FRIBURGO in Brisgovia (ted. Freiburg im Breisgau)

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1995)

FRIBURGO in Brisgovia (ted. Freiburg im Breisgau)

I. Voss

Città della Germania (Baden-Württemberg), situata presso le pendici occidentali della Selva Nera, sul fiume Dreisam, al limite meridionale della pianura altorenana.Un documento del 1120, il c.d. privilegio di fondazione di F., menziona come fondatore della città il duca Corrado di Zähringen (m. nel 1152), che avrebbe dato avvio alla creazione di un insediamento mercantile - all'incrocio delle due strade che conducevano a Colmar e a Basilea (Quellensammlungen, 1967, p. 83) - ai piedi del suo castello che, posto su un'altura, ne avrebbe costituito una difesa sul lato orientale. Tale documento tuttavia è stato riconosciuto come un falso, realizzato intorno al 1175-1178, quando i cittadini di F. intesero garantirsi una propria indipendenza, assumendo a modello le acquisizioni, in materia di diritto, dei mercanti tedeschi di Colonia.Il rapido sviluppo di F. fu generato dalla posizione geografica particolarmente favorevole ai traffici a breve e a vasto raggio e dal prospero commercio dell'argento e delle pietre preziose. Già nel corso del sec. 12° la città fu provvista di un fossato e di una cerchia di mura, nella quale si aprivano quattro porte; di due di queste (Schwabentor, Martinstor) si conservano ancora i resti.Con la casa comitale degli Uracher, succeduta nel 1218 alla potente dinastia degli Zähringer, F. conobbe un secondo momento di splendore. Nel sec. 13° la costruzione di quattro grandi sobborghi provvisti di cinte murarie contribuì all'estensione della città. Nel sobborgo settentrionale di Neuburg, le cui mura sono citate dal 1263, erano insediate le classi sociali più modeste, in particolare i vignaioli, ed erano situati l'ospedale, l'ospizio dei Poveri (Blatternhaus), destinato a coloro che soffrivano di malattie infettive, le fondazioni degli ordini cavallereschi e la collegiata dei Canonici di s. Agostino. A O i due sobborghi della Prediger-Vorstadt e della Lehener-Vorstadt, sorti su un'area demaniale, furono racchiusi prima del 1268 in un'unica cinta muraria, al cui interno si trovavano anche i monasteri femminili intitolati a s. Chiara e a s. Agnese. Con la Schneckenvorstadt, sobborgo sorto nella parte meridionale e destinato alle attività artigianali, si concluse il processo di espansione di F., che alla fine del sec. 14° contava una popolazione di ca. 9000 abitanti (Noak, 1954, pp. 132-138; Braunfels, 1983, pp. 195-196).Al sec. 13° risale l'erezione di edifici pubblici, fra i quali è documentato dalle fonti il Rathaus, forse sul medesimo sito di quello attuale, oltre alla sede delle associazioni degli agricoltori, dei commercianti e degli artigiani. In questo stesso secolo vennero creati canali a cielo aperto per cercare di ovviare al pericolo rappresentato dall'espansione dei frequenti incendi, oltre che nell'ambito della realizzazione degli impianti igienici urbani.Per quanto riguarda gli edifici religiosi, conserva ancora il carattere medievale il duomo, dedicato alla Vergine, che in origine aveva il rango di parrocchiale; le uniche testimonianze relative al suo primitivo impianto sono la citazione di un oratorium nel privilegio di fondazione di F. del 1120 (Quellensammlungen, 1967, p. 85) e quella di una ecclesia nella predica che Bernardo di Chiaravalle fece a F. nel 1146 per la prima crociata (Die Zähringer, 1986). I resti di tale fondazione, individuati casualmente dagli scavi di questo secolo - designati come corradini per distinguerli dalla successiva fase tardoromanica di Bertoldo V di Zähringen (m. nel 1218) -, sembrano attestare un impianto relativamente modesto con coro ad absidi scalari e forse con torre di facciata (Die Zähringer, 1986, p. 137ss.).L'edificio attuale, costruito tra il sec. 12° e il 16° (Jantzen, 1929, pp. 5-43), si presenta come risultato di quattro campagne di lavori, la prima delle