GIAMAICA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

GIAMAICA (XVI, p. 949; App. III, 1, p. 750)

Giandomenico Patrizi
Renato Piccinini

La superficie totale è di 10.962 km2. La popolazione, composta per il 76% da negri, per il 15% da mulatti e per il resto da asiatici (indiani, cinesi, libanesi) ed europei (inglesi), ammontava a 1.813.709 abitanti al censimento 1970. Quello del 1960 ne aveva rilevati 1.609.814, per cui nel decennio si è avuto un incremento medio annuo dell'1,3%, notevolmente più basso di quello naturale che ancor oggi supera il 2%, benché sia diminuito sensibilmente, a partire dal 1964, in seguito a un'attiva campagna per la limitazione delle nascite: di fatto, la popolazione giamaicana ricorre tuttora intensamente all'emigrazione, diretta verso gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Canada. Nel 1975, secondo una stima, gli abitanti erano saliti a 2.201.000 (densità 201). La capitale, Kingston, nel 1970 contava 111.789 ab. nella città e 475.518 nella vasta area metropolitana, che comprende anche i centri urbani di Saint Andrew e Port Royal; essa esercita un predominio assoluto nel paese, accentrando, insieme con le funzioni politiche e culturali, la maggior parte di quelle industriali, commerciali e portuali. Tra le altre città ha avuto notevole sviluppo solo Montego Bay (circa 50.000 ab.), sulla costa settentrionale, divenuta grande centro turistico.

Da paese esclusivamente rurale la G. è divenuta uno stato a economia essenzialmente mineraria. L'agricoltura conserva importanza per il fabbisogno interno e concorre ancora all'esportazione, ma in misura modesta. La canna (3,5 milioni di q di zucchero nel 1973) e il banano occupano la maggior parte del suolo coltivato.

La G. è stato il primo produttore mondiale di bauxite dagli ultimi anni Cinquanta al 1972, quando fu superata dall'Australia. La scoperta e la crescente estrazione del minerale hanno modificato la composizione delle esportazioni e gli scambi con l'estero. Tre società statunitensi e una canadese estraggono la bauxite (15,2 milioni di t nel 1974), che in parte è avviata come tale negli Stati Uniti e nel Canada e in parte trasformata in allumina (a Kirkvine, a Ewarton, a Nain e presso Clarendon), pure esportata nei due grandi paesi nordamericani. La produzione di allumina è stata di 1,7 milioni di t nel 1970.

Nel 1972 la potenza installata era di 500.000 kW e l'energia prodotta di 1980 milioni di kWh.

Oltre agl'impianti per la produzione di allumina, la G. possiede zuccherifici, distillerie di rum, altre fabbriche alimentari, un cementificio, una raffineria di petrolio. La maggior agglomerazione industriale è sorta, opportunamente pianificata, nell'area metropolitana di Kingston, a O della città.

Nonostante l'aumento delle vendite di bauxite e allumina, che formano metà delle esportazioni, la bilancia commerciale permane nettamente passiva per la forte importazione di manufatti di consumo e strumentali. Sono aumentati i rapporti con gli Stati Uniti e diminuiti quelli con la Gran Bretagna, che però resta un grosso acquirente di zucchero; notevoli sono gli scambi con il Canada e, limitatamente all'importazione di petrolio, con il Venezuela.

Il numero dei turisti cresce rapidamente (480.000 nel 1972).

La G. dispone di vari porti (tra i quali predomina nettamente quello di Kingston), di due aeroporti internazionali (Kingston-Palisadoes e Montego Bay), di 4300 km di strade e di 400 km di ferrovie. Nel 1969 circolavano 90.000 autoveicoli.

Bibl.: H. Blume, Die Westindischen Inseln, Braunschweig 1968; L. A. Eyre, Geographic aspects of population dynamics in Jamaica, Boca Raton 1972; G. Lasserre, Les Amériques du Centre, Parigi 1974.

Storia. - Già colonia britannica, la G. divenne stato indipendente il 6 agosto 1962 nell'ambito del Commonwealth; fa parte dell'ONU e dell'OAS (Organizzazione degli Stati Americani). Capo dello stato è il sovrano del Regno Unito, rappresentato da un governatore generale; il potere esecutivo è devoluto al Consiglio dei ministri, presieduto da un primo ministro responsabile dinanzi alle assemblee legislative. Le prime elezioni dopo l'indipendenza (21 febbraio 1967) hanno portato al governo il Jamaica Labour Party dell'anziano uomo politico Sir Alexander Bustamante. La situazione economica dell'isola è sensibilmente peggiorata da quando (1965) la Gran Bretagna ha chiuso l'immigrazione ai Giamaicani, provocando l'aumento della disoccupazione nonostante l'incremento delle industrie e del turismo. Le elezioni del 2 febbraio 1972 hanno registrato la sconfitta del partito laburista e la vittoria del partito nazionale del popolo, il cui capo, M. Manley, divenne primo ministro. Il nuovo governo, oltre a combattere con energia i disagi socio-economici, ha svolto una politica nettamente nazionalistica, contraria al capitale statunitense, il quale è accusato di sfruttare le fonti di ricchezza giamaicane.

Bibl.: M. Manning Carley, Jamaica, New York 1963; E. Williams, The History of the Caribbeans 1492-1960, Toubridge (G.B.), 1970; E. De Kadt, Patterns of foreign influence in the Caribbean, Londra 1972.

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