Lizzani, Carlo

Enciclopedia on line

Regista, sceneggiatore e critico cinematografico italiano (Roma 1922 - ivi 2013). Dopo aver contribuito all'affermazione del Neorealismo, soprattutto in veste di critico e sceneggiatore, si è imposto come autore di un cinema politicamente impegnato, affrontando momenti scottanti della storia italiana, dal fascismo alla cronaca più recente. Tra i suoi film: Cronache di poveri amanti (1954), Banditi a Milano (1968), Fontamara (1980), La passione di Angela (2005). Nel 2007 ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.

Vita

All'inizio degli anni Quaranta partecipò, con interventi su quotidiani e riviste, al dibattito dei gruppi universitari per un cinema d'ispirazione realistica; dalla fronda passò poi all'opposizione al regime fascista. Dopo il 1945, al seguito del settimanale di spettacolo "Film d'oggi", si trasferì a Milano, dove con i ruoli di sceneggiatore, attore o aiuto regista collaborò con Aldo Vergano, Roberto Rossellini e Giuseppe De Santis. Abbandonato il giornalismo (ma continuando a coltivare ricerche che sarebbero confluite nei suoi libri), approfondì la conoscenza del mezzo cinematografico girando documentari. Passato al film di finzione, la sua formazione teorica, marxista e fortemente venata di storicismo, lo condusse a dirigere film che ricostruivano episodi della vita italiana, senza nulla concedere all'istanza privata. Con l'esaurirsi delle poetiche neorealiste si è misurato con le forme del cinema popolare, in particolare con il poliziesco, per raccontare inquietanti episodi della cronaca italiana, come l'emergere del banditismo metropolitano, il neofascismo, la malavita. Negli anni Ottanta L. ha avviato una proficua collaborazione con la televisione pubblica, realizzando alcuni film in doppia versione. Oltre a pubblicare buona parte delle sue sceneggiature, nel corso degli anni L. ha continuato a svolgere un'intensa attività di storico e critico del cinema. È stato inoltre direttore della Mostra del cinema di Venezia (1979-82).

Opere

Dopo aver realizzato alcuni documentari (Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato, 1950), nel 1951 diresse il suo primo lungometraggio, Achtung, banditi!, storia di un episodio di guerra partigiana; cui fecero seguito: L'amore che si paga (episodio di L'amore in città, 1953); Cronache di poveri amanti (1954), riuscito affresco della Firenze degli anni Venti tratto dal romanzo di V. Pratolini; Il gobbo (1960), vivido ritratto di un bandito della periferia romana (il 'gobbo del Quarticciolo') attivo durante la Resistenza. Tra i film successivi: Il processo di Verona (1963), cupa rievocazione della condanna a morte di Galeazzo Ciano; La vita agra (1964); Banditi a Milano (1968), sulla banda Cavallero (Nastro d'argento del 1969 per la migliore sceneggiatura con Dino Maiuri e Massimo De Rita); Mussolini ultimo atto (1974); Mamma Ebe (1985), sul clamoroso caso di una santona romana; Cattiva (1991), su un caso clinico affrontato e risolto dal giovane C.G. Jung con la nascente terapia psicoanalitica; Celluloide (1996), che racconta la difficile genesi di Roma città aperta di Rossellini, La passione di Angela (2005), Hotel Meina (2007), Scossa (codiretto insieme a U. Gregoretti, F. Maselli e N. Russo, 2011) e i documentari Luchino Visconti (1999) e Roberto Rossellini. Frammenti e battute (2000). Per la televisione ha diretto, tra l'altro, Fontamara (1980), Un'isola (1984) e Le cinque giornate di Milano (2004), il documentario Giuseppe De Santis (2007). È autore di diverse pubblicazioni, tra cui: Il cinema italiano (1953), Attraverso il Novecento (1998), l'autobiografia Il mio lungo viaggio nel secolo breve (2007) e Come uccidere un'idea (2012).

CATEGORIE
TAG

Mostra del cinema di venezia

Roberto rossellini

Processo di verona

Giuseppe de santis

David di donatello