COSTANTINOPOLI

Enciclopedia dell' Arte Antica (1973)

Vedi COSTANTINOPOLI dell'anno: 1959 - 1973 - 1994

COSTANTINOPOLI (v. vol. ii, p. 88o ss.)

O. Feld

Scavi e ricerche hanno arricchito in quest'ultimo decennio le conoscenze della C. tardo-antica. La scoperta della chiesa di Polyeuktos e i trovamenti nell'area del Palazzo di Lausos sono risultati particolarmente significativi di questi lavori. Osservazioni a seguito della costruzione di strade e singoli trovamenti hanno portato a chiarimenti della topografia e all'arricchimento di monumenti.

1. Topografia. - Lungo la Mese sono state trovate canalizzazioni e presso il Palazzo di Lausos, come presso la Moschea di Bayazit sono stati accertati locali commerciali; perciò la moderna via Divan Yolu segue molto precisamente l'antica Mese. Il lastricato del Foro di Costantino è stato messo in luce a S della Colonna in una costruzione; fra i singoli trovamenti in questo luogo è un ritratto del tempio di Tiberio. Nelle fondazioni del Bagno di Bayazid è stato liberato un frammento ben conservato della Colonna di Teodosio e di fronte i resti dell'arco. Presso quest'ultimo non si è trovato alcun altro zoccolo; l'asse dell'Arco è perciò quello della Mese e la sua ricostruzione deve farsi soltanto con due basi.

Dal vicino Philadelphion derivano i cosiddetti Tetrarchi a Venezia; i trovamenti del Myrelaion confermano la ipotesi del Verzone e dànno forse un'indicazione per la topografia di questa zona. Il Naumann ritiene che la Mese prima del Philadelphion si dividesse; nel tratto che conduceva al Forum Bovis e alla Porta Aurea, era il Capitolium che più tardi servì come Università, per il quale il Naumann pensa alla costruzione circolare presso il Myrelaion. La via che portava alla Chiesa degli Apostoli ha avuto un nuovo punto fisso con la scoperta della Chiesa di Polyeuktos. L'Harrison crede che la strada fosse racchiusa tra la Chiesa e l'Acquedotto.

Bibl.: Botteghe: R. Naumann, in Ist. Mitt., XV, 1965, p. 145 ss.; N. Firatli, in Annual Arch. Mus. Istanb., 11-12, 1964, p. 209. Foro di Costantino: N. Firatli, ibid., p. 207 ss.; C. Mango, in Jahrbuch, I, 80, 1965, p. 306 ss. Foro di Teodosio: S. Eyice, in Ist. Mitt., VIII, 1958, p. 144 ss.; R. Duyuran, in Annual Arch. Mus. Istanb., VIII, 1958, p. 71 ss.; R. Janin, in Rev. Ètud. Byz., 21, 1963, p. 257 ss. Colonne: G. Becatti, La colonna coclide istoriata, Roma 1960. Philadelphion: P. Verzone, in Palladio, VIII, 1958, p. 8 ss.; M. Cagiano de Azevedo, in Commentari, 13-14, 1962, p. 160 ss.; R. Naumann, in Ist. Mitt., XVI, 1966, p. 209 ss.; M. Cagiano de Azevedo, in Rend. Pont. Acc., XXXIX, 1966-67, p. 153 ss. Mese: R. M. Harrison - N. Firatli, in Annual Arch. Mus. Istanb., 13-14, 1967, p. 131.

2. Costruzioni profane. - Ad O dell'Ippodromo, vicino al Palazzo di Antioco noto già dal 1942, è venuto in luce un complesso di costruzioni più volte modificato, nella cui prima fase si pensa di vedere il Palazzo di Lausos. Ad un piccolo portico semicircolare si unisce una costruzione più ampia, circolare, con dieci nicchie, che serviva di passaggio ad una sala con un vestibolo a due absidi; la sala termina in un'abside e ha sui lati lunghi tre altre absidi aggiunte più tardi. La destinazione non è chiara, tuttavia il triclinio del palazzo carolingio lateranense ha una simile pianta e ambedue le costruzioni hanno il loro modello nel decaneacubita del palazzo imperiale di Costantinopoli.