quali, tardoromanica, consistette nella costruzione del coro, di entrambe le torri che lo affiancavano, le Hahnentürme, del transetto (ampio m. 30 ca.) e dell'attacco della navata; di tale fase si conservano le torri, con le cappelle del piano terra, e il transetto. La cappella di S. Nicola, nella Hahnenturm meridionale, presenta fregi e capitelli, databili alla fine del sec. 12°, pertinenti a questa prima fase; vi sono rappresentati i Vizi dell'uomo con soggetti caratteristici (il lupo a scuola) o mitologici (centauri), scene di lotta di grifi e sirene, personificazioni della lussuria, e la raffigurazione dell'Ascensione di Alessandro Magno, simbolo di superbia. Si tratta di motivi la cui origine va ricercata nell'Italia settentrionale (per es. Ferrara, cattedrale), ma che a F. furono recepiti per il tramite delle analoghe realizzazioni svizzere dell'ambulacro del duomo di Basilea e dell'abbaziale di St. Ursanne.Appartiene alla seconda fase di lavori la costruzione del corpo longitudinale, la cui ampiezza dovette ricalcare le dimensioni già impostate nella fase precedente. Gli studi più recenti attribuiscono la paternità dell'opera allo stesso architetto che costruì il corpo longitudinale del duomo di Strasburgo; d'altronde gli stretti vincoli di parentela che univano i committenti - il vescovo di Strasburgo Enrico di Teck e gli Uracher - sembrano ribadire un legame fra i due edifici.Per quanto concerne la data d'inizio dei lavori di questa fase, non si possiedono indicazioni di alcun tipo, mentre per la loro conclusione si può ipotizzare un periodo intorno al 1240 o poco dopo, quando si diede avvio alla terza campagna costruttiva, relativa alla torre occidentale, armonicamente inserita fra due rosoni che, con motivo analogo al duomo di Strasburgo, qualificano in facciata la conclusione delle navate laterali.L'ideatore del piano superiore ottagonale della torre e della sua cuspide traforata - geniale successore dell'architetto che progettò il piano inferiore (1240-1290) - attuò in questa costruzione la più imponente sezione aurea medievale tramandata (8: 3: 21, per un'altezza complessiva di 130 cubiti; Hug, 1990, p. 141). A questo stesso artista, la cui attività è paragonabile a quella di Erwin von Steinbach, suo contemporaneo a Strasburgo, si devono anche la copertura a volte e il completamento del corpo longitudinale, così come il portale dell'Agnello della navata laterale meridionale.Il ricco corredo scultoreo - nel sec. 13° F. fu la prima città tedesca a dotare la propria parrocchiale di un così vasto ciclo di sculture -, oltre ai doccioni e alle figure sui contrafforti del corpo longitudinale, comprende all'interno la Madonna del portale (1290) e i dodici apostoli dei pilastri della navata, realizzati all'inizio del 14° secolo.Un altro imponente ciclo, il cui programma teologico ha origine nel pensiero della Scolastica, si sviluppa nell'atrio della torre (Vorhalle) e nel portale maggiore. Anche in questo caso il modello, sia pure riproposto solo parzialmente, fu costituito dai programmi figurativi del duomo di Strasburgo (Dehio, 1943; Münzel, 1959, p. 9ss.): sul portale esterno dell'atrio è raffigurata l'Incoronazione della Vergine, in riferimento alla dedicazione della chiesa, mentre sui contrafforti quattro personaggi rappresentano le dinastie degli Zähringer e degli Uracher. Sopra lo zoccolo dell'atrio, dotato di sedilia utilizzati per le assemblee, si allineano ventotto figure del theatrum sacrum, fra cui la Vergine in posizione dominante. È originale creazione dell'artista di F. l'impostazione autonoma del gruppo iconografico costituito dalle immagini seduttrici delle potenze del male - il Principe del mondo e Voluptas - che, in rapporto reciproco, sono indipendenti rispetto alle figure delle Vergini sagge e delle Vergini stolte, disposte secondo un principio di parallelismo tipologico con le sette Arti liberali e con i personaggi veterotestamentari (Münzel, 1953, p. 68ss.).Dopo il completamento