GINEVRA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

GINEVRA (Genava)

E. Sollberger

Città capoluogo dell'omonimo cantone svizzero, situata sulle due sponde del Rodano alla sua uscita dal lago omonimo; fondata dagli Allobrogi, ebbe sotto i Romani carattere di piccolo centro fortificato (oppidum), che fu gravemente danneggiato da un incendio ai tempi di Aureliano (270-275 d. C.). Ricostruita con più ampio cerchio di mura, la città si andò sviluppando a partire dal VII sec. e specialmente dal XIV in poi, pur restando entro limiti modesti.

Dall'ambito della città provengono diversi oggetti artistici di età romana, rinvenuti casualmente, oggi conservati al Museo d'Arte e di Storia (v. più avanti). Diamo l'elenco di tali oggetti seguiti dall'anno di rinvenimento: 1) Statuetta in bronzo di Dispater-Sucellus, trovata nel quartiere Saint-Victor (1690). 2) Testa in bronzo proveniente da una statua a grandezza naturale, di Dioniso o Apollo, del I-II sec. d. C., trovata durante lavori di fortificazione (1715). 3) Missorio in argento di Valentiniano II trovato nell'antico letto del fiume Arve (1721). 4) Testa in marmo della dea Tutela, lievemente più grande del vero, trovata nel letto del Rodano (1884). 5) Figurina in piombo rappresentante un negro gladiatore, inginocchiato dietro lo scudo, trovato in località Corsier (1912).

Dal circondario dell'Alta Savoia provengono altri oggetti, conservati nello stesso museo: 1) tesoro di Reignier costituito da monete, due braccialetti in argento, una patera d'argento (gr. 245) con figurazioni di sacrificio rustico e busti di Tutela e di Maia in rilievo sul manico (1776); 2) da Bonneville, statuetta in argento dorato raffigurante la Fortuna (circa 1864); 3) da Lyuad, gruppo di oggetti fra i quali notevoli tre tripodi in bronzo, due dei quali a Parigi, Museo del Louvre (1865); 4) da Chévrier, statuetta in bronzo di Dioniso (1870); 5) da Cruseilles, tesoro n. 1, costituito da un gruppo di monete e da 45 oggetti in argento e in bronzo di ornamento personale, oltre a una chiave in bronzo. Gli oggetti sono stati divisi tra il museo di Ginevra e il museo di Annecy (1875); tesoro n. 2, costituito da un vaso in bronzo contenente quattro anelli d'argento (1883); 6) da Fins d'Annecy, tesoro n. 1, trovato in una sepoltura femminile contenente una statuetta di Venere in terracotta bianca, monete e un vaso con gioielli in argento (1902); tesoro n. 2, rinvenuto sotto una tegola piana, a m 1,70 di profondità: quattro monete di varia epoca (Tiberio, Marco Aurelio, Massimino, Gordiano III), anelli e spilloni in argento, due statuette in argento di una Venere e di un satirisco e infine una patera in argento (gr. 520) con al centro un medaglione con la testa di Apollo Aziaco e l'iscrizione Octavius Caesar (perciò erroneamente interpretata come Ottavio), nel campo piccoli gruppi con motivi relativi al culto di Apollo e l'iscrizione actius; un serpente forma la cornice; al rovescio una corona di petali attorno a un sole fiammeggiante e, graffite, le lettere v. s. c. p. - ii xii. (v. Bibl.).

Museo d'Arte e di Storia. - Il museo dipende dalla amministrazione comunale della città di G., ed è affiancato dalla "Società degli Amici del Museo d'Arte e di Storia" che contribuisce, da più di 6o anni, allo sviluppo delle collezioni.

Le varie collezioni che vi sono sistemate hanno più antica origine, essendo costituite dalla fusione di varî musei autonomi. La sezione archeologica, risale alla metà del XVI sec.; un decreto del 1535 prevede, infatti, l'acquisto da parte del Municipio delle monete trovate nel corso di eventuali lavori, e nel 1656 vengono scoperti alcuni utensili dell'Età del Bronzo. Un primo catalogo manoscritto, redatto nel 1791 dal Senebier, dà informazioni sugli oggetti di "curiosità della Biblioteca Pubblica", primo asilo delle antichità ginevrine, che nel 1818 vengono ufficialmente sistemate nel Museo Accademico (Musée Académique).

