GASCO, Francesco Giuseppe

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 52 (1999)

GASCO, Francesco Giuseppe

Maria B. D'Ambrosio

Nacque a Mondovì il 3 nov. 1842 da Giuseppe e da Ferdinanda Richeri, ma ben presto si trasferì a Savigliano, luogo d'origine della famiglia. Dimostrò un precoce interesse per i fenomeni naturali che si esprimeva con la ricerca e raccolta di insetti, conchiglie e piante. Nel 1861 ottenne per concorso un posto gratuito nel Collegio delle provincie di Torino; si iscrisse poi alla facoltà di scienze naturali laureandosi nel 1865 con una tesi sul sistema digerente nella serie animale. Frequentò quindi per qualche tempo il Museo zoologico dell'Università di Torino e nel 1867 fu nominato professore di storia naturale nel liceo Principe Umberto di Napoli. Nei dieci anni di quell'incarico frequentò assiduamente l'istituto di anatomia comparata dell'Università napoletana, diretto da P. Panceri, di cui nel 1871 divenne stretto collaboratore (sostituendo L. De Santis, passato alla cattedra di anatomia comparata e zoologia dell'Università di Roma). Con il Panceri studiò gli organi luminosi delle Pennatule e partecipò alla stesura del catalogo delle Collezioni zootomiche, rimasto inedito. Assiduo frequentatore della stazione zoologica si dedicò allo studio di Pesci, Molluschi, Crostacei ed Echinodermi, che costituivano la ricchissima fauna del golfo di Napoli.

Nel 1870 pubblicò il suo primo lavoro scientifico nel quale descrisse accuratamente un singolare pesciolino da lui scoperto e ritenuto di genere e specie nuova, il Vexillifer De Filippi, riconosciuto in seguito da C. Emery come la larva pelagica del Fierasfer acus e che si trova comunemente come inquilino nella cavità respiratoria delle Oloturie. Nel 1871 presentò, alla Esposizione internazionale delle industrie marittime a Napoli, una completa collezione di stelle e ricci di mare, tecnicamente preparata e classificata.

Approfondendo le ricerche sugli Echinodermi, il G. si accorse delle gravi lacune conoscitive esistenti in questo settore, e cercò di colmarle anche con lo studio di specie nuove: nella memoria Descrizione di alcuni Echinodermi nuovi o per la prima volta trovati nel Mediterraneo (in Rend. della R. Acc. di scienze fis. e mat. di Napoli, XV [1876], pp. 32-45) descrisse le tre nuove Metalia Costae, Ophidiaster Lessonae e Asteropsis Caprensis e altre due, Echinocardium flavescens e Goniodiscus placentaeformis, la prima delle quali non era stata fino allora segnalata nel Mediterraneo, ma solo nei mari del Nord e lungo le coste orientali degli Stati Uniti; un fatto, questo, che il G. attribuì alla vitalità delle larve galleggianti, facilmente trasportabili dalle grandi correnti oceaniche.

Con il Panceri il G. fece un primo viaggio in Egitto nel 1873, a cui seguì un secondo nel 1874, con destinazione Assuan, insieme con molti altri studiosi tra cui ancora il Panceri e A. Costa (Viaggio in Egitto dei soci P. Panceri e F. G., in Annuario dell'Associazione dei naturalisti e medici per la mutua istruzione per gli anni 1875-76, pp. 49-180). Durante la permanenza in Egitto il G. si dedicò allo studio degli effetti del veleno di un ragno e di alcune specie di serpenti sugli Uccelli e sui Mammiferi; a tale riguardo nei lavori pubblicati in collaborazione con il Panceri, Intorno alla resistenza che l'Icneumone ed alcuni altri carnivori oppongono al veleno dei serpenti con l'aggiunta di esperimenti dimostranti l'azione funesta della Mygale olivacea (ibid., XIII [1874], 7, pp. 102-109) e Esperienze intorno agli effetti del veleno della Naja egiziana e della Ceraste (in Atti della R. Acc. di scienze fis. e mat. di Napoli, s. 1, VI [1875], 7, pp. 1-25), il G., dopo ripetuti esperimenti, arrivò alla conclusione che molti Vertebrati, abitanti le zone aride tropicali, spesso resistono al morso della Mygale e di alcuni serpenti velenosi quali l'Echis carinata e il Cerastes, ma soccombono sempre al morso della Naia egizia, fatta eccezione per l'icneumone, un piccolo carnivoro, che ne è totalmente immune. In appendice alla narrazione del viaggio, il G. pose il Catalogo ragionato dei rettili e dei vertebrati raccolti nel basso, medio ed alto Egitto nel 1873 e 1874, in cui è rilevante la parte che si riferisce ai Rettili perché ricca di osservazioni su biologia, morfologia e sistematica; per quanto riguarda i Pesci vi riportò un elenco completo di quelli viventi nel Nilo.