dell'atrio della torre, il cantiere proseguì nella decorazione del portale maggiore: nel 1310 furono realizzate le raffigurazioni del timpano, con il Giudizio universale, la Risurrezione, la Passione e la Natività, mentre sui quattro archivolti vennero rappresentati patriarchi, re, profeti e angeli. Lo stile narrativo mostra come le immagini non siano più legate al mondo aristocratico delle cattedrali, ma ormai relative a quello borghese proprio di una parrocchiale: tendenza che si era già manifestata nella facciata della cattedrale di Strasburgo, della quale in effetti i committenti non erano più unicamente il vescovo e il Capitolo (Braunfels, 1983, p. 206).Dopo la metà del sec. 14° si decise la costruzione di un nuovo coro con tredici cappelle, in sostituzione di quello tardoromanico. Nel 1354 fu posta la prima pietra e nel 1359 venne affidato l'incarico di condurre i lavori a Johann Parler, in precedenza attivo a Basilea; si riuscì tuttavia a completare soltanto i piani superiori delle due torri orientali, poiché la crisi economica che investì F., generata dall'esaurirsi delle miniere d'argento, determinò l'interruzione dei lavori. Per ca. un secolo restò in funzione il vecchio coro romanico e soltanto tra il 1502 e il 1510 Hans Niederländer poté realizzare la volta a stella dell'impianto.Tra gli oggetti più significativi dell'arredo del duomo va menzionata la c.d. croce di Böcklin, che nonostante gli ampi rifacimenti conserva parte della struttura originaria con rilievi d'argento raffiguranti tra l'altro gli evangelisti e l'Agnus Dei. Si tratta dell'antica croce trionfale del coro romanico, commissionata intorno al 1200 a una bottega alsaziana, forse strasburghese.Del ricco complesso di vetrate che in origine decorava il duomo - profondamente alterato nella cromia in età barocca e ricomposto nei secc. 19° e 20° con vetrate provenienti da altri edifici - si conservano ancora il Martyrerfenster, del sec. 13°, i medaglioni della finestra di Iesse, oggi all'Augustinermus., posta in opera nel 1218 per il coro romanico, e il Tulenhauptfenster, datato al 1330-1340.Intorno al 1330-1340 venne realizzato anche il gruppo del Santo Sepolcro: le sculture, sovrastate da un baldacchino, trovano notevoli punti di contatto con le coeve realizzazioni della cappella di S. Caterina nel duomo di Strasburgo.Del c.d. monumento funebre di Bertoldo V (m. nel 1218) è ormai accertato che la figura del defunto fu realizzata centocinquanta anni dopo la morte del conte e che il giacente sia pertinente al monumento funebre del conte Federico III di Friburgo.Il complesso conventuale dei Francescani, il cui insediamento a F. è testimoniato a partire dal 1246, conserva dell'epoca medievale solo l'ala orientale del chiostro. La chiesa, riedificata nel 1953 dopo le distruzioni del 1944, costituisce ancora nell'insieme uno fra i più interessanti esempi di architettura mendicante in Germania: un coro allungato su cui s'innesta l'impianto basilicale del corpo longitudinale, con alte navate laterali, ampie e ariose.L'Augustinermus., sul sito dell'originario insediamento agostiniano, accoglie un'importante raccolta di opere d'arte medievali, fra le quali si possono citare: per l'età carolingia il cristallo di rocca intagliato (metà sec. 9°), reimpiegato in un ostensorio tardogotico, e l'altarolo portatile da Adelhausen; per il sec. 12° un crocifisso ligneo e uno in bronzo argentato e la Madonna in trono, in legno di tiglio, proveniente dal duomo; per gli inizi del sec. 13° probabilmente il foglio di pergamena, originariamente parte di un libro di modelli, con un disegno a penna e punta d'argento che raffigura Cristo, Zaccheo e due santi cavalieri. Particolarmente significative anche le testimonianze dell'oreficeria e della scultura lignea e in pietra dei secc. 13° e 14°: fra queste vale la pena ricordare la croce-reliquiario in argento dorato, con pietre semipreziose, perle e smalti, realizzata intorno alla metà del 14° secolo.