Bibl.: R. Naumann- H. Belting, Die Euphemiarkirche am Hippodrom zu Istanbul, Berlino 1965; R. Naumann, in Ist. Mitt., XV, 1965, p. 135 ss.; R. Janin, in Rev. Etud. Byz., XXIII, 1965, p. 252 ss.; R. Krautheimer, in Tortulae, Studien s. altchristl. und byz. Monumenten, ed. W. N. Schumacher, Friburgo 1966, p. 195 ss.; Rom. Quartalschr., 30 Suppl. 1967.

La costruzione rotonda presso il Myrelaion con muri spessi m 6 e con la larghezza di m 29 fu detta dal Rice un'opera del III-IV sec., cioè la più antica costruzione conservata in C., ma ora gli scavi hanno mostrato che è più tarda e che fa parte di un complesso più grande. A N e a S presenta una facciata rettilinea con larghi ingressi, a N inoltre presenta anche un portico a colonne. Per la domus Arcadiae ricordata nella Notitia Urbis, alla quale hanno pensato il Naumann e il Cagiano, la decorazione rinvenuta sembra troppo avanzata. All'esterno nel lato NE, dinanzi all'ingresso di una scala a chiocciola è stato trovato il piede che mancava ad uno dei cosiddetti Tetrarchi di Venezia.

Bibl.: D. T. Rice, in Atti VIII Congr. Intern. Studi Bizant., II, Roma 1953, p. 236 ss.; R. Naumann, in Ist. Mitt., XV, 1965, p. 138; XVI, 1966, p. 199 ss.; M. Cagiano de Azevedo, in Rend. Pont. Acc., XXXIX, 1966-67, p. 153 ss.

Nel secondo cortile del Serraglio si sono trovati banchi marmorei dell'Ippodromo e una seconda base di statua ornata di rilievi, prima colà esposta, dell'auriga Porfirio. L'Obelisco secondo il Wrede era il monumento di un trionfo, la cui celebrazione ebbe luogo in Roma nel 389; come modello avrebbe servito l'Obelisco di Costanzo del 357 nel Circo Massimo. I Cavalli di San Marco a Venezia sono stati ritenuti dal Crome un dono votivo dei Rodi a Delfi, che a C. erano stati posti sul Milion e più tardi nell'Ippodromo.

Bibl.: J. Theodorides, Les animaux des jeux de l'Hippodrome et des Menageries imperiales à C., in Byzantinoslavica, XIX, 1958, p. 73 ss.; R. Guilland, Études sur l'Hippodrome de C., in Jahrb. Oester. Byz. Gesell., VI, 1957, p. 25 ss.; id., in Byzantinoslavica, XXIII, 1962, p. 203 ss.; XXV, 1964, p. 234 ss.; XXVI, 1965, p. i ss.; XXVII, 1966, pp. 26 ss.; 289 ss.; XXVIII, 1967, p. 262 ss.; A. W. Byvanck, De Obelisk von C., Amsterdam 1960; A. Rollas, Les nouvelles travailles de Topkapi Saray, in Annual Arch. Mus. Istanb., 11-12, 1964, p. 201 ss.; B. K. Weis, Kaiser Julians Obelisken-Brief an die Alexandriner, in Hermes, 92, 1964, p. 106 ss.; id., in Δελτ. Χριοτ. ᾿Αρχ. Ετ., 1964-65, p. 281 ss.; K. Mamones, ῾Ο μεγαλός ἱππόδρομος τῆς Κ., in ᾿Αρχεῖον τοῦ Φρακ. λαογρ. καὶ γλουσσικοῦ ϑησαυροῦ, XXXI, 1965; N. Firatli-H. Wrede, in Ist. Mitt., XVI, 1966, p. 178 ss. Colonna dei serpenti: V. L. Ménage, in Anatol. Stud., XIV, 1964, p. 169 ss.; W. Gauer, Weihgeschenke aus den Persekriegen, Tubinga 1968 (Ist. Mitt., Beiheft, 2).

Stele di Porfirio: N. Firatli - A. Rollas, in Annual Arch. Mus. Istanb., 11-12, 1964, p. 202 ss. Quadriga: J. F. Crome, in Bull. Corr. Hell., 87, 1963, p. 209 ss.

Due colossali capitelli databili intorno al 500, trovati ugualmente al Serraglio, appartennero certamente a qualcuna delle molte statue di aurighi che erano esposte su colonne nell'Ippodromo, all'Augusteo, presso il Milion, ecc.

