Frosinone

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Comune del Lazio meridionale (47 km2 con 44.831 ab. nel 2020, detti Frusinati), capoluogo di provincia. La città, nel cuore della Ciociaria, si estende a 291 m s.l.m. lungo una dorsale collinare che domina la piana del Sacco e a O scende con ripido pendio al fiume Cosa, mentre a N e a S è lambita da due piccoli fossi tributari del Cosa. Il nucleo urbano, che nel corso dei secoli si era sviluppato con struttura irregolare dalla sommità del colle lungo i pendii, gravemente danneggiato dagli eventi della Seconda guerra mondiale, è stato ampiamente ricostruito. L’economia cittadina, un tempo essenzialmente collegata alla funzione di mercato di prodotti agricoli e zootecnici, si è andata rapidamente evolvendo con il sorgere, negli anni 1960, di molteplici e importanti complessi industriali, soprattutto nei settori elettromeccanico e meccanico, alimentare, della lavorazione del vetro, del legno e delle materie plastiche.

Frusino era città volsca, sebbene situata nel territorio degli Ernici. Distrutta più volte nell’Alto Medioevo, passò alla Chiesa nel 13° sec.; la saccheggiarono i lanzichenecchi nel 1527, gli Spagnoli nel 1556; la incendiarono ancora i Francesi nel 1798. Dall’inizio del 19° sec. fino alla caduta del potere temporale dei papi, fu capoluogo della provincia di Marittima e Campagna.

Provincia di F. (3247 km2 con 477.502 ab. nel 2020). Creata nel 1926, è divisa in 91 Comuni. Comprende quasi per intero il bacino del Sacco e la media valle del Liri; è delimitata a NE dai rilievi che salgono verso l’Appennino Abruzzese (catena dei Monti Ernici, fino ai Monti della Meta e alle Mainarde) e a SO dai Monti Lepini e Ausoni. Il dato demografico provinciale ha presentato a partire dagli anni 1980 consistenti incrementi, legati prevalentemente all’espansione di alcuni fra i principali centri urbani (Cassino, Anagni) e dei Comuni situati lungo la valle del Sacco, in cui si concentrano i principali complessi industriali. Una tendenza negativa registrano le zone collinari e montane. Nell’area si è verificata una forte dispersione degli insediamenti lungo arterie secondarie e, contemporaneamente, si è costituita un’urbanizzazione diffusa, che tuttavia appare concentrata sui principali nodi viari. L’apparato economico, caratterizzato da un’industrializzazione matura, presenta una complessiva vitalità delle strutture e dei processi evolutivi. La produzione di reddito della provincia, in confronto al dato nazionale, è a un livello medio tendente al basso e tuttavia, escludendo la capitale, in posizione di netto vantaggio rispetto alle altre province laziali. Il dinamismo demografico ed economico dell’area è riconducibile alla presenza di un consolidato apparato industriale (chimico, meccanico, alimentare), prevalentemente localizzato nel fondovalle, che nonostante l’abolizione dell’intervento della Cassa per il Mezzogiorno (1984) continua a garantire un certo livello di ricchezza, a integrazione e supporto dell’economia rurale. Tradizionali l’industria della carta (nella valle del Liri), le alimentari e le tessili (Alatri). Il turismo ha in Fiuggi un rinomato centro termale.

La struttura viaria, impostata sull’asse costituito dall’autostrada Roma-Napoli, rappresenta tuttora la chiave di volta dello sviluppo produttivo locale.

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