Bibl.: Fonti. - Die Urkunden des Heilig Geist-spitals zu Freiburg im Breisgau, a cura di A. Poinsignon, I, Freiburg im Brsg. 1890; Geschichtliche Ortsbeschreibung der Stadt Freiburg im Breisgau, a cura di A. Poinsignon, H. Flamm, Freiburg im Brsg. 1891; Quellensammlungen zur Frühgeschichte der deutschen Stadt, in Corpus fontium historiae urbanae, I, Leiden 1967, pp. 82-102.Letteratura critica. - Freiburg im Breisgau. Die Stadt und ihre Bauten, Freiburg im Brgs. 1898; M. Stammnitz, Die ehemalige Festung Freiburg im Breisgau. Eine geschichtliche Baubeschreibung, Zeitschrift des Breisgauer Geschichtsvereins 33, 1906, pp. 77-103; C.A. Meckel, Spätgotische Steinmetzkunst in Freiburg im Breisgau, ivi, 45, 1918, pp. 9-16; F. Kempf, Das Freiburger Münster, Karlsruhe 1926; O. Schmitt, Gotische Skulpturen des Freiburger Münsters, 2 voll., Frankfurt a. M. 1926; H. Jantzen, Das Münster zu Freiburg (Deutsche Bauten, 15), Burg bei Magdeburg 1929; F. Geiges, Der mittelalterliche Fensterschmuck des Freiburger Münsters. Seine Geschichte, die Ursachen seines Zerfalles und die Massnahmen zu seiner Wiederherstellung, zugleich ein Beitrag zur Geschichte des Baues selbst, Freiburg im Brsg. [1933]; F. Geiges, Das älteste Freiburger Rathaus und seine Gerichtslaube, Zeitschrift des Breisgauer Geschichtsvereins 63, 1936, pp. 28-57; K. Bauch, Freiburg im Breisgau, Freiburg im Brgs. [1937]; G. Dehio, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, a cura di E. Gall, IV, Berlin 1943; G. Münzel, Die Skulpturenzyklen im Tympanon und in der Archivolte am Westportal des Freiburger Münsters, Zeitschrift für die Geschichte des Oberrheins 101, 1953, pp. 1-73; W. Noack, Die Kunstgeschichte, in Freiburg und der Breisgau, Freiburg im Brgs. 1954, pp. 119-155; A. Tschira, Das Münster zu Freiburg, Freiburg im Brsg. [1954]; H. Lützeler, Der Turm des Freiburger Münsters, Freiburg im Brsg. 1955; G. Münzel, Der Skulpturenzyklus in der Vorhalle des Freiburger Münsters, Frankfurt a. M. 1959; I. Schroth, Kunst in Freiburg, Freiburg im Brsg. 1961; E. Adam, Das Freiburger Münster (Grosse Bauten Europas, 1), Stuttgart 1968; V. Osteneck, Die romanischen Bauteile des Freiburger Münsters (tesi), Freiburg im Brsg. 1969; J. Schlippe, Die drei grossen Bettelordenskirchen in Freiburg, in Freiburg im Mittelalter, a cura di W. Müller, Bühl 1970, pp. 109-140; W. Hart, Das Freiburger Münster, Freiburg im Brsg. 1978; J. Diel, Die Tiefkeller im Bereich Oberlinden. Zeugnisse der baulichen Entwicklung Freiburgs im 12. und 13. Jahrhundert (Stadt und Geschichte, 2), Freiburg im Brsg. 1981; W. Hart, Die künstlerische Ausstattung des Freiburger Münsters, Freiburg im Brsg. 1981; W. Braunfels, Die Kunst im Heiligen Römischen Reich Deutscher Nation, IV, München 1983, pp. 193-209; P. Schmidt-Thomé, Zur frühmittelalterlichen Baugeschichte der ehemaligen Franziskanerklosterkirche St. Martin in Freiburg, in Festschrift St. Martin, s.l. 1985, pp. 125-137; H. Brommer, St. Martin, die ''zweite Hauptkirche der Stadt''. Ein Beitrag zur Baugeschichte, ivi, pp. 138-262; H. Ossenberg, Das Bürgerhaus in Baden (Das deutsche Bürgerhaus, 35), Tübingen 1986; Die Zähringer. Anstoss und Wirkung, a cura di H. Schadek, K. Schmid, cat. (Freiburg im Brsg. 1986), Sigmaringen 1986; H. Schadek, Burg und Stadtbefestigung in Freiburg bis zum Ende des 16. Jahrhunderts, in Stadt und Festung Freiburg, cat., Freiburg im Brsg. 1988, II, pp. 9-40; P. Kalchthaler, ''....mit eytel Quader- und gebildeten Steinen gebawet und gezieret...'' Der Bau des Freiburger Münsters und das Münstermodell des Museums für Stadtgeschichte, Freiburger Almanach 40, 1989, pp. 39-47; W. Hug, Das Freiburger Münster, Kunst, Geschichte, March-Buchheim 1990; P. Kalchthaler, Freiburg und seine Bauten, ein Kunsthistorischer Stadtrundgang, Freiburg im Brsg. 1990.

CATEGORIE
TAG

Bernardo di chiaravalle

Giudizio universale

Erwin von steinbach

Cristallo di rocca

Alessandro magno