Bibl.: N. Firatli-A. Rollas, in Annual Arch. Mus. Istanb., 11-12, 1964, p. 199 ss.

3. Mura e porte. - Nel periodo severiano secondo il Müller-Wiener non ci fu alcun ampliamento della città e non fu costruita alcuna nuova cerchia di mura; Byzantion fu ricostruita assolutamente nell'area antica.

Bibl.: R. Duyuran, A propos des premiers travaux de restauration de Yedikule, in Bulletin Officiel du Touring et Automobile Club de Turquie, 208-209, 1959, p. 21 ss.; W. Müller-Wiener, Zur Frage der Stadtbefestigung von Byzantion, in Bonner Jahrb., 161, 1961, p. 165 ss.; R. Janin, La Porte d'Attale, in Rev. Ét. Byz., XXI, 1963, p. 268; F. Dirimtekin, Les murailles de C., in Corsi di... Ravenna, 1965, p. 211 ss. Mura verso il mare: V. Grumel, in Byzantinoslavica, XXV, 1964, p. 217 ss.; C. Mango, in Jahrbuch, LXXX, 1965, p. 317 ss.

4. Necropoli e tombe imperiali. - Le necropoli di Byzantion si stendevano principalmente lungo la Mese; presso il Foro di Costantino come pure nella Piazza Bayazit, vicino a Suleimaniye e presso Unkapani sono state trovate molte stele funerarie e sarcofagi, che vanno dal periodo ellenistico fino al III sec. d. C., fra cui stele di soldati romani con iscrizione latina.

Bibl.: N. Firatli, in Annual Ayasofya Mus., 2, 1960, p. 51 ss.; id., in Annual Arch. Mus. istanb., 11-12, 1964, p. 207 ss.; id., Le stèles funéraires des Byzance gréco-romaine, Parigi 1964; id., in Annual Arch. Mus. Istanb., 13-14, 1967, pp. 188 ss.; 225 ss.

Al tempo cristiano appartengono gli ipogei presso S. Sofia, presso la Cisterna di Mokios, ecc. A Tas̥kasap e a Capa è venuto in luce un cimitero con sarcofagi in vista, la cui fronte è ornata di rilievi a somiglianza dei sarcofagi a colonne.

Bibl.: N. Firatli, in Cahiers Arch., XI, 1960, p. 73 ss.; id., in Annual Arch. Mus. Istanb., X, 1962, p. 116 ss.; F. Dirimtekin, ibid., p. 109 ss.; N. Firatli, in Tortulae, Studien z. altchristl. u. byz. Monumenten, edito da W. N. Schumacher, Friburgo 1966, p. 131 ss. (Röm. Quartalschr. 30 Suppl.).

Sulle tombe imperiali presso la Chiesa degli Apostoli nuove fonti ci forniscono dati più precisi. C. Mango ha dimostrato contro lo Sclmeider che presso il Palazzo non era alcun mausoleo.

Bibl.: G. Downey, in Journ. Hell. Stud., LXXIX, 1959, p. 27 ss.; Ph. Grierson, in Dumb. Oaks Pap., XVI, 1962, p. i ss.; G. Bovini, in Corsi... Ravenna, 1962, p. 155 ss.; C. Mango, in Dumb. Oaks Pap., XVI, 1962, p. 397 ss.

5. Chiese. - Sant'Irene. L'atrio del VI sec. malgrado molti cambiamenti è conservato nel suo nucleo e permette una ricostruzione. Negli annessi a S della chiesa è stato supposto l'ospedale di Sansone.

Bibl.: J. Lafontaine, in Byzantion, 29-30, 1959-60, p. 364 ss.; F. DIrimtekin, in Cahiers Archéol., XIII, 1962, p. 161 ss.; P. Grossmann, in Ist. Mitt., XV, 1965, p. 186 ss.

