GALLIPOLI

Enciclopedia Italiana (1932)

GALLIPOLI (in turco Gelibolu; A. T., 90)

Ettore ROSSI
Angelo PERNICE

Città e porto dei Dardanelli, sulla penisola omonima, quasi di fronte alla località anatolica di Lapseki (Lampsaco).

Gallipoli fino al sec. XVIII costituì un sangiaccato direttamente dipendente dal Qapudān pascià della flotta ottomana; poi formò un sangiaccato del vilāyet di Adrianopoli; mantenne sempre una notevole importanza militare e commerciale. All'inizio del corrente secolo era abbastanza popolata, contando circa 20.000 abitanti, di cui moltissimi Greci, che cominciarono a partire dopo le guerre balcaniche e furono totalmente eliminati con lo scambio delle popolazioni nel 1923. Durante la guerra mondiale fu sede del comando generale delle forze turche e restò danneggiata dai bombardamenti. Dal 1919 al 1922 fu presidiata da forze alleate; in base al trattato di Losanna del 1923 la penisola di Gallipoli, come tutta la zona degli Stretti, è demilitarizzata. Dal 1922 Gallipoli è sede di kaza nel vilāyet di Çanakkale. La città conterebbe solo 5.445 ab. (cens. dell'ottobre 1917), e l'intero kaza, che abbraccia la penisola, 13 .604 (19 ab. per kmq .). Il kaza produce cereali e cotone; la pesca delle sardine, già attivissima, è decaduta dopo la partenza dei Greci.

Storia. - Fondata dagli Ateniesi, sin dai tempi antichi acquistò una certa importanza come stazione navale. Passò, con la Tracia, prima sotto il dominio macedonico al tempo di Filippo, padre di Alessandro Magno, poi sotto il romano nel sec. I d. C. Nelle sue acque fu combattuta, il 324 d. C., la grande battaglia fra Crispo e Licinio nella quale questi fu sconfitto. Nel sec. VI fu fortificata da Giustiniano e da allora, oltre che stazione della flotta, fu sede della dogana bizantina per il commercio con l'Occidente. Nella ripartizione dell'impero seguita alla conquista latina di Costantinopoli nel 1204, Gallipoli toccò ai Veneziani, i quali in tal modo si assicuravano la libertà di navigazione nei Dardanelli. La città fu prima data in feudo a Marco Dandolo e a Giacomo Viaro, che ne restaurarono le fortificazioni; ma, dopo pochi anni, fu aggregata ai territorî amministrati direttamente dal podestà veneziano di Costantinopoli. Fu ripresa dagl'imperatori bizantini di Nicea nel 1224. Agl'inizî del sec. XIV divenne sede della Compagnia Catalana, chiamata nel 1302 dall'imperatore Andronico nella guerra contro i Turchi. I Genovesi tentarono di scacciarnela, perché ostacolava il loro commercio, ma l'attacco da essi condotto contro la città fu respinto. I Catalani evacuarono Gallipoli nel 1311, ritirandosi nell'Attica e nella Beozia. Pochi decennî dopo, nel 1354, la città fu occupata dagli Ottomani, che ne fecero la base di operazioni per la conquista della Balcania. Fu loro ritolta dal conte Amedeo VI di Savoia e consegnata all'imperatore Giovanni V Paleologo; ma i Bizantini non seppero conservarla e ricadde presto in potere dei Turchi, i quali la tengono ancora. Nel 1416 una squadra veneziana di 10 galee, agli ordini di Pietro Loredano giunta davanti a Gallipoli fu assalita dalle navi turche. Il Loredano mise in rotta l'armata nemica, ma la vittoria non ebbe alcun risultato. Il governo veneto, preoccupato degli avvenimenti italiani, ordinò al Loredano di concludere la pace (31 luglio), che lasciò le cose nello stato di prima. Fortificata dal sultano Bāyazīd, Gallipoli è stata nei tempi moderni uno dei cardini fondamentali della difesa dei Dardanelli. Nellȧ guerra mondiale gl'Inglesi tentarono di superare la linea di sbarramento, organizzata dagli Ottomani già sin dal tempo della guerra di Crimea, fra Bulair e Gallipoli, sull'istmo che congiunge la penisola omonima col continente, per avanzarsi su Costantinopoli; ma i loro sforzi s'infransero contro la resistenza turco-germanica e dovettero infine rinunziare all'impresa (febbraio 1915 gennaio 1916).

Bibl.: C. Manfroni, La battaglia di Gallipoli e la politica veneta turca (1381-1420), in Ateneo veneto, Venezia, 1902.