Morris, Charles

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Filosofo statunitense (Denver, Colorado, 1901 - Gainesville, Florida, 1979); ha recato sul terreno del pragmatismo e del behaviorismo americani le istanze più vive delle indagini neopositivistiche europee sull'analisi del linguaggio e sul carattere linguistico dei problemi filosofici, elaborando una scienza generale dei segni linguistici, o semiotica. Egli l’ha costruita da un punto di vista biologico-behavioristico, esaminando la funzione assolta dal segno nel comportamento degli organismi; quindi, attraverso la distinzione dei vari usi del segno e dei modi di significare, è pervenuto alla classificazione dei diversi tipi di discorsi.

Vita. Condirettore della International Encyclopedia of Unified Science, vicepresidente dell'Institute for Unified Science, fu prof. nell'univ. di Chicago, dove subì l'influsso dei circoli pragmatici eredi di Ch. S. Peirce e J. Dewey e in particolare riprese alcune impostazioni del pragmatismo di G. H. Mead. All'influsso degli studiosi neopositivisti si deve invece far risalire il particolare interesse di M. per il linguaggio e il comportamento segnico.

Opere. Alla costruzione di una teoria rigorosamente comportamentistica della comunicazione segnica sono dedicati Foundations of the theory of signs (1938; trad. it. 1955 e 1963) e il fondamentale Signs, language and behaviour  (1946; trad. it. 1949, 3a ed. 1977). M. presentava una teoria generale dei segni o semiotica che individuava tre diversi livelli di analisi del linguaggio e del significato e che di tutte e tre queste dimensioni si proponeva di rendere conto facendo riferimento a comportamenti osservabili senza alcun rinvio a stati mentali privati: accanto alla semantica, studio della relazione tra i segni e gli oggetti denotati, e alla sintattica, volta a determinare le relazioni tra i segni, M. auspicava la nascita della pragmatica, interessata alle relazioni tra i segni e chi li usa. Accanto all'interesse per la semiotica, è presente nella speculazione di M. il tentativo di costruire una teoria valutativa o assiologia in grado di classificare i valori morali: M. muove da una semplice descrizione delle varie forme di vita, ma lascia intravedere una precisa preferenza per modelli di comportamento di tipo mistico, vicini a quelli privilegiati dalle religioni orientali (Six theories of mind, 1932; Paths of life: preface to a world religion, 1942; Axiologie as the science of preferential behav iour, 1949). Tra le ultime opere sono da ricordare: Signification and significance (1964); The pragmatic movement in american philosophy (1970); Writings on the general theory of signs (1971).

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