Tòderi, Grazia

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Artista italiana (n. Padova 1963). Tra gli esponenti della videoarte in Italia, è autrice di video realizzati con la camera fissa su un oggetto, nei quali le emozioni nello spettatore sono suscitate dalla sensazione di espansione dello spazio e del tempo verso l'infinito (Nontiscordardime, 1993), e di video legati all'ambiente circostante o nei quali la suggestione è affidata agli effetti del contrasto cromatico della luce (Scala nera, 2006; Rosso, 2007). Più volte presente alla biennale di Venezia (1993, 1999), ha ricevuto il Leone d'oro per la migliore partecipazione nazionale (1999).

Vita opere

Ha studiato all'Accademia di belle arti di Bologna, dedicandosi prevalentemente alla fotografia. Trasferitasi a Milano nel 1992, ha scelto il video come mezzo espressivo e si è imposta all'attenzione della critica già nel 1993 esponendo nella sezione Aperto '93 della Biennale di Venezia il video Nontiscordardime, una piantina sottoposta all'implacabile getto dell'acqua di una doccia, inquadrata da una telecamera fissa. Oggetti e situazioni apparentemente insignificanti caratterizzano i suoi primi video nei quali spazi e tempi circoscritti riescono a espandersi verso l'infinito nei ritmi lenti, nella ciclicità delle azioni, e microcosmi quotidiani e banali divengono metafora di concetti quali aggressività, fragilità, resistenza, determinazione: Mia testa, mio cuore (1993); Zuppa dell'eternità e luce improvvisa (1994); Autoritratto con problemi, problemi (1995); Caldo (1995); Nata nel '63 (1996). Per una sua mostra personale al castello di Rivoli nel 1998 ha creato video più complessi, strettamente legati all'ambiente che li ha ospitati: L'atrio; I gemelli dei castelli, il tempo capovolto; I gemelli dei castelli, il tempo ritardato. Nella stessa mostra ha presentato anche Il decollo (1998), immagine notturna di uno stadio illuminato da fasci di luci intermittenti: il ruotare all'infinito dell'immagine vista dall'alto e il rumore della folla che si avvicina e si allontana contribuiscono alla scansione lenta del tempo e dello spazio, alla sensazione di un distacco dalla realtà quotidiana per una dimensione diversa, intima e allo stesso tempo distante. Nel 1999 ha contribuito con i suoi video alla realizzazione dello spettacolo, ispirato all'opera di P. P. Pasolini, Il fiore delle mille e una notte della Compagnia Virgilio Sieni danza, presentato nei Teatri comunali di Ferrara e di Modena e allo Hebbel Theater di Berlino. Nel 2000 ha partecipato alla mostra L'assenza invadente del divino (Roma, Castel Sant'Angelo) con una installazione e il video Il volo dell'Angelo. Tra le altre opere successive vanno ricordate: Mirabilia Urbis (2001); Empire (2002); Rendez-vous (2005); Rosso Babele (2006).

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