Nel 1877 il G. vinse la cattedra di zoologia e anatomia comparata all'Università di Genova, e qui si occupò anche del Museo zoologico che arricchì di nuovi reperti fra cui lo scheletro di una balenottera arenatasi a Monterosso in Liguria; contemporaneamente pubblicò una relazione, iniziata a Napoli, su una balena arenatasi a Taranto nel febbraio del 1877 che identificò nella balena dei Baschi, Balaena Biscajensis (euglacialis). Nel 1878 le sue ricerche sulla osteologia dei Cetacei lo spinsero a visitare i più importanti musei europei fra cui quelli di Parigi, Londra, Copenaghen, Leida e Bruxelles, dove più ricche erano le collezioni cetologiche e molto quotati i cultori di questo ramo della zoologia. Invitato dal direttore del Museo di Copenaghen X. Reinhardt a studiare lo scheletro di un esemplare catturato nel 1854 a San Sebastiano sulle coste spagnole, giunse alla conclusione che si trattava della stessa specie della balena di Taranto. Intanto anche dal Museo dei mammiferi parigino il direttore P. Gervais lo chiamava a esaminare lo scheletro di una balena australiana, la Balaena Macleayius, ivi conservata, mentre dal Museo di Londra gli veniva l'opportunità di studiare un altro reperto simile al precedente. Concluse che questi individui, già ritenuti di genere e specie nuove, altro non erano che individui giovani della nota Balaena australis e che la Balaena australis e la Biscajensis erano molto simili.

Abbandonato lo studio dei Cetacei, il G. si dedicò a una serie di lavori riguardanti la fecondazione, la deposizione e lo sviluppo delle uova dei Batraci. In una delle sue memorie Gli amori del tritone alpestre (Salamandra acquaiola) e la deposizione delle sue uova (in Annali del Museo civico di storia nat. di Genova, XVI [1880-81], pp. 5-58), in contrasto con quello che veniva generalmente ritenuto, il G. dimostrava che la fecondazione dei tritoni è interna e avviene per mezzo della deposizione, effettuata dai maschi, di uno spermatoforo, sopra il quale poi si dispone una femmina, facendolo aderire alla cloaca, così che le uova sono fecondate entro l'ovidutto. Il G. seguiva poi lo sviluppo delle uova dal momento della deposizione fino alla schiusa e metteva in evidenza, in alcuni casi, la permanenza nel tritone adulto delle branchie, anche quando erano ormai ben sviluppati i polmoni (la scoperta della fecondazione interna dei tritoni, confermata anche con ulteriori osservazioni, era stata già fatta da L. Spallanzani nel 1780, e poi contestata da altri autori).

