Courbet, Gustave

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Pittore (Ornans, Franca Contea, 1819 - La Tour-de-Peilz, Vaud, 1877). Figlio di un agiato possidente, C. si recò a Parigi nel 1839 seguendo la sua inclinazione artistica e si formò, al di fuori delle istituzioni, attraverso lo studio soprattutto della tradizione seicentesca spagnola e olandese. Dal 1847 C. allargò i suoi interessi a contatto con Baudelaire, Proudhon, Champfleury, stagliandosi sullo sfondo del complesso e contraddittorio mondo culturale sociale e politico della Parigi del tempo, fino ad assumere il ruolo di campione di un realismo che voleva essere superamento di ogni poetica volta a mediare, condizionare o orientare il rapporto con la realtà, di un realismo che, accanto al riconoscimento dell'oggettività del mondo esterno, valorizzava anche la sensibilità soggettiva e non ricusava la tradizione artistica, considerandola mezzo di formazione di un proprio linguaggio. L'arte di C. si presenta ricca di valori e fermenti, più di quanto faccia supporre una lettura che tenda a privilegiare le tematiche sociali di alcune sue opere. Dal 1841 C. affrontò il giudizio del Salon; dal 1844 alcune sue opere furono accettate e, nel 1849, il Dopo pranzo a Ornans (Lilla, Mus. des beaux-arts), laureato con un diploma d'onore, gli permise di partecipare ai successivi Salons senza il vaglio della giuria. Da quel momento le sue opere s'imposero nel controverso giudizio della critica e del pubblico, oggetto di entusiasmi e di scherni: presentò nel 1850 il Seppellimento a Ornans (1849; Parigi, Mus. d'Orsay), Gli spaccapietre (Dresda, Gemäldegal., distrutto nel 1945), nel 1852 Le signorine del villaggio (New York, Metropolitan Mus.), nel 1853 la Filatrice addormentata (Montpellier, Mus. Fabre), Le bagnanti (ibid.). Nel 1855 contrappose all'ufficialità dell'Esposizione universale, nella quale esponeva, tra l'altro, L'incontro (Montpellier, Mus. Fabre) e Le vagliatrici di grano (Nantes, Mus. des beaux-arts), una sua propria mostra personale, significativamente intitolata "Du réalisme": 40 quadri accompagnati da un breve scritto programmatico e dal catalogo che si apriva con L'atelier del pittore, allegoria reale determinante una fase di sette anni della mia vita artistica (Parigi, Mus. d'Orsay). Nel 1857, accanto a Les demoiselles des bords de la Senne (Parigi, Mus. du Petit Palais), fortemente attaccate, presentò dei soggetti di caccia che anche negli anni successivi furono apprezzati dalla critica. Nel Salon del 1865 presentò il significativo Ritratto di P. -J. Proudhon nel 1853 (Parigi, Mus. du Petit Palais) e nel 1867, di nuovo, accanto all'Esposizione universale, organizzò una sua personale con oltre cento opere. Pur al centro della scena artistica parigina, C. ottenne con la sua opera (ritratti, nudi, paesaggi) maggiori successi nelle città di provincia e all'estero, a Bruxelles e soprattutto a Francoforte (1858) e a Monaco, dove soggiornò nel 1869. Coerentemente con le sue idee e la sua indole ribelle e sanguigna, C. rifiutò onorificenze da Napoleone III e partecipò attivamente alla Comune, subendo prigione ed esilio per essere stato membro della commissione che aveva decretato la distruzione della Colonna Vendôme.

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