Genova

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Genova

Margherita Zizi

Gloriosa città marinara

Dominante e superba sono i due epiteti con i quali è conosciuta Genova, città marinara che ebbe il suo periodo di massimo splendore tra il 15° e il 16° secolo. L’appellativo di superba le deriva da Petrarca, che così scrive: «Una città regale, addossata a una collina alpestre, superba per gli uomini e per le mura, il cui solo aspetto la indica regina del mare». Il porto resta ancora oggi uno dei più importanti del Mediterraneo e una delle principali risorse economiche della città. Negli ultimi anni Genova ha conosciuto una notevole rinascita urbanistica e culturale, iniziata con le celebrazioni per i cinquecento anni dalla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo e culminata nel 2004 con le manifestazioni per Genova capitale europea

Origini e nascita del libero Comune

Fondata dai Liguri, sotto i Romani Genua divenne un grande emporio marittimo e un importante snodo del traffico grazie alla costruzione di due vie, la Postumia (148 a.C.) e la Æmilia Scauri (109 a.C.). A lungo sotto i Bizantini, nel 642 fu conquistata dal re longobardo Rotari; successivamente, nel 10° secolo d.C., dovette fronteggiare numerose incursioni arabe. Dopo la dissoluzione dell’Impero carolingio passò nelle mani dei marchesi Obertenghi, ma nel 1056 i marchesi rinunciarono alla giurisdizione sulla città che divenne autonoma. Le compagne, antiche compagnie commerciali di rione, nell’11° secolo si unirono in un unico organismo con funzioni amministrative e militari dando vita a un libero comune.

La rivalità con Pisa e con Venezia

Genova cominciò ad affermarsi come potenza navale e commerciale intorno all’11° secolo, e si trovò ben presto a contendere l’egemonia sul mare a Pisa e Venezia. Il duello con Pisa si incentrava sul controllo politico e commerciale della Sardegna, della Corsica e della Sicilia. La lotta per la Sardegna durò sino al 13° secolo con alterne vicende, ma nel 1288 i Pisani dovettero accettare una pace estremamente svantaggiosa. Anche in Corsica i Genovesi riuscirono ad affermare il loro predominio, e dopo il 1284 divennero praticamente padroni di tutta l’isola. Alla fine del 13° secolo Genova strapperà ai Pisani anche il controllo politico ed economico della Sicilia. La resa dei conti finale tra Genova e Pisa si ebbe nel 1284, nella battaglia della Meloria, la più grande battaglia navale del Medioevo. Pisa subì una pesante disfatta e nel 1300 fu costretta a firmare una pace che segnò la definitiva supremazia di Genova sul Tirreno.

Il duello tra Genova e Venezia, che durerà sino alla fine del 14° secolo, avrà come teatro prima l’Oriente, e poi l’Adriatico. Nella celebre battaglia navale di Curzola del 1298 i Genovesi riuscirono a sconfiggere i Veneziani, ma il conflitto decisivo avvenne alla fine del Trecento. Nel 1379 i Genovesi si impadronirono di Chioggia, minacciando direttamente Venezia. In uno sforzo disperato i Veneziani riuscirono a bloccare la flotta genovese, che nel 1380 dovette arrendersi. Il Trattato di Torino del 1381 pose fine alla storica guerra tra le due grandi rivali.

Le colonie genovesi

I possedimenti di Genova furono soprattutto colonie commerciali, consistenti in una parte di città o di un quartiere abitati da mercanti. Le colonie erano amministrate da un console o da un inviato dalla madrepatria. Esse sorsero tutte per iniziativa di mercanti o società mercantili, le cosiddette maone. Nel Quattrocento il governo delle colonie fu assunto dal Banco di S. Giorgio, che si occupò anche della difesa militare e delle flotte. Fondato nel 1406, il Banco di S. Giorgio fu il principale organismo economico-finanziario di Genova e il primo istituto di credito moderno del mondo; il suo biglietto «carturale» fu il precursore del biglietto di banca e dell’assegno bancario.

Oltre che a Gerusalemme e a Giaffa, i Genovesi fondarono colonie a Tripoli e in Siria. Le colonie siriane attiravano una notevole parte del commercio dell’Asia orientale e centrale. Alla metà del 13° secolo, a causa dell’avanzata turca, Genova perse le colonie in questa regione e spostò la sua attività verso le coste dell’Asia Minore, in concorrenza con Venezia e Pisa. Dopo il Trattato del Ninfeo del 1261 Genova pose le basi della sua potenza coloniale nel Mar Nero con la fondazione dei quartieri di Pera e Galata a Costantinopoli. Da qui Genova estese i suoi possedimenti sino al Mar d’Azov. Le colonie di Cipro, Chio e Caffa in Gazaria (penisola di Crimea) costituirono le basi dell’espansione commerciale genovese. Il possedimento più avanzato verso Oriente era la colonia di Tana, da cui i Genovesi arrivavano sino al Caucaso. Tuttavia i Mongoli di Tamerlano e successivamente i Turchi nella loro avanzata a Occidente si impossessarono delle colonie europee. Dopo la caduta di Costantinopoli, nel 1453, Genova perse a poco a poco le sue colonie in Oriente, nel Mare Egeo e in Africa Settentrionale.