Nel 1882 il G. passò all'insegnamento della zoologia e dell'anatomia comparata all'Università di Roma e nel 1885 tenne il discorso di apertura dell'anno accademico su Influenza della biologia sul pensiero moderno (Roma 1886); fu quella la prima volta che all'Università di Roma si parlò ufficialmente di evoluzione. Nel 1890 partecipò ad alcune sedute del Congresso medico internazionale; alle riunioni della sezione anatomica sviluppò alcuni argomenti di carattere embriologico tra cui quello degli annessi fetali negli Uccelli, concludendo che l'allantoide, in armonia con la sua funzione respiratoria, pur aderendo durante lo sviluppo al sacco dell'albume, non ha un ruolo nella nutrizione dell'embrione (Negli uccelli non si ha placenta poiché il sacco dell'albume nella sua costituzione è indipendente dall'allantoide, in Monit. zool. ital., V [1884], p. 85); quanto all'urodelo Axolotl vide che lo sviluppo normale dell'uovo e il sesso sarebbero del tutto indipendenti dal numero dei nemaspermi insinuatisi nella sfera vitellina: i citospermi in sovrappiù darebbero probabilmente origine, entro il vitello, a nuclei vitellini che a poco a poco, separandosi dal vitello, parteciperebbero alla formazione del blastoderma (Nell'Axolotl lo sviluppo normale dell'uovo e il sesso sono del tutto indipendenti dal numero dei nemaspermi insinuatisi nella sfera vitellina, ibid., p. 84). Questa seconda proposizione dette luogo a una vivace discussione nella quale alcuni valenti anatomici stranieri, fra cui W. His, confermarono la teoria formulata dal Gasco.

Nel 1890 il G. fu eletto deputato per il II collegio di Cuneo; nella successiva XVIII legislatura (1892-95) fu rieletto nel collegio di Savigliano. In Parlamento prendeva frequentemente la parola su questioni riguardanti l'insegnamento universitario e particolarmente nella tornata del 26 e 27 marzo 1891 si schierò fra coloro che ne auspicavano una radicale riforma imperniata sulla assoluta libertà di studio e sulla soppressione degli esami speciali. Concluse l'intervento con le parole: "l'Università insegni e lo Stato esamini".

Si spense a Roma il 23 ott. 1894.

Oltre alle opere menzionate nel testo ricordiamo: Intorno a un nuovo genere di pesci (Vexillifer De Filippi), in Bull. dell'Associazione dei naturalisti e medici di Napoli, I (1870), pp. 59-61; Intorno a una nuova specie di Asteriscus (A. Panceri), ibid., pp. 86-90; voci Anellidi e Batraci, in Enc. medica italiana, I-II, Milano 1871-72; Comm. di P. Panceri, Napoli 1877; Intorno alla balena presa in Taranto nel febbraio 1877, in Atti della R. Acc. di scienze fisiche e matematiche di Napoli, VII (1878), 1, pp. 1-43; Manière d'observer la circulation dans les poumons du triton, in Compte rendu de la 7e session de l'Ass. franç. pour l'avancement des sciences, Paris 1878; Relazione intorno ad una visita fatta nei musei zoologici e zootomici di Parigi, Londra, Amburgo, Copenaghen, Leida, Anversa, Lovanio e Bruxelles. Lettera ad un amico, Savigliano 1878; La Balaena Macleajus del Museo di Parigi (Macleayus Australiensis Gray - B. Australis Desm.) descritta dal dott. Gasco, in Annali del Museo civico di storia naturale di Genova, XXIV (1879), pp. 509-551; Il balenotto catturato nel 1854 a San Sebastiano (Spagna) per la prima volta descritto, ibid., pp. 573-608; Intorno alla storia dello sviluppo del tritone alpestre (Triton alpestris), ibid., XVI (1880-81), pp. 83-148; Les amours des Axolotls, in Bull. de la Soc. zoologique de France, VI (1881), pp. 151-162; L. Spallanzani, in Il Caffaro, 1881, n. 17 (Supplemento); Riforma dell'istruzione superiore. Discorso pronunciato alla Camera dei deputati…, Roma 1891; Libertà d'insegnamento e libertà di studio, Roma 1892; C. Darwin, Firenze 1893.

Fonti e Bibl.: Necr. in Monitore zoologico italiano, V (1894), p. 259; D. Vinciguerra, F. G., Roma 1895; G.B. Grassi, I progressi della biologia… nell'ultimo cinquantennio, Roma 1911, p. 116.

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