Finalmente, per merito di un legato testamentario del ginevrino Ch. Galland, la città di G. poté costruire un edificio, inaugurato nel 1910, che assunse il nome attuale. Vi sono raggruppati, sotto un'unica amministrazione, il Museo Archeologico, il Museo di Belle Arti, il Gabinetto di Numismatica, il Museo Epigrafico, le collezioni d'Armi e Armature, il Museo delle Arti decorative, il Museo d'Orologeria, e il Service du Vieux-Genève. Si aggiunga a questo complesso il Museo Fol, antico museo privato, donato alla città nel 1871, e fra breve il Museo Ariana, che tuttavia rimane nel proprio edificio.

Il museo di G. è, in Svizzera, l'unico a non essere interamente o principalmente consacrato alle antichità locali.

Preistoria. - Il Paleolitico è specialmente rappresentato dalla stazione, politicamente francese, ma scientificamente ginevrina, di Veyrier, che ha dato il primo esemplare noto di incisione figurata magdaleniana, e dagli insediamenti svizzeri di Kesslerloch e di Thayngen. Le serie neolitiche e dell'Età del Bronzo sono molto ricche specie per quanto riguarda le stazioni "lacustri" ginevrine e svizzere. Interessanti arredi funebri provengono da dolmen della Francia meridionale. Citiamo tra il materiale risalente all'Età del Ferro le corazze della civiltà di Hallstatt, trovate a Fillinge (Alta Savoia) e le belle serie di spade e d'utensili della civiltà di La Tène, provenienti dalla stazione omonima. La G. gallica e romana è ben rappresentata da statuette, da utensili, da ceramica sigillata. Notevoli le collezioni burgunde provenienti in massima parte dalla Balme (Alta Savoia).

Antichità classica. - La bella collezione di marmi (Afrodite di Cnido; torso di Achille che sostiene Pentesilea, il resto della scultura a Roma, Museo delle Terme; ecc.) proviene dal vecchio fondo che costituiva il Museo Archeologico, arricchito da nuovi acquisti, da doni e da legati, di cui i più importanti sono il Museo Fol e la Collezione Francesco ed Etienne Duval, costituita a Pietroburgo. Gli antichi vasi (verranno prossimamente pubblicati nel C. V. A.) appartengono anch'essi in gran parte all'antico fondo e al Museo Fol, con un importante contributo della Collezione Revilliod (Museo Ariana). Tutte le epoche e tutti gli stili della ceramica greca vi sono rappresentati. Oltre i marmi e i vasi, citiamo ancora un gruppo di urne cinerarie etrusche e le serie di statuette in terracotta e bronzo. Tra le statuette di terracotta merita particolare menzione la Collezione Candolle, formata a Smirne. Ricordiamo inoltre numerosi interessanti intagli e oreficerie galloromane, iscrizioni romane di G. e frammenti d'architettura.

Egitto. - Abbastanza ben rappresentate le antichità egiziane dal Paleolitico all'epoca copta. Il museo alberga una serie importante di bassorilievi dell'XI dinastia, proveniente dagli scavi eseguiti a Deir el-Baḥrī da E. Naville; ricca la collezione di stoffe copte.

Asia Occidentale. - Collezione piccola, ma molto rappresentativa, di testi cuneiformi e di glittica di ogni epoca; l'essenziale è stato riunito dall'assiriologo ginevrino A. Boissier. Bella serie di stele funebri da Palmira. Statuette in rame provenienti dalla Siria e dal Libano. Bellissima la collezione di ceramiche cipriote costituita nell'ultimo terzo del XIX sec. dal dott. Castan Bey, medico ginevrino residente a Limassol; comprende alcuni pezzi della Collezione Cesnola, ma è soprattutto il prodotto degli scavi eseguiti dallo stesso dott. Castan in varî luoghi dell'isola.

Importante la collezione di pesi monetarî bizantini del Gabinetto di Numismatica.

Bibl.: W. Deonna, Histoire des collections archéologiques de la Ville de Genève, Ginevra 1922; W. Fol, Catalogue descriptif du Musée Fol, I et II (Antiquités) 1872-75; W. Deonna, Catalogue des sculptures antiques, 1923; Musée d'art et d'histoire, Guides illustrés. i. Préhistoire et Protohistoire, 1954; 4. Sculpture antique, 1957; 6. Antiquités orientales, 1958; L. Blondel, Le dévelopment urbain de G. à travers les siècles, Ginevra-Nyon 1946; Genava, revue d'archéologie et d'histoire de l'art, prima serie, I-XXX, 1923-52; nuova serie: I, 1953 e ss. (Per la patera del secondo tesoro di Fins d'Annecy, il cui aspetto non manca di destare perplessità, v. W. Deonna, in Rev. Arch., XL, 1920, p. 125 ss.).

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