QUINZIO, Giovanni

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

QUINZIO, Giovanni

Francesco Franco

QUINZIO, Giovanni. – «Gio Batta Angelo Quinzio», di professione pittore, nacque a Genova il 1° settembre 1832 da Giuseppe e da Maria Teresa Corsiglia (Genova, Archivio storico del Comune di Genova, d’ora in avanti ASCG, Leve militari del 1832).

Nel censimento della popolazione di Genova del 1871, dove è registrata tutta la famiglia, Giovanni Quinzio, pittore, nato nel 1832, viene riportato invece come «figlio di Antonio» e coniugato con Maria Ridella (ASCG, Censimento).

Che il padre di Giovanni si chiamasse Antonio è confermato anche in un certificato di nascita del figlio Tullio Salvatore, dove è nominata anche la madre, Maria Ridella (Zignaigo, 1976-77, p. 296), la quale, nel censimento sopracitato, risulta infatti sposata con Giovanni Quinzio.

Fu allievo di Giuseppe Isola all’Accademia ligustica di Genova e in seguito ottenne la stessa cattedra di pittura del suo maestro, attraverso la quale, secondo la critica attuale, portò un moderato spirito innovativo, in parte derivante dalla pittura verista italiana (Sborgi, 1987b, pp. 407 s.). Nel 1852 partecipò alla III Esposizione della Società promotrice di belle arti di Genova, come risulta dal relativo catalogo.

Nel 1856 nacque suo figlio Antonio Orazio e due anni dopo, nel 1858, Tullio Salvatore, i quali, prima di lavorare anche autonomamente, furono suoi allievi e collaboratori (Zignaigo, 1976-77, p. 296; Sborgi, 1988a, p. 139; 1988c, p. 136). Nel 1860 nacque il terzo figlio, Gaetano (ASCG, Censimento).

Lo stesso anno Giovanni partecipò alla X Esposizione della Società promotrice di belle arti di Genova, come risulta dal relativo catalogo. Nel 1861, nella chiesa di Nostra Signora Assunta a Rivarolo, nel catino sopra l’altare maggiore, affrescò un’Annunciazione (sulla quale dovette reintervenire per ravvivarne i colori nel 1906, quando era ormai anziano, ma ancora attivo; Rocchiero, 1981, p. 140).

Nel 1863 prese parte alla XII Esposizione della Società promotrice di belle arti di Genova e nello stesso anno alla XXII Esposizione della Società promotrice di belle arti di Torino, come risulta dal relativo catalogo.

Nel 1864 nacque un altro figlio, Angelo (ASCG, Censimento).

Nel 1868 portò a termine il sipario per il teatro Sivori di Finale Ligure, nel quale raffigurò Camillo Sivori che viene accompagnato dalla Gloria verso il tempio dei grandi artisti (recentemente restaurato, è uno dei pochi sipari storici conservati in Liguria; Menardi Noguera, 2008, pp. 76 s.).

Negli anni Settanta il pittore, la moglie e i loro quattro figli maschi abitavano nel sestiere della Maddalena e precisamente in via della Maddalena 25, al quinto piano, nell’appartamento 7 (ASCG, Censimento).

Nel 1871 eseguì una copia del Trittico di s. Erasmo di Perin del Vaga per l’oratorio di S. Erasmo a Quinto al Mare, dato che l’originale venne venduto in quella data all’Accademia ligustica di Genova (la copia è risultata molto utile per il restauro del trittico originale, effettuato nel 1982; Calcagno, 1978, pp. 107, 142 s.; Rotondi Terminiello, 1982, pp. n. nn., tav. 28).

Nella prima metà degli anni Settanta eseguì vari affreschi nella chiesa di Nostra Signora della Consolazione, a Genova. Sulla volta antistante alla cappella di S. Vincenzo realizzò la Predicazione di s. Vincenzo martire, mentre sulla volta posta davanti alla cappella di S. Rita eseguì il Transito e gloria di s. Luigi Gonzaga (dei due affreschi si conservano i bozzetti preparatori nel Museo dell’Accademia ligustica di Genova; Sborgi, 1983, pp. 71 s.; 1988b, p. 136).

Il primo bozzetto rivela una grande attenzione alla resa dei particolari, nei panneggi e perfino nei volti, molto più che nell’opera finale, come ha notato la critica (ibid.); al contrario, nel secondo bozzetto vengono tralasciati totalmente i dettagli della composizione e appaiono tracciati con grande sintesi solamente i ritmi delle linee e i volumi dei personaggi.

Nella stessa chiesa, fra i molti affreschi che realizzò si ricordano il Transito di s. Nicola nella volta della cappella di S. Nicola da Tolentino, la Fuga in Egitto nella volta adiacente alla cappella dell’Immacolata e S. Agostino in gloria nella volta della cappella di S. Tommaso di Villanova (Boggero, 1977, pp. 16, 18). Probabilmente nella prima metà degli anni Ottanta, insieme al figlio Tullio Salvatore, rientrato da un soggiorno romano, affrescò la basilica dell’Immacolata di via Assarotti a Genova (Olcese Spingardi, 2005, p. 134).

Nel 1886 iniziò ad affrescare la volta della navata della chiesa di S. Michele di Pagana, terminata entro il 1891 (Zignaigo, 1976-77, p. 316; Olcese Spingardi, 2005, p. 134).

Da contratto era previsto che dovesse concordare lo stile e i temi con il prevosto della chiesa, Gaetano Carlevaro (Acordon, 2005, pp. 42, 45, 53 n. 135).

