DUNKERQUE

Enciclopedia Italiana (1932)

DUNKERQUE

Emmanuel DE MARTONNE
Georges BOURGIN
Jacques VIANOXEN

(A. T., 32-33-34) - Città marittima della Francia, capoluogo di arrondissement nel dipartimento del Nord. È situata sulla costa della Fiandra, che si affaccia al Mare del Nord, piatta, bassa, orlata di dune. Posta nel luogo dove si congiungono i canali di Bergues, di Furnei, di Moëres, di Mardyck e di Bourbourg (il più importante perché accessibile a battelli di 280 tonn.), la città deve oggi la sua fortuna al suo porto, per quanto le merci arrivate o partite per via acquea interna non segnino cifre notevoli. Il porto si apre su una buona rada con fondali di profondità da 14 a 18 m. a bassa marea. Nel porto bisogna distinguere due parti: la prima - molto meno importante - situata di là dalle chiuse, nella quale nessuna nave importante può restare alla fonda per non incagliare a marea bassa; la seconda - realmente attiva - protetta dalle chiuse. In quest'ultima le banchine sono lunghe metri 9989; le 5 grandi darsene hanno 60 ettari di superficie; l'arredamento è composto da 120 gru, 4 bacini di carenaggio, 83.927 mq. di depositi coperti, oltre a magazzini specializzati (fra cui un frigorifero, silos, serbatoi per combustibili, liquidi, ecc.). Il movimento portuale ha raggiunto, nel 1929, 5.400.000 tonn. con un aumento del 41% rispetto al 1925. Dunkerque è anche porto di pesca nel quale viene armata una flottiglia d'una cinquantina di navi pescherecce di alto mare.

Dunkerque ha oggi 35.000 ab. (32.945 secondo il censimento del 1926) ed è il quinto fra i porti francesi. È lo scalo d'importazione delle materie prime (cereali, ferro e acciaio, nitrati, carbone) destinate ad alimentare la regione industriale del Nord e Nord-Est, ed è anche il più facile sbocco per l'esportazione dei loro prodotti. Il porto francese esercita viva concorrenza ad Anversa e, più specialmente, a Gand nei riguardi del traffico del Nord e del Nord-Ovest della Francia, che si svolge per vie acquee interne. Mediante un'abile politica ferroviaria le industrie dell'Est della Francia riescono a quotare gli stessi prezzi fob Anversa o Dunkerque. Ma il primo porto viene spesso a ottenere il sopravvento mediante la mitezza delle spese portuali, l'abbondanza del nolo di uscita, l'abbondanza delle linee regolari (190), la diversità dei prodotti trasportati. L'industria è rappresentata dalla tessitura e filatura del lino, da fabbriche di merletti, di cordami, da segherie e anche da cantieri di costruzione navali.

Monumenti. - L'unico notevole edificio antico è la chiesa di S. Eligio, ancora gotica sebbene della fine del sec. XVI: è a tre navate di uguale altezza. Contiene i resti di Jean Bart e di sua moglie. In ogni epoca l'attività architettonica a Dunkerque fu volta principalmente ai lavori del porto, alle mura: e nel secolo XVII, coi vasti progetti del Vauban, la città divenne un modello d'architettura militare. Del sec. XVIII sono la chiesa e il monastero di S. Giovanni Battista. Parecchi quadri provenienti dalle chiese formarono il nucleo del museo. Artisticamente, le costruzioni moderne non offrono alcun interesse.

Storia. - Secondo la tradizione, Dunkerque dovrebbe la sua esistenza a sant'Eligio, che vi avrebbe costruita una cappella in mezzo alle sabbie nel sec. VII. Nel sec. IX la modesta borgata che circondava questa cappella avrebbe preso il nome di Dünekerke (in fiammingo: "chiesa delle sabbie"); essa si sviluppò poi a poco a poco sotto il dominio dei conti di Fiandra e a cominciare dalla metà del sec. XIV sotto quello dei conti di Bar. Dal 1384 al 1477 appartenne alla potente casa di Borgogna, dal 1477 al 1513 alla casa d'Austria, dal 1513 al 1568 alla Spagna. Ceduta dalla Francia all'Inghilterra di Cromwell, Dunkerque nel 1662 fu di nuovo venduta da Carlo II Stuart a Luigi XIV per quattro milioni.

Il re di Francia la fece subito fortificare da Vauban. Da Dunkerque uscirono famosi corsari come Jean Bart e il cavaliere di Forbin. Ma col trattato di Utrecht (1713) l'Inghilterra impose alla Francia la distruzione del bacino e dei bastioni. Luigi XV eresse di nuovo le fortificazioni di Dunkerque, e i corsari ripresero le loro corse d'un tempo. Tuttavia due volte, coi trattati di Aquisgrana e di Parigi (1748 e 1763), gl'Inglesi imposero al governo francese il disarmo di Dunkerque. Questo disarmo fu però eseguito soltanto in parte e, durante la rivoluzione, la marina di Dunkerque mandò un ultimo bagliore. La città, assediata nel 1793 dal duca di York, fu liberata in seguito dalla vittoria di Hondschoote. Napoleone abbandonò Dunkerque, alla quale preferiva Anversa. Sotto il Secondo Impero, e soprattutto sotto la terza Repubblica, furono eseguiti grandi lavori, che hanno fatto di Dunkerque la quinta città marittima della Francia, e le assicurano un avvenire ancora più brillante. Durante la guerra mondiale, parecchie volte bombardata dai Tedeschi, la città ha mantenuto la sua vecchia fama di coraggio.

Bibl.: P. De Rousiers, Les grands ports de France, Pargigi 1909, pp. 1-48; Notices sur la ville et le port de Dunkerque, Dunkerque 1895; Faulconnier, Description historique de Dunkerque, Bruges 1730; H. Malo, Les corsaires dunkerquois et Jean Bart, Parigi 1912; Statist. archéol. du départ. du Nord, Lille 1867; C. Dehaisnes, Le Nord monumental et artistique, Lille 1897.

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