell'India. Predomina la casta dei Maratti. Il suolo, collinoso e montuoso, coltivato a cereali e a cotone, ha qualche giacimento di ferro.

Monumenti. - La città antica si stende a piè di un castello costruito su un colle, alto circa 100 m. e lungo 3 chilometri, assai pittoresco coi suoi numerosi palazzi e templi, cui si accede per una rampa chiusa da sei portali. Il tempio più antico è il Telī Mandir, dei secoli X e XI, dedicato originariamente a Visnu e coperto d'un tetto piatto che ricorda l'architettura dravidica dell'India meridionale. Al secolo XI appartengono i due templi Sāsbāhu. Il maggiore, eretto secondo un'iscrizione nel 1093, ha ai quattro lati portici a due piani che racchiudono l'ambiente centrale quadrato sormontato da un tetto a piramide poggiante su quattro robusti pilastri. Pilastri e pareti sono ricoperti d'una vivace e densa decorazione plastica, e il basamento reca edicole con immagini di divinità. L'edificio più importante del castello è il palazzo, fatto costruire dal raja Mān Singh negli ultimi decennî del secolo XV. Di struttura rettangolare, ha i lati sud ed est alti e lisci, senza finestre, interrotti da torri rotonde e animati da fregi di piastrelle di ceramica smaltata e dipinta con fiori ed animali. Le stanze, piccole, congiunte da strette scale, si raggruppano intorno a un grande cortile e a due altri di più modeste dimensioni. Il medesimo architetto costrusse anche l'attiguo Gūjarī Mahal per la regina favorita di Mān Singh, con belle sculture e alcune splendide finestre. Tra i palazzi costruiti in epoche posteriori citiamo quello del figlio, raja Vikramaditya; il Kirtti Mandir (1516), con una sala quadrata coperta d'un soffitto a costoloni e riquadri e alcuni palazzi del Gran Mogol del secolo XVII. Figure colossali sono, qua e là, scolpite sulle pareti rocciose sotto il castello del sec. XV. A E. della città vecchia, il mausoleo di Muhammad Ghauth al-‛Alam (dopo il 1562), con pianta quadrata e cupola schiacciata, s'innalza su una piattaforma circondata da una parete di pietra traforata, rafforzata agli angoli da padiglioni a tre piani. Nella città vecchia, notevole la moschea giāmi‛ (principale), costruita in arenaria gialla (1665).

Bibl.: H. H. Cole, Agra and Gwalior, Girula 1895; O. Reuther, in Wasmuths Lexikon der Baukunst, II, Berlino 1930.