GUINEA

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Guinea

Albertina Migliaccio ed Emma Ansovini
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Geografia umana ed economica

di Albertina Migliaccio

Stato dell'Africa occidentale. Nel 2005 le stime demografiche attribuivano al Paese 9.402.000 ab. e di questi il 40% viveva al di sotto della soglia di povertà. La crescita demografica è sempre molto elevata e viene solo in parte compensata dalle emigrazioni, per lo più orientate verso la Costa d'Avorio e il Senegal. La modesta speranza di vita alla nascita (una delle più basse del mondo), l'elevata mortalità infantile, l'alta incidenza di analfabeti e, in genere, la misera condizione sociale della popolazione pongono la G. ai livelli più bassi nella graduatoria dello sviluppo umano (160° posto della graduatoria ISU del 2006). Le organizzazioni sanitarie internazionali classificano il Paese ad alto rischio sanitario: alle numerose malattie endemiche si è aggiunto l'AIDS, che nel 2003 ha causato, secondo stime delle stesse organizzazioni, circa 9000 decessi. La poverissima economia ha pesantemente risentito delle conseguenze dell'afflusso di un imprecisato numero di rifugiati, in fuga dalla guerra che alla fine del 20° sec. ha sconvolto la Liberia e la Sierra Leone. Ne sono conseguite situazioni di gravissimo disagio con tensioni sociali al limite della sollevazione. Questa situazione di persistente insicurezza ha minato la fiducia degli investitori internazionali e le poche industrie estere presenti sul territorio hanno rimpatriato i tecnici. Nel 2002 il Fondo monetario internazionale ha sospeso gli aiuti economici dopo aver rilevato delle inadempienze nella individuazione delle priorità per lo sviluppo. Nel 2004 il Paese ha visto incrementarsi la crescita economica grazie, soprattutto, all'aumento dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali. L'agricoltura occupa ancora oltre i tre quarti della forza lavoro e contribuisce per circa un quarto alla formazione del PIL; il settore industriale, nonostante l'abbondanza delle risorse minerarie, stenta a decollare a causa della mancanza di manodopera specializzata e del pessimo stato delle infrastrutture i quali provocano un notevole innalzamento dei costi di produzione.

Storia

di Emma Ansovini

Una successione di regimi autoritari e le incertezze di uno sviluppo economico esclusivamente fondato sullo sfruttamento delle risorse minerarie, avevano caratterizzato la G. dal momento dell'indipendenza. Per quanto segnato da questo contesto negativo, il Paese aveva comunque goduto di una relativa stabilità politica. Nei primi anni del 21° sec. anche questa condizione sembrava però mostrare segnali di crisi: circondata da Paesi come la Sierra Leone, la Liberia e la Costa d'Avorio, che avevano attraversato un lungo periodo di profondi e violenti rivolgimenti politici, la G. cominciava infatti a evidenziare un quadro di instabilità crescente proprio quando le nazioni confinanti sembravano avviate a un ritorno alla normalità. Gli elementi di crisi provenivano da fattori endogeni, ma erano soprattutto il frutto del prolungato coinvolgimento della G. nei conflitti dell'area. Il territorio guineano aveva costituito la base di alcuni movimenti armati impegnati nelle guerre civili della Liberia e della Sierra Leone e aveva accolto centinaia di migliaia di profughi provenienti da quegli stessi Paesi. La presenza dei gruppi armati aveva esposto prima le popolazioni delle zone di frontiera alla continua minaccia di rappresaglie da parte degli eserciti degli Stati limitrofi e successivamente, con il ridursi delle ostilità, aveva rappresentato un elemento autonomo di instabilità. Si trattava infatti di eserciti mercenari privi di una rete unificata di comando e spesso difficili da controllare. In questo contesto si inserivano gli scontri tra l'esercito della G. e gruppi armati nei pressi del confine con la Sierra Leone e la Liberia durante gli ultimi mesi del 2000. I profughi si erano inoltre fermati in prossimità dei confini senza mezzi di sostentamento e senza prospettive di inserimento in attesa di un assai problematico ritorno ai loro Paesi di origine. A questa situazione di crisi era chiamato a far fronte un regime autoritario, che dietro la facciata del multipartitismo introdotto nel 1992, rimaneva nella sostanza una dittatura militare. Infatti, il presidente della Repubblica L. Conté aveva sempre mantenuto un controllo completo del Paese, limitando la libertà di stampa, perseguitando gli avversari politici, utilizzando accuse di tentativi di insurrezione e di tradimento per eliminare gli oppositori, mentre procedeva a periodici rimaneggiamenti della compagine governativa per garantirsi l'assoluta fedeltà dei suoi componenti. La sua conferma alla Presidenza nel 2003 con il 93,6% dei suffragi, dopo l'approvazione di una modifica costituzionale (2001) che gli consentiva di candidarsi per la terza volta, seguiva la vittoria del suo partito, il Parti de l'Unité et du Progrès (PUP), nelle consultazioni legislative rinviate di circa due anni e svoltesi nel giugno 2002. La regolarità delle due prove fu duramente contestata dalle opposizioni, che nei primi mesi del 2006, in coincidenza con il ricovero di Conté in Svizzera per gravi motivi di salute, avviarono per la prima volta l'elaborazione di un programma comune.

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