GDYNIA

Enciclopedia Italiana (1932)

GDYNIA (A. T., 58)

Elio Migliorini

È l'unica città marittima della Polonia, posta sul Baltico, 15 km. a NO. di Danzica. Piccolo villaggio di pescatori fino al 1920, detto dai Tedeschi Gdingen, il luogo è stato prescelto per la costruzione d'un porto polacco, allo scopo di creare una base per la flotta militare; in seguito il piano è stato allargato e Gdynia è diventato un porto commerciale modernamente attrezzato, attraverso il quale la Polonia cerca di avviare sempre più il suo commercio estero, in concorrenza con Danzica. Lo sviluppo è stato agevolato dallo sciopero minerario inglese, che ha fatto esportare dall'Alta Slesia verso la Scandinavia quantità ingenti di carbone e ha contribuito a far acquistare alla Polonia questo importante mercato. Il porto sarà poi avvantaggiato ancora di più dall'apertura della nuova ferrovia con la Slesia (direttissima del carbone).

Il porto di Gdynia, che è presso la costa occidentale del Golfo di Danzica, è protetto dalla lunga penisola di Hel e presenta facilità di accesso, avendo fondali abbastanza profondi e tali da soddisfare alle attuali esigenze del traffico. La città, che è nelle immediate vicinanze di esso, è limitata a nord e a sud da due colline (Oksywie e Kamienna Góra); verso terra si apre però una valle lunga 15 chilometri, d'origine glaciale, libera allo scavo e alle costruzioni.

Il progetto del porto (dell'ing. Wenda) ha contemplato la costruzione d'un avamporto (140 ha.), lungo 2000 m., largo in media 700, limitato verso il mare da 3 antemurali, che lasciano due entrate; presso quello più settentrionale è appoggiato il porto militare, mentre l'antemurale meridionale s'appoggia a un molo, diretto da O. a E., che serve allo scarico delle merci: verso N. quest'ultimo è rivolto al bacino interno e per mezzo d'un molo minore più settentrionale che serve ai passeggeri forma il Porto del carbone; verso S., fuori dell'avamporto, sono stati costruiti due altri bacini (Bacino Meridionale e Bacino Pres. Wilson, ampî rispettivamente 25 e 18 ha.) e un porticciolo per imbarcazioni da diporto (ha. 2,5). Tutta questa parte è stata ottenuta a spese del mare, mediante la costruzione di banchine e di due moli gettati verso E.; più a S. la costa non è stata invece modificata e serve ai bagnanti. Il porto interno, che secondo il progetto dovrebbe consistere di 11 bacini, scavati dalle due parti d'un canale, e occupare 220 ha., si sviluppa nella direzione di NO.; per ora sono stati eseguiti due bacini, di cui il maggiore costituisce il porto Maresciallo Piłsudzki, lungo 1200 m. e largo 250. I maggiori lavori sono stati eseguiti dalla casa danese Hojgaard-Schulz e da due imprese polacche tra il 1924 e il 1929. Il porto ę stato attrezzato modernamente con ponti trasbordatori per il carbone e magazzini per le merci (notevoli un grandioso frigorifero, il deposito per il riso, importato direttamente dall'Asia, i depositi per gli olî minerali). Esso è stato inoltre collegato coi maggiori porti commerciali del mondo. Il numero delle navi entrate nel porto è aumentato da 54 nel 1924, a 603 nel 1926, 2201 nel 1928, 4457 nel 1930. Lo scambio delle merci ha seguito pure questa curva ascendente ed è passato da 414.005 tonn. nel 1926 a 1.957.348 nel 1928 e 3.628.331 nel 1930. Prevalgono di gran lunga le esportazioni, soprattutto di carbone, ma vi è la tendenza a deviare da Danzica anche alcune delle merci importate attraverso questo porto (aringhe, rottami, ecc.). Da Gdynia cominciano a partire anche molti emigranti polacchi. Questo ha provocato da parte della Città Libera una serie di proteste, che non hanno tuttavia potuto impedire alla Polonia l'esercizio del suo incontestabile diritto di creare un porto su territorio proprio.

Bibl.: T. Johannsen, Gdingen, Danzica 1928; E. Migliorini, Aspetti geografici e fattori politici nella lotta tra Danzica e Gdynia, in Bollettino della R. Società geografica italiana, 1932, pp. 3-49.