SS. Apostoli. Secondo il Krautheimer il primo impianto era una costruzione cruciforme con cupola, sotto la quale fra i cenotafi degli Apostoli giaceva la tomba di Costantino. Alla traslazione delle reliquie degli Apostoli è condizionata la costruzione aggiunta del Mausoleo seguita dalle sepolture degli imperatori sotto Costanzo. Accanto a questa tesi poggiante sull'iconologia architettonica sta l'opinione del Deichmann che vede il modello nella costruzione di Tor Pignattara (Roma). Si sono trovate parti della decorazione marmorea della nuova costruzione del VI secolo,

Bibl.: R. Krautheimer, in Mullus, Festschrift Th. Klauser, Münster 1964, p. 224 ss.; (Jahrb. Antike u. Christent., Suppl. I); id., in Atti VI Congresso Inter. Archeol. Crist., Città del Vaticano 1965, p. 571 ss. Costruzione giustinianea: S. Eyice, in Cahiers Archéol., 8, 1956, p. 63 ss.; R. Krautheimer, in Mèlanges E. Tisserant, II, Città del Vaticano 1964, p. 265 ss. Studî e Testi 232.

Theotokos Chalkopratia. Scavi hanno messo in luce una piccola cripta cruciforme dinanzi all'abside, che è nota anche in S. Giovanni di Studios (Arch. Anz., 1939, c. 202). In una piccola costruzione a pianta centrale sul lato N della chiesa sotto moderne abitazioni J. Lafontaine vede la cappella delle reliquie per il Cinto di Maria, il Kleiss le sostruzioni di un battistero.

Bibl.: J. Lafontaine, in Byzantion, 29-30, 1959-60, p. 366 ss.; W. Kleiss, in Ist. Mitt., XV, 1965, p. 149 ss.; XVI, 1966, p. 217 ss.

S. Giovanni Battista ad Hebdomon. Per la costruzione di un nuovo ospedale sono stati demoliti i resti dell'abside.

S. Polyeuktos. Fondata da Eudocia, moglie di Teodosio II, e rinnovata da Anicia Giuliana (morta nel 527-28), moglie di Areobindo (Anth. Gr., i, 10, ed. Beckby); già nel 1204 la chiesa era in rovina. Nel 1960 in occasione di lavori stradali si misero in luce frammenti marmorei che derivavano dalla chiesa; gli scavi relativi non sono ancora terminati. La navata mediana di m 62 × 51 della grande costruzione era probabilmente coperta con una cupola. Della ricchissima scultura architettonica, alla quale appartiene anche il cosiddetto Pilastro di Acco a Venezia, sono conservati molti pezzi; la loro alta qualità è al livello delle decorazioni di S. Sofia, pur con un altro linguaggio formale.

Bibl.: J. Lafontaine, in Byzantion, 29-30, 1959-60, p. 359 ss.; I. Sevcenko, ibid., p. 386; F. Dirimtekin, in Annual Ayasofya Mus., 2, 1960, p. 42 ss.; C. Mango-I. Sevcenko, in Dumbarton Oaks Pap., XV, 1961, p. 243 ss.; R. Janin, in Rev. Et. Byz., 21, 1963, p. 260 ss.; R. M. Harrison-N. Firatli, in Türk Arkeoloji Derg., XIII, 1964, p. 108 ss.; id., in Dumbarton Oaks Pap., XIX, 1965, p. 230 ss.; XX, 1966, p. 223 ss.; XXI, 1967, p. 273 ss.; id., in Annual Archaeol. Mus. Istanb., XIII-XIV, 1966, p. 128 ss.

Kalenderhane Camii. Nella costruzione medievale sono incorporati resti struttivi più antichi che lo Striker attribuisce in parte ad una chiesa del VI sec. il cui nome è ancora ignoto.

Bibl.: C. L. Striker - Y. D. Kuban, in Dumbarton Oaks Pap., XXI, 1967, p. 267 ss.