Il ciclo di affreschi raffigura la Vittoria di s. Michele sul demonio (al centro della volta della navata) e le Storie di Cristo e della Vergine (nella volta del transetto). Nel primo affresco Quinzio ha utilizzato, come in altre occasioni, un linguaggio di derivazione tardobarocca, mirando ad abolire il confine fra lo spazio della rappresentazione pittorica e quello dell’osservatore e ponendo le figure oltre la cornice dipinta, sul punto di precipitare dal cielo sulla terra (cfr. Zignaigo, 1978, p. 9).

La critica ha rintracciato, per via stilistica, la preponderanza nel ciclo della mano del figlio Tullio Salvatore, definendo l’opera come una delle più riuscite dei Quinzio, per gli accentuati contrasti cromatici e per una certa vivacità della composizione che conferiscono un effetto dinamico all’architettura, secondo la tradizione tardobarocca ligure (Acordon, 2005, pp. 45, 53 n. 135).

Il ciclo, deteriorato dall’umidità, venne restaurato da Luigi Bocca di Chiavari fra il 1920 e il 1925 (Olcese Spingardi, 2005, p. 134).

Quinzio lavorò fino a tarda età in varie chiese liguri e morì a Genova il 9 novembre 1918.

Vari acquerelli, soprattutto studi preparatori per affreschi, si trovano presso la Galleria d’arte moderna - GAM di Genova (Giubilei, 2004, pp. 651-653) e altre opere nel Museo dell’Accademia ligustica (Sborgi, 1988b, pp. 136, 254). Molto scarso è il numero di opere vendute sul mercato antiquario delle aste.

Fonti e Bibl.: Genova, Archivio storico del Comune di Genova, Leva militare del 1832; Censimento della popolazione di Genova del 1871, vol. XXI.

Mostra di pittori liguri dell’Ottocento (catal.), a cura di O. Grosso, Genova 1938, p. 76, fig. 25; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, IV, Milano 1973, pp. 2624 s.; F. Sborgi, Pittura e cultura artistica nell’Accademia Ligustica a Genova 1751-1920, Genova 1974, pp. 51, 66 n. 133; C. Zignaigo, Tullio Quinzio pittore, tesi di laurea, Università degli Studi di Genova, a.a. 1976-77 (relatore prof. C. Maltese), pp. 39 s., 81, 216, 296, 316 (con documenti); F. Boggero, Chiesa di Nostra Signora della Consolazione, Genova 1977, pp. 16, 18; L. Calcagno, L’Oratorio di S. Erasmo in Quinto al Mare, Genova 1978, pp. 107, 142 s.; C. Zignaigo, Gli affreschi in S. Michele di Pagana, in Avvenire, edizione domenicale delle diocesi di La Spezia, Genova e Albenga, Genova, 10 settembre 1978, p. 9; V. Rocchiero, Scuole gruppi pittori dell’Ottocento ligure, Roma 1981, pp. 139 s. (con bibliografia); G. Rotondi Terminiello, L’intervento di restauro, in Il polittico di Sant’Erasmo di Perin del Vaga... (catal., Genova), Avegno 1982, pp. n. nn., tav. 28; F. Sborgi, G. Q., in Il museo dell’Accademia Ligustica di Belle arti. La pinacoteca, Avegno 1983, pp. 71 s., 283 s.; Id., G. Q., in La pittura a Genova e in Liguria, II, Dal Seicento al primo Novecento, Genova 1987a, pp. 426 s.; Id., L’Ottocento, ibid., 1987b, pp. 404, 407 s.; Id., Antonio Orazio Quinzio, in Il museo dell’Accademia Ligustica di belle arti. La pinacoteca, a cura di E. Baccheschi, Genova 1988a, p. 139; Id., G. Q., ibid., 1988b, pp. 136, 254; Id., Tullio Salvatore Quinzio, ibid., 1988c, pp. 136 s.; P. Millefiore, Q. G., in La pittura in Italia. L’Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, II, Milano 1991, p. 982; F. Sborgi, La pittura dell’Ottocento in Liguria, ibid., I, Milano 1991, pp. 31, 36; G. Bozzo, Palazzo Spinola Gambaro. Banco di Chiavari e della Riviera Ligure, Genova 2000, p. 114; M.F. Giubilei, Galleria d’arte moderna di Genova. Repertorio generale delle opere, II, Firenze 2004, pp. 651-653; A. Acordon, La chiesa di S. Michele di Pagana nel corso dei secoli, in La chiesa parrocchiale di San Michele di Pagana, a cura di A. Acordon - M. Bolioli, Genova 2005, pp. 42, 44 s., 53 n. 135; C. Olcese Spingardi, G. Q., scheda dell’opera, ibid., pp. 134 s. (con bibliografia e documenti); Dizionario degli artisti liguri..., a cura di G. Beringheli, Genova 2006 (in partic. G. Beringheli, Quinzio Antonino Pietro (Peter), p. 286; Id., Quinzio Antonio Orazio, p. 286; Id., Q. G., pp. 286 s.; Id., Quinzio Tullio Salvatore, p. 287); F. Menardi Noguera, Finale Ligure. «Fra i bisogni più grandemente sentiti...»: il Teatro Sivori, in E lucevan le stelle. La Liguria e i suoi teatri storici, a cura di R. Iovino - M. Musso, Genova 2008, pp. 76 s., 144.

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