COMUNITÀ FRANCESE

Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)

COMUNITÀ FRANCESE (fr. Communauté française)

Francesco CATALUCCIO

Come l'idea d'una Unione francese (v. App. II, 11, p. 1063, e in questa App.) era stata lanciata nel 1944 dal gen. Ch. de Gaulle a Brazzaville soprattutto per facilitare una soluzione di compromesso tra le aspirazioni d'indipendenza dei territorî dell'Indocina francese e gli interessi politici ed economici della Francia, così lo stesso gen. de Gaulle, tornato alla testa del governo francese con pieni poteri il 1° giugno 1958, lanciò l'idea d'una Comunità francese col precipuo intento di stabilire un qualche vincolo costituzionale tra la Francia e i territorî dell'Africa nera che premevano con sempre maggiore insistenza e vivacità politica per sciogliere ogni vincolo coloniale ed ottenere la piena autonomia interna. La legge-quadro del 23 giugno 1956, con la quale Parigi aveva inteso andare incontro alle rivendicazioni degli indigeni per la partecipazione al governo dei loro territorî, attraverso assemblee territoriali elettive e consigli di governo, invece di soddisfare le popolazioni interessate aveva accresciuto le esigenze dei movimenti nazionalistici ed apparve, non appena applicata, già superata dalla realtà politica degli otto territorî dell'Africa Occidentale Francese (Senegal, Mauritania, Guinea, Costa d'Avorio, Alto Volta, Dahomey, Sudan, Niger), dei quattro territorî dell'Africa Equatoriale Francese (Gabon, Medio Congo, Ubanghi Sciari e Ciad) e del Madagascar. In un discorso del 24 agosto 1958 - tenuto a Brazzaville, come nel 1944 - de Gaulle, partendo dalla constatazione sia del diritto dei popoli africani ad avere la responsabilità completa della loro vita interna, sia della necessità nel mondo moderno che si abbiano grandi complessi economici politici culturali e difensivi, propose che la Francia e i suoi territorî d'oltremare formassero insieme una comunità nella quale ciascuno avesse un governo libero e d'altra parte fosse messo in comune, nell'interesse di tutti, un settore di attività comprendente la difesa, i rapporti esterni politici ed economici, la direzione della giustizia, dell'insegnamento e delle grandi comunicazioni. Egli annunziò che la comunità si sarebbe articolata su alcune istituzioni: un presidente della comunità, un Consiglio esecutivo (costituito dai capi di governo e dai ministri incaricati degli affari comuni), un Senato della comunità riunente i rappresentanti di tutti i territorî e della metropoli per deliberare sugli affari comuni, e una Corte arbitrale competente a regolare le controversie eventuali tra due o più membri della comunità. Il dato "liberale" del progetto consisteva nella non obbligatorietà di partecipazione alla comunità e nella facoltà per i membri della comunità di uscirne quando lo desiderassero.

Nel referendum costituzionale svoltosi il 28 settembre 1958 - la Costituzione si occupava della Comunità al titolo XII (artt. 77-87) - tutti i territorî francesi d'oltremare, ad eccezione della Guinea che optò per l'indipendenza immediata, votarono a favore. La Comunità risultò composta dalla Repubblica francese e da dodici repubbliche africane. Durante il 1959 si sviluppò il processo organizzativo della Comunità con l'entrata in funzione dei varî organi previsti dalla Costituzione. Particolarmente attivo fu l'organo più importante, il Consiglio esecutivo, che si riunì successivamente a Parigi nel febbraio, ancora a Parigi nel marzo e nel maggio, a Tananarive nel luglio, a Parigi nel settembre e a Saint-Louis del Senegal nel dicembre.

Non era però ancora giunto a termine il processo di costituzione dei suoi organi, che la Comunità vide rimessa in discussione la sua natura con la richiesta dell'indipendenza completa, cioè del trasferimento delle competenze comuni ai singoli stati, dapprima della Federazione del Mali (28 settembre) e poi (15 dicembre) del Madagascar. Poiché il governo francese cedette alla richiesta, il movimento di indipendenza si estese nella prima metà del 1960 agli altri paesi membri della Comunità. Venne in tal modo a cessare il concetto ispiratore della Comunità e questa si ridusse ad una associazione di stati con vincoli assai generici sul tipo del Commonwealth britannico.

Bibl.: L'Année politique, 1958 et 1959 (Parigi 1959-1960); D. F. Golidec, L'évolution des territoires d'Outre-Mer depuis 1946, Parigi 1958; R. Rainero, Il risveglio dell'Africa nera, Bari 1960; Community or Commonwealth, in The Economist, 18 luglio 1959.

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