S. Sofia.

Bibl.: A. van Nice, Saint Sophie in Istanbul, Washington 1965; H. Jantzen, Die Hagia Sophia, Colonia 1966; H. Kähler - C. Mango, Die Hagia Sophia, Berlino 1967; C. Mango, The Mosaics of St. Sophia at Istanbul, Washington 1962, Dumbarton Oaks Stud., 8; G. Downey, The name of... Hagia Sophia, in Harvard Theol. Rev., LII, 1959, p. 37 ss.; C. Delvoye, S. Sophie de C., in Corsi di ... Ravenna, 1959, p. 39 ss.; P. A. Michalis, A propos des plans d'Hagia Sophia, in Akten XI Intern. Byz. Kongr., Monaco 1960, p. 376 ss.; id., L'estétique d'Hagia Sophia, in Corsi di ... Ravenna, 1963, p. 208 ss.; W. Kleiss, Beobachtungen in der Hagia Sophia, in ist. Mitt., XV, 1965, p. 168 ss.; St. Xydis, The chancel barrier, solea and ambo of Hagia Sophia, in Art Bull., XXIX, 1947, p. i ss.; E. Weigand, Die Ikonostase der justinianischen Sophienkirche in K., in Gymnasium und Wissenschaft. Festgabe des Maximiliansgymnasiums München, ed. A. Schwerd, Monaco 1949, p. 176 ss. Porte: C. Bertelli, Notizia preliminare sul restauro di alcune porte di S. Sophia, in Boll. Ist. Centr. Rest., 34-35, 1958, p. 95 ss.; P. A. Underwood, Notes on the work of Byzantine Institute in Istanbul 1957-59, in Dumbarton Oaks Pap., XIV, 1960, p. 205 ss. (porte e decorazione in opus sectile); F. Dirimtekin, The bronze doors of S. Sophia, in Annual Ayasofya Mus., III, 1961, p. 42 ss. Stucchi: E. Hawkins, Plaster and stucco cornices in Hagia Sophia, in Actes XII Congr. Et. Byz., III, Belgrado 1964, p. 131 ss. Battistero: F. Dirimtekin, in Türk Arkeolojii Derg., XII, 1963, p. 54 ss. Skeuophylakion: F. Dirimpekin, in Rev. Etud. Byz., XIX, 1961, p. 390 ss. Patriarcato: in Rev. Etud. Byz., XX, 1962, pag. 131 ss.; F. Dirimtekin, in Ist. Mitt., XIII-XIV, 1963-64, p. 113 ss.; id., in Annual Ayasofya Mus., VI, 1965, p. 11 ss.

SS. Sergio e Bacco.

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Chiesa del Convento Chora.

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Chiese in generale.

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6. Musei. - Fra i numerosi pezzi nuovi di particolare. significato sono le stele greco-persiane di Daskyleion, un koùros di grandezza superiore a quella naturale proveniente da una collezione privata in Tekirday, che sembra il più antico dei koùroi ionici orientali, una testa di Arcadio trovata presso la nuova costruzione dell'Università di Istanbul e i sarcofagi con scene cristologiche da C. e dai dintorni. Anche il Museo di S. Sofia possiede una collezione di lastre a rilievo cristiane.

Bibl.: Pubblicazioni periodiche in Annual Archaeol. Mus. Istanb., VIII, 1958 ss.; e in Annual Ayasofya Mus., I, 1959 ss.; A. Müfit, Erwerbungsbericht des Antikenmuseums zu Istanbul seit 1914, in Arch. Anz., 1931, p. 173 ss.; Resimli Rehber, Sumer, AKat, Asur, Babil, Hitit, Eski Misir ve Arabistan Eserleri Koleksiyonlari, Istanbul 1955; N. Firatli, A short Guide to the Byzantine Works of Art in the Archaeological Museum of Istanbul, Istanbul 1955; R. Duyuran, An illustrated Guide to the Greek, Roman and Byzantine architectural and sculptural Collections in the Archaeological Museums of Istanbul, Istanbul 1956; N. Firatli, prepara un catalogo della sezione bizantina.

Stele di Daskileion: F. Moore Cross, in Bull. Amer. School Oriental Res., 184, 1966, p. 7 ss.; G. M. A. Hanfmann, ibid., p. 10 ss.; E. Akurgal, in Iranica Antiqua, VI, 1966, p. 147 ss. Koùros: N. Firatli, in Annual Archaeol. Mus. Istanb., XIII-XIV, 1967, p. 228; N. Dolunay, ibid., XIII-XIV, 1967, p. 97 ss.; A. Dupont Sommer, ibid., p. 112 ss. Testa di Arcadio: N. Firatli, in Amer. Journ. Arch., LV, 1951, p. 67 ss. Sarcofagi: N. Firatli, in Amer. Journ. Arch., LV, 1951, p. 112 ss. Testa di Arcadio: N. Firatli, in Amer. Journ. Arch., LV, 1951, p. 67 ss. Sarcofagi: N. Firatli, in Cahiers Archéol., XI, 1960, p. 73 ss.; XVI, 1966, p. i ss.