I dogi genovesi

La storia politica di Genova fu contrassegnata nel corso dei secoli da un’estrema instabilità politica. Le lotte tra le fazioni delle famiglie nobiliari causarono un vertiginoso cambiamento di forme di governo. A partire dal 1191 si alternarono per 27 anni governi di consoli e podestà. Mentre si inasprivano le lotte tra le famiglie nobiliari guelfe e ghibelline, si affermava una ricca borghesia mercantile, che nel 1257 affidò il governo della città a un capitano del popolo di origine non nobile, Guglielmo Boccanegra. Seguì un convulso periodo che vide l’avvicendarsi di vari podestà e una diarchia, cioè il governo congiunto di due capitani del popolo. Nel 1339, con Simone Boccanegra, venne adottata la soluzione del doge perpetuo, ma non accennarono a placarsi i violenti conflitti interni. Nel 1528, con Andrea Doria, che aveva trovato un accordo con Carlo V per restituire alla città la sua indipendenza, fu inaugurata la fase dei dogi biennali. Alleata con i Francesi e gli Spagnoli durante la guerra di successione austriaca, Genova fu occupata nel 1746 dagli Austriaci, che furono però cacciati da una rivolta popolare scatenata, secondo la tradizione, da una sassaiola iniziata da un ragazzino, Giovan Battista Perasso, soprannominato Balilla.

L’espansione della città

All’inizio dell’Ottocento Genova cessò di essere una repubblica autonoma. Annessa all’Impero napoleonico, nel 1815 fu assegnata dal Congresso di Vienna ai Savoia, e nel 1861 incorporata nel nuovo Stato italiano. Occupata dai Tedeschi nel 1943, fu la prima città italiana a insorgere contro l’occupazione, nel 1945, costringendo le truppe tedesche alla resa incondizionata prima dell’entrata degli alleati.

La forte espansione edilizia a partire dall’Ottocento consumò tutto lo spazio disponibile tra le colline e il mare; la città assorbì molti comuni (oggi quartieri, come Albaro, Voltri, Nervi, Pontedecimo) e grandi industrie vi si installarono, ma i collegamenti con l’entroterra rimasero insufficienti.

A partire dagli anni Ottanta del Novecento la città ha conosciuto una crisi economica e un consistente calo demografico: il porto, sbocco mediterraneo dell’Europa occidentale, ormai soffocato, ha risentito della diminuzione del traffico passeggeri (a causa della preferenza accordata ai trasporti aerei, soprattutto per i viaggi d’oltreoceano) e del traffico merci, spostatosi verso porti più facilmente raggiungibili da terra, come Marsiglia; e le grandi industrie sono entrate in crisi. Oggi un nuovo porto si sta sviluppando a Voltri e l’economia della città si basa su attività terziarie.

Arte e monumenti

Il centro storico di Genova, uno dei più grandi d’Europa, mostra un singolare intreccio di vicoli medievali, i caratteristici carrugi, e grandiose architetture rinascimentali e barocche. L’edificio simbolo della città è la Lanterna, il faro eretto all’ingresso del porto nel 1139 e ricostruito nel 1543. Tra i monumenti più antichi va ricordato il Duomo, risalente al 12° secolo. L’architettura genovese conobbe una particolare fioritura nel 16° e nel 17° secolo, testimoniata dai palazzi patrizi di via Balbi e di via Garibaldi, con magnifici cortili scenografici e sale sontuosamente decorate. Tra i palazzi spiccano il grandioso Palazzo Ducale, residenza dei dogi, e Palazzo Doria, fatto costruire da Andrea. Le principali collezioni d’arte si trovano nelle Gallerie di Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e a Palazzo Spinola.

Dopo le distruzioni della Seconda guerra mondiale e un lungo periodo di incuria e declino, negli ultimi due decenni sono stati realizzati importanti progetti di recupero e sviluppo urbano e di valorizzazione del patrimonio artistico-culturale: nel 1992, in occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla scoperta dell’America da parte del genovese Cristoforo Colombo, è stato inaugurato tra l’altro l’Acquario, uno dei più grandi d’Europa; importanti manifestazioni culturali sono state organizzate nel 2004, anno in cui Genova è stata capitale europea della cultura.

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