Sangallo, Giuliano da

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Architetto (Firenze 1443 o 1452 - ivi 1516), fratello di Antonio il Vecchio. Iniziò l'attività probabilmente al seguito del padre come maestro di legname. Giovanissimo fu comunque allievo del Francione, un ingegnere militare con cui collaborò alla realizzazione di opere di fortificazione e al cui seguito visitò forse Roma nel 1465, anno a cui egli stesso faceva risalire un celebre taccuino di studî e rilievi di architettura antica (Siena, Bibl. comunale; varî e ulteriori disegni compongono anche un'analoga raccolta nella Bibl. apostolica vaticana, mentre altri ancora sono conservati a Firenze presso gli Uffizi, a Vienna, ecc.). A partire dagli anni Settanta, tornato a Firenze, sfruttò l'esperienza romana realizzando il cortile del palazzo di B. Scala in Borgo Pinti (1472-97, ora inglobato nel palazzo della Gherardesca), dove impiegò un sistema all'antica di archi inquadrati dall'ordine architettonico, arricchito da rilievi decorativi. A questo fece seguito la Villa Medici a Poggio a Caiano (iniziata nel 1480 su un edificio preesistente e successivamente rimaneggiata) per Lorenzo il Magnifico: una delle prime realizzazioni su larga scala del tipo di villa umanistica alla maniera degli antichi. Un volume squadrato, contraddistinto da una razionale disposizione simmetrica degli ambienti interni, caratterizza la villa che risulta impostata su una sorta di piattaforma-terrazza con arcate, allusiva a un criptoportico romano, con la facciata segnata nell'ingresso principale da una loggia ionica sormontata da un ampio frontone. Sempre da Lorenzo il Magnifico, G. da S. ottenne l'incarico di realizzare la chiesa di S. Maria delle Carceri a Prato (1484 circa): una pianta centrale a croce greca, con i bracci della croce voltati a botte e una cupola su pennacchi, definiscono un tipo di chiesa mutuata, nell'interno, dal modello fiorentino della cappella de' Pazzi di Brunelleschi. Ancora ai modi tradizionali di Brunelleschi sono ispirati il chiostro con ordine ionico di S. Maria Maddalena dei Pazzi (1479-92) e la sagrestia ottagonale di S. Spirito (1489-95), eseguita in collaborazione con il Cronaca, con cui lavorò anche nel non finito e poi alterato palazzo Gondi (1490-1501) e in palazzo Strozzi (modello ligneo, 1498). La morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 e le difficoltà successive dei Medici gli fecero venire a mancare un'autorevole committenza che, tuttavia, sostituì con quella del cardinale Giuliano Della Rovere che gli commissionò il palazzo Della Rovere a Savona (1494 circa) portandolo con sé anche in Francia (1494-96). Con l'elezione del cardinale Della Rovere a papa col nome di Giulio II (1503), G. da S. venne a Roma (studî su S. Pietro dal 1505, ecc.) fiducioso di ricevere importanti incarichi che invece furono, con sua grande delusione, affidati a Bramante. Tornato a Firenze, vi rimase fino all'elezione a papa di Leone X Medici (1513) per il quale, di nuovo a Roma, fu capomastro della fabbrica di S. Pietro insieme a Raffaello e Fra Giocondo (dal gennaio del 1514 al luglio del 1515) ma con scarso successo per i suoi progetti per la basilica. Le concezioni rinascimentali di G. da S. in tema di architettura civile emergono dai significativi disegni lasciati per imponenti edifici che non vennero realizzati: la residenza reale per Ferdinando I di Napoli (1488); il palazzo suburbano per Lorenzo il Magnifico a Firenze (1490 circa); il palazzo papale per Leone X su piazza Navona a Roma (1513). Tra i suoi ultimi progetti vanno ricordati anche quelli per il concorso della facciata di S. Lorenzo a Firenze. Figura emblematica della riscoperta e dello studio dell'architettura all'antica G. da S. fu anche, grazie pure all'attivo contributo del fratello Antonio da S. il Vecchio, tra i più innovativi ingegneri militari del Rinascimento (fortezze di Poggio Imperiale, 1495-1513; di Arezzo, 1502-03; di Borgo San Sepolcro, 1502-05; di Pisa 1509-12).

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