GALLINACEI o galliformi

Enciclopedia Italiana (1932)

GALLINACEI o galliformi

Alessandro Ghigi

Gruppo di Uccelli che, insieme con i Cripturiformi (v.) e con gli Apterigiformi (v. apteryx) costituisce l'ordine degli Alettororniti del Fürbringer. Possiamo tuttavia considerare i Galliformi come un ordine o complesso di faniglie a sé stante. Sono uccelli di forme tozze e massicce, razzolatori per eccellenza, che vivono sul terreno; il loro becco è robusto, generalmente non più lungo della metà del capo, leggermente curvo, con la mascella superiore fatta a vòlta e perciò capace di smuovere il terreno come una zappa. Alla base del becco le narici si aprono sotto a due lamine membranose, qualche volta circondate o coperte da brevissime penne. I piedi sono, in correlazione col becco, atti a scavare; il tarso (metatarso) è piuttosto lungo, grosso, capace di sostenere il corpo in una lunga e rapida corsa; le dita sono robuste, di lunghezza media, le unghie forti. Aiutandosi col becco e con le zampe, i galliformi scavano più o meno profondamente il suolo, sia per cercarvi una parte del nutrimento, sia per avvoltolarsi nella terra o nella sabbia. Le particelle solide, insinuandosi tra le penne raggiungono la pelle rinfrescandola e quando l'animale si scrolla violentemente, getta via con la sabbia desquamazioni epidermiche ed eventuali parassiti. I galliformi sono onnivori: cercano insetti, vermi e molluschi, tuberi e radici, bacche e gemme; tuttavia la loro alimentazione è prevalentemente granivora, specie in autunno, all'avvicinarsi dell'inverno. In questi uccelli, come nei colombi, è pertanto sviluppato più che in ogni altro gruppo il ventricolo muscolare, capace di macinare alimenti durissimi.

Le ali sono piuttosto brevi e formano due scudi aderenti al corpo, perché le remiganti sono fortemente convesse verso l'interno e le secondarie lunghe quanto le primarie. Ne risulta un'attitudine limitata al volo, reso meno facile anche dalla scarsa pneumaticità delle ossa. I gallinacei volano per sfuggire un pericolo imminente, per raggiungere, in certe ore del giorno e specialmente in montagna, luoghi più o meno esposti al sole, per appollaiarsi sugli alberi durante la notte. Alcune specie fanno tuttavia eccezione, essendo capaci, come le quaglie, di compiere lunghe migrazioni anche attraverso mari. I Gallinacei sono in maggioranza poligami e il maschio è spesso nemico della covata; tuttavia parecchie specie, particolarmente di pernici, sono monogame e il maschio protegge la femmina durante l'incubazione delle uova e diventa il capo della brigata dopo la nascita dei pulcini. Il nido è rozzo e consiste generalmente in una buca scavata nel terreno e tappezzata con qualche stelo o foglia secca: soltanto i Cracidi (v. crace) costruiscono il nido sugli alberi e i Megapodi depongono le uova in grandi ammassi di foglie. I piccoli nascono coperti di piumino, talvolta con le remiganti già spuntate e sono capaci di nutrirsi da sé non appena, dopo 24 a 48 ore dalla nascita, abbiano la forza di seguire la madre.

La voce dei Gallinacei è spesso potente, mai gradevole, anche se si tratta di piccole specie: essi gridano, fischiano, squittiscono, ma non cantano. Notevoli differenze nell'aspetto estermo separano spesso i maschi dalle femmine; ora si tratta di sproni aguzzi dei quali è armato il metatarso dei primi, i quali si dànno a lotte sanguinose; ora di splendidi ornamenti nell'abito, fornito talvolta di penne lunghissime o di strane forme, a colori metallici e iridescenti (v. fagiani); ora di sproporzione considerevole nella mole che è sempre minore nelle femmine. I Gallinacei sono cosmopoliti e mancano soltanto alle isole oceaniche; tuttavia le principali famiglie abitano regioni determinate, delle quali sono elementi caratteristici.

Si dividono in due sottordini: Alectoropodidae e Peristeropodidae. I primi, dei quali si possono prendere a modello il gallo, il tacchino e il pavone, sono caratterizzati da un alluce breve, rudimentale, che non tocca il suolo e non ha alcuna funzione di prensione; i secondi al contrario, dei quali si possono considerare come forme tipiche l'Hocco e la Talegalla, hanno alluce sviluppato come nei colombi, allo stesso livello delle altre dita e capace di funzionare come dito opponibile nello stringere.

Gli Alettoropodi comprendono la famiglia Tetraonidae, uccelli boreali e spesso a alpini, della intera regione Olartica, a metatarso e spesso anche dita coperte di piume soffici che li proteggono dal freddo. La famiglia Phasianidae è la più numerosa e comprende i Fagiani propriamente detti, inclusi i Galli e i Pavoni, i Francolini, le Pernici, le Quaglie del continente antico e gli Odontofori del nuovo mondo.

Più ristretta per numero di specie è la famiglia Numididae, africana, comprendente le Galline di Faraone (v. numididi) e ancor più povera di forme è la famiglia Meleagridae (v. tacchino) comprendente i tacchini originarî dell'America settentrionale. Taluni autori considerano Numididae e Meleagridae come sottofamiglie della famiglia Phasiamidae. I Peristeropodi comprendono due sole famiglie: Cracidae proprî della regione neotropica e Megapodidae (v. megapodi) malesi e australiani, caratteristici fra tutti gli uccelli perché provocano un' incubazione artificiale delle uova, deposte in grandi cumuli di fogliame, che, fermentando, producono calore.

Per le razze domestiche di Gallinacei: v. Polli.