Berselli, Edmondo

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Giornalista e scrittore italiano (Campogalliano, Modena, 1951 - Modena 2010). Una delle figure più eclettiche dell’editoria e del giornalismo italiano, è stato un attento osservatore e commentatore dei fatti sociali, economici e culturali del paese. Ha iniziato la carriera nel 1976 come correttore di bozze presso la casa editrice Il Mulino dove ha poi lavorato fino al 2000 ricoprendo vari incarichi, in particolare nell'omonima rivista di cui è stato dal 1986 redattore capo, dal 1995 al 1999 vicedirettore e dal 2002 al 2008 direttore. Ha scritto articoli per le più importanti testate italiane (Il Resto del Carlino, Il Messaggero, La Stampa, Il Sole 24 ore), spaziando dallo sport alla televisione, dalla politica alla cultura, fino a diventare editorialista di politica per la Repubblica e collaboratore de L’Espresso. È autore di numerosi saggi, in cui con stile ironico e pungente ha offerto una lucida analisi della società italiana; tra questi si ricordano L’Italia che non muore (1995), Il più mancino dei tiri (1995), Canzoni (1999), Post italiani: cronache di un paese provvisorio (2003), Venerati maestri (2006), Adulti con riserva. Com'era allegra l'Italia prima del '68 (2007), Sinistrati - Storia sentimentale di una catastrofe politica (2008), Liù: biografia morale di un cane (2009) e L’economia giusta (2010). Postumi sono stati pubblicati i volumi Quel gran pezzo dell’Italia. Tutte le opere 1995-2010 (2011) e Cabaret Italia (2020), che ne raccoglie scritti e articoli.

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