EGER

Enciclopedia Italiana (1932)

EGER (ted. Erlau; A. T., 59-60)

Elio MIGLIORINI
Tibor GEREVICH

Città dell'Ungheria settentrionale (ventesimasesta nello stato per numero d'abitanti), 170 m. s. m., 110 km. a NE. di Budapest, sulla linea ferroviaria Füzesabony-Putnok che si stacca dalla Budapest-Miskolc, presso le ultime pendici del gruppo calcareo di Bükk (m. 959), nella valletta del fiume Eger, affluente di destra del Tibisco. Il cli na vi è alquanto continentale (precipitazioni annue 600 mill.; media temperatura annua 9°,6; gennaio −3°; luglio 21°,3). Eger è capoluogo del comitato di Heves (3761 kmq. e 316.468 ab.) e a differenza degli altrì centri della pianura ha l'aspetto piuttosto di cittadina che di grosso villaggio. È sede (dal 1804) d'un arcivescovado cattolico, d'un'Accademia di diritto e di altri istituti d'istruzione. Un tempo era anche notevole fortezza. Ricordo dell'occupazione turca (1597-1687) è un alto minareto 35 m.), ottimamente conservato. Nel centro della città sgorga una fonte d'acqua calda (31°). L'ultimo censimento ha contato 30.328 ab. in maggioranza cattolici (2600 ebrei e 950 riformati). Gli abitanti sono per la massima parte dediti all'agricoltura. Diffusa è la coltura della vite (il vino rosso, egri bor, è noto in tutta l'Ungheria) e delle frutta. Vi sono zuccherifici, fabbriche dì cemento e di concimi.

Monumenti. - Degli antichi monumenti, distrutti sotto il dominio turco, non rimangono che un capitello della prima cattedrale romanica e un pilastro della sontuosa cattedrale gotica, eretta sul posto della prima, nei secoli XIV e XV. La città deve la sua risurrezione monumentale alla munificenza dei vescovi del sec. XVIII, e ne ebbe l'impronta. La chiesa dei frati minori (1758-73 [è uno dei più bei monumenti barocchi in Ungheria; è un gioiello del rococò la palazzina del preposito minore, ornata con un affresco del Kracker (1774). Ricordiamo anche la Prefettura (1750-56) dal ricco cancello in ferro battuto. Su disegno di Giacomo Fellner di Pest, fu costruito (1765-85) l'attuale Liceo arcivescovile che contiene importanti affreschi di Maulpertsch, Kracker e Sigrist; e (1763-66) il palazzo arcivescovile. La cattedrale fu eretta su disegno di Giuseppe Hild, in stile neoclassico, tra il 1831 e il 1836 dall'arcivescovo Ladislao Pysker, già patriarca di Venezia, il quale fece ornare la bella facciata e l'atrio con figure allegoriche e rilievi dallo scultore Marco Casagrande, chiamato da Venezia. La Galleria, nel palazzo del Liceo, ha pitture attribuite a Dosso Dossi, al Pontormo, al Domenichino, al Maratta, a Iacopo Bassano, al Cagnacci.

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