CALCIO - URSS

Enciclopedia dello Sport (2002)

calcio - URSS

Enzo D'Orsi

FEDERAZIONE

Anno di fondazione: 1912

Anno di affiliazione FIFA: 1912 (1946)

NAZIONALE

Colori: rosso-bianco

Prima partita: 16 novembre 1924, URSS-Turchia, 3-0

Albo d'oro: 2 Olimpiadi (1956, 1988), 1 Campionato d'Europa (1960)

Albo d'oro della nazionale giovanile: 1 Campionato del Mondo under 20 (1977), 1 Campionato del Mondo under 17 (1987), 1 Campionato d'Europa under 23 (1976), 2 Campionati d'Europa under 21 (1980, 1990), 6 Campionati d'Europa juniores-under 18 (1966, 1967, 1976, 1978, 1988, 1990), 2 Campionati d'Europa under 16 (1985, 1987)

Giocatore con il maggior numero di presenze: Oleg Blokhin (109)

Giocatore con il maggior numero di gol: Oleg Blokhin (39)

MOVIMENTO CALCISTICO

Vittorie internazionali dei club: 3 Coppe delle Coppe (2 Dinamo Kiev: 1975, 1986; 1 Dinamo Tbilisi: 1981), 1 Supercoppa Europea (Dinamo Kiev: 1975)

Campionati nazionali vinti dai club: 13 Dinamo Kiev; 12 Spartak Mosca; 11 Dinamo Mosca; 7 CSKA Mosca (include CDKA and CDSA); 3 Torpedo Mosca; 2 Dinamo Tbilisi, Dnepr Dnepropetrovsk; 1 Ararat Erevan, Dinamo Minsk, Zarya Voroshilovgrad, Zenit Leningrado

Coppe nazionali vinte dai club: 10 Spartak Mosca; 9 Dinamo Kiev; 6 Dinamo Mosca, Torpedo Mosca; 5 CSKA Mosca (include CDKA e CDSA); 4 Shakhter Donetsk; 2 Ararat Erevan (include Spartak), Dinamo Tbilisi, Lokomotiv Mosca; 1 Dnepr Dnepropetrovsk, Karpaty Lvov, Metalist Kharkov, SKA Rostov-na-Donu, Zenit Leningrado

Il debutto internazionale del calcio russo risale al 1912, quando la nazionale, iscritta alle Olimpiadi di Stoccolma, venne eliminata ai quarti dalla Finlandia. Era ancora il periodo zarista: cinque anni più tardi la rivoluzione d'ottobre instaurò lo Stato socialista e iniziò un lungo isolamento, anche sportivo. Pur avendo a disposizione ottimi calciatori (leggendario, negli anni Trenta, Nikolaj Starostin), l'URSS non interruppe la volontaria autoesclusione dai tornei internazionali fino al 1952, quando partecipò a un'altra Olimpiade, quella di Helsinki, dove fu fermata agli ottavi dalla Iugoslavia. La rivincita venne quattro anni più tardi a Melbourne, quando le due squadre si incontrarono in finale e i sovietici si imposero per 1-0.

Fu il primo successo di un ciclo felice, simboleggiato da due leggendari campioni: Igor Netto, mediano dello Spartak Mosca, e Lev Jashin, portiere della Dinamo, insignito del Pallone d'oro. I due giocatori furono protagonisti anche degli Europei del 1960, che l'Unione Sovietica dominò e vinse. Fu una sfida tutta dell'Est: l'URSS batté pesantemente la Cecoslovacchia in semifinale (3-0) e incontrò la Iugoslavia nella finale, subendo un gol a opera di Galic, recuperando con Metreveli, e arrivando alla vittoria, nel secondo tempo supplementare, con Ponedelnik. Il successo sovietico al Campionato d'Europa compensò la sfortuna che due anni prima aveva contrassegnato il debutto mondiale dell'URSS, sconfitta ed eliminata dalla Svezia, padrona di casa. Ai Mondiali del 1962 la nazionale sovietica fu eliminata dal Cile, mentre nel 1966 guadagnò un onorevole quarto posto. Agli Europei del 1964 a Madrid, gli uomini di Beskov raggiunsero la finale contro la Spagna: Husainov annullò lo svantaggio firmato da Pereda, ma all'83′ Marcelino Martínez, con uno spettacolare gol, esaltò i 105.000 tifosi che affollavano il Bernabéu, decretando la vittoria della Spagna.

Gli anni Settanta hanno il marchio di Oleg Blokhin, attaccante della Dinamo Kiev, decisivo per l'iscrizione del club sovietico nell'Albo d'oro delle Coppe Europee: nel 1975, la squadra condotta da Lobanovski vinse la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europa. La Dinamo Kiev replicherà il successo in Coppa delle Coppe 11 anni dopo, e, nel frattempo, nel 1981 anche la Dinamo Tblisi si aggiudicherà il trofeo. Negli anni Ottanta, sulla panchina della nazionale a Costantin Beskov subentrò lo stesso Lobanosvski. La squadra suscitava ammirazione per il gioco avvolgente e la rapidità delle manovre. In Spagna, ai Mondiali 1982, l'URSS cancellò l'immagine di formazione coriacea ma poco estrosa e in Messico, quattro anni più tardi, impressionò, al di là della tattica, per l'intensità della corsa che non sembrava risentire dell'altitudine: le belle promesse russe crollarono tuttavia agli ottavi quando il Belgio prevalse nei tempi supplementari. Ritmo e 'calcio totale' furono riproposti due anni dopo agli Europei di Germania, quando l'URSS approdò meritatamente in finale, arrendendosi tuttavia all'Olanda di Van Basten. Nello stesso anno, a distanza di pochi mesi, si aggiunse anche il successo alle Olimpiadi di Seul: la rappresentativa era guidata da Byshovets e l'unico reduce dagli Europei di Germania era Mikhailichenko.

La Grande URSS si fermò allora, anche perché il tentativo di riforma del sistema comunista e di liberalizzazione della società, messo in atto da Gorbaciov, aprendo le frontiere, provocò un'emorragia di campioni verso l'Ovest e tolse alla nazionale uno dei suoi più grandi vantaggi. Il fenomeno dell'emigrazione di talenti si acuì negli anni Novanta, ma non riguardò più l'URSS, soppressa formalmente e divisa in 15 Repubbliche indipendenti e in altrettante Federazioni nazionali: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Estonia, Georgia, Kazakistan, Khirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldavia, Russia (erede diretta), Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan.

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