DIMINI

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

DIMINI

L. Guerrini

Stanziamento preistorico nella Tessaglia orientale, a pochi km ad O di Volo. Il massimo fiorire della cultura di D. occupa il secondo periodo tessalico (= Thessaly ii), seguente al I periodo o di Sesido (dal nome di altra località prossima). Cronologicamente da prima ritenuto completamente del periodo neolitico (cronologia Wace-Thompson, Hansen), D. appare, invero, occupare il periodo finale del Neolitico e l'inizio della prima Età del Bronzo (Antico Elladico; cronologia Levi e Matz): sono infatti attestati, anche se in piccolo numero, armi e oggetti di importazione, in metallo.

L'abitato si presenta per la prima volta circondato da mura di difesa; il loro percorso segue all'incirca l'andamento della collina ed è quindi circolare. Si contano sino a sette giri di fortificazioni, con uno spazio tra loro di circa 5 m, che hanno uno spessore di m 0,60-1,40 e non presentano torri o bastioni, ma strette aperture. Le mura sono costruite in piccole pietre locali cementate con terra. Il cerchio interno di fortificazione determina uno spiazzo entro cui sono chiare tracce di piccoli edifici e un mègaron, struttura architettonica che appare qui per la prima volta nella Grecia continentale: esso consta di un vano rettangolare con il focolare al centro e ai lati due colonne in legno che reggevano il tetto, aperto per l'uscita del fumo; un portico con due colonne, pure in legno, e un piccolo ambiente retrostante, il cui muro di fondo si presenta curvo, perché viene usato un tratto del giro interno delle mura. Un altro mègaron rettangolare e senza colonne occupa uno deglî spazi tra i percorsi più esterni delle mura. Nello spazio centrale, una serie di brevi muri addossati perpendicolarmente alle mura forse preannunciano una struttura architettonica simile alle posteriori stoài (porticati).

La ceramica tipica di D. è quella dipinta: bicolore (scuro su fondo crema o rosso lustro, bianco su rosso, chiaro su fondo scuro), o policroma (si aggiungono il bianco e il rosso). Il repertorio disegnativo comprende il meandro semplice, fasce curvilinee, linee spezzate o ondulate (la cosiddetta ripple ware), scacchiera e spirale. Le forme più tipiche sono i vasi sferici o sferico-schiacciati con lungo collo tronco-conico, piedistalli a fruttiera, ecc. Rara è la ceramica, di impasto rozzo, monocroma, in forme semplici (pìthoi a cordonature, mestoli, ecc.) o con decorazione incisa, per lo più riempita di un colore biancastro. Si aggiungano ancora le figurine plastiche fittili: in ispecie idoli steatopigi o figure femminili che stringono al seno un bambino.

Ad O dello stanziamento preistorico è una tomba a thòlos (del periodo Tardo Elladico) che segue il tipo più diffuso: un dròmos (corridoio) conduce alla thòlos, costruita in piccole pietre locali; nell'interno, addossato alla parete, è un piccolo recinto rettangolare, simile a quello della thòlos di Thorikos.

Bibl.: C. Tzountas, Αἱ προϊστορικαὶ ᾿Ακροπόλεις Διμηνίου καὶ Σέσκλου, Atene 1908; A. J. B. Wace-H. S. Thompson,Prehistoric Thessaly, Cambridge 1912; D. Levi, in Enc. Ital., XI, 1931, p. 870, s. v. Cretese-Micenea, Civiltà; H. D. Hansen, Early Civilisation in Thessaly, Baltimora 1933, p. 62 ss.; N. D. Papachatzis, ῾Η περιοχὴ τοῦ Βόλου, Volo 1954.