Giacarta

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(o Jakarta) Città dell’Indonesia (10.516.927  ab. nel 2017), capitale dello Stato, situata nel NO dell’isola di Giava, sulla costa del Mar di Giava. Il clima è di tipo tropicale caldo-umido, con temperatura media annua di 26-27 °C e piogge annuali intorno ai 1800 mm.

Fu fondata, col nome di Batavia, nel 1619 da J.P. Coen, governatore olandese delle Molucche, sul luogo di una precedente Jakarta («fortezza gloriosa») capitale dell’omonimo principato musulmano, da lui distrutto; capoluogo della colonia, ne divenne durante il 17° sec. principale fortezza contro i ribelli indigeni e porto commerciale fiorentissimo. Nel 1699 un terremoto la rese inabitabile e fu temporaneamente sostituita, nella funzione di capoluogo, dalla vicina Weltevreden; nonostante gravi epidemie di malaria che decimarono la popolazione bianca e indigena nel 18° sec., rinacque a nuova, maggiore floridezza nel 19° sec., dopo l’occupazione inglese del 1811-16. Occupata dai Giapponesi nel corso della Seconda guerra mondiale (marzo 1942), fu da essi ceduta alle truppe indonesiane di Sukarno prima dello sbarco alleato dell’ottobre 1945 e restituita ai Paesi Bassi; nel marzo 1948 fu fatta sede del governo della Repubblica Indonesiana, di cui è divenuta, dal 1949, la capitale. Nel 1950 fu ripreso l’antico nome di Djakarta, trasformato nel 1972 in Jakarta.

La città è divisa idealmente in una parte nuova con aspetto prevalentemente occidentale, e in una parte vecchia con quartieri di fisionomia giavanese, araba e cinese (a ovest). È circondata da kampong, borgate indigene che conservano caratteri tradizionali e in parte rurali e che testimoniano l’afflusso di cospicui gruppi di immigrati da ogni parte di Giava e anche da altre isole indonesiane. Tale afflusso è stato determinante nella vertiginosa crescita demografica di G., i cui abitanti si sono pressoché quadruplicati nei primi 35 anni d’indipendenza del paese. Massimo centro industriale, commerciale, finanziario e culturale dell’Indonesia, G. è anche la più grande metropoli di tutta l’Asia di Sud-est. Il porto Tangerang, a NE della città, costruito alla fine del 19° secolo, è il più attivo del paese. G. è servita da una linea ferroviaria che attraversa longitudinalmente Giava e collega le principali città dell’isola. Dispone di due aeroporti: quello di Kemajoran, cui ormai fanno capo solo le linee interne, e (dal 1985) quello di Cengkareng, a O dell’agglomerato, riservato al traffico internazionale. A G. ha sede l’Università di Indonesia (oltre a 10 università private) e un interessantissimo museo archeologico-etnologico.

Nella parte più antica della città, che conserva il quartiere olandese con i suoi canali e ponti levatoi, si innalzavano le vecchie fortificazioni e ai quartieri di fisionomia giavanese, si associano emergenze architettoniche quali la Porta Amsterdam (1671), il forte del 17° sec., la chiesa cristiana Gerja Sion (1695), il tempio cinese Dharma Jaya (1650), l’Orto Botanico (1830), la Grande Moschea edificata nel 20° sec. e considerata la più grande di tutta l’Asia. Nella zona nuova emerge il palazzo delle Libertà, attuale residenza del capo dello Stato.

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