FREYR e FREYJA

Enciclopedia Italiana (1932)

FREYR e FREYJA

Bruno Vignola

Divinità tra le principali della mitologia nordica. Freyr, figlio di Njord e della sorella di lui, della stirpe dei Vani, dopo la guerra di questi con gli Asi (v.), conclusa la pace, passò in Asgard con la sorella Freyja nel concilio stesso degli Asi, i quali diedero in cambio il bellissimo Hönir e il saggio Mimir.

Nei monumenti letterarî del settentrione Freyr è detto il più eccellente fra gli dei; governa il sole, la pioggia e la crescenza delle piante e impera in Alfheimr sugli Elfi. Possiede pure un elmo con la figura di un cinghiale, una spada e un cavallo dotati di proprietà meravigliose, la magica nave Skidbladnir, così grande che tutti gli dei vi possono trovar posto, ma che può anche essere ripiegata come un panno e messa in tasca, e altri attributi guerreschi, che certamente sono aggiunte di epoca posteriore.

Una canzone eddica, la Skirnismál, ci narra come, stando egli un giorno su Hlidskjalf, donde si domina tutto il mondo, scorse nella terra dei giganti presso la casa del padre Gymir la bellissima Gerdr (v.), lo splendore delle cui braccia illuminava il mare e il cielo; preso d'amore e di desiderio, manda a lei il suo servo Skirnir a chiederla in isposa. Skirnir, montato sul cavallo di F. e armato della spada di lui, passa illeso attraverso le fiamme che circondano la casa di Gerdr: ma le sue offerte di preziosi doni e le sue minacce non riescono a rompere la resistenza della fanciulla, che è vinta alfine per mezzo di scongiuri e di maledizioni, e promette d'incontrarsi dopo nove notti con F. nella foresta Barri.

F. aveva culto in Svezia e in Islanda, ove gli venivano offerti sacrifizî; a lui, insieme con Odino e Thor, era sacro lo splendido tempio di Upsala, e il suo simulacro veniva portato sopra un carro per la campagna per invocare un abbondante raccolto.

Anche la sorella di Freyr, Freyja, è divinità principale; dopo Frigg è la più potente fra le dee, ha sede in Folkvangr, è sposa di Odr (forse Odino) e madre di Hnoss e di Gerseme. Anch'essa godette culto nel settentrione, come il fratello, e come questo fu dapprima la dispensatrice della pioggia benefica e della fecondità vegetale; più tardi della fecondità in generale, sicché divenne anche la dea dell'amore e con tale attributo fu facilmente identificata con Frigg, alla quale è certo da riferire il carattere dell'incesto e della fornicazione, che ricorre più volte nelle canzoni eddiche, nonché il mito di Brisingamen, prezioso collare fabbricato da quattro nani, i Brisingi, ai quali Freyja in cambio donò per patto i suoi favori, e del quale si narrano vicende di rapimenti e di restituzioni.

Benché F. e Freyja siano documentati soltanto per il settentrione, il culto di essi, o almeno del primo, non fu forse estraneo alle popolazioni germaniche meridionali, dacché l'eroe eponimo degl'Ingevoni, che Tacito fa figlio di Mannus, è identico a F., il quale ha nell'Edda il soprannome di Yngve. Notevole è pure la concordanza fra quanto Tacito (Germ., 40) narra della dea Nerthus, e quello che le fonti nordiche dicono di Njord (foneticamente identico a Nerthus) e di suo figlio Freyr.

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