CALCIO - Corea del Sud

Enciclopedia dello Sport (2002)

calcio - Corea del Sud

Enzo D'Orsi

FEDERAZIONE

Denominazione ufficiale: Korea Football Association

Anno di fondazione: 1928

Anno di affiliazione FIFA: 1948

NAZIONALE

Colori: rosso

Prima partita: Inghilterra, 2 agosto 1948, Giochi Olimpici, Corea del Sud-Messico, 5-3

Albo d'oro: 2 Coppe dell'Asia (1956, 1960), 3 Giochi Asiatici (1970, 1978, 1986), 1 Dinasty Cup (1990), Giochi dell'Asia Orientale 1993, quarto posto Campionato del Mondo 2002

Giocatore con il maggior numero di presenze: Hoo Jung Moo (119)

Giocatore con il maggior numero di gol: Cha Bum Kun (45)

MOVIMENTO CALCISTICO

Formula del Campionato: torneo a 10 squadre, fase finale tra le prime quattro

Club: 54 società, 615 squadre

Giocatori tesserati: 2157 uomini, 180 donne

Arbitri: 559 uomini, 6 donne

Stadi principali: Olympic Stadium, Seul (100.000 spettatori); Daegu World Cup Stadium, Daegu (68.000); Seul World Cup Stadium, Seul (64.000)

Vittorie internazionali dei club: 6 Coppe dei Campioni Asia (1 Daewoo Royals: 1986; 1 Ilhwa Chunma: 1995; 2 Pohang Steelers: 1997, 1998; 2 Suwon Samsung Bluewings: 2001, 2202), 2 Supercoppe d'Asia (Ilhwa Chunma: 1996; Suwon Samsung Bluewings: 2001)

Campionati nazionali vinti dai club: 4 Daewoo Royals, Ilhwa Chunma; 3 Pohang Steelers (Posco Atoms), Anyang LG Cheetahs (Lucky Goldstar Hwang-so); 2 Suwon Samsung Bluewings; 1 Hallelujah Eagles, Puchon SK (Yukong Elephants), Ulsan Hyundai Horang-i

Coppe nazionali vinte dai club: 1 Pohang Steelers, Chunan Dragons, Anyang LG Cheetahs, Ilhwa Chunma, Chonbuk Hyundai Motors

Giocatore con il maggior numero di gol: Yoon San Chul (89)

Il calcio è introdotto in Corea nell'ultimo decennio del 19° secolo dagli inglesi, che raggiungono le coste del paese sulle navi da guerra. La dominazione giapponese produce una fusione dei rispettivi campionati, sino a quando la federazione locale, fondata nel 1928, non diventa a tutti gli effetti operativa, introducendo una sorta di protettorato sportivo. Nel 1945, contemporaneamente all'indipendenza, parte la prima lega nazionale e a pochi mesi di distanza viene introdotta la President's Cup. Dal dopoguerra la crescita del calcio coreano sarà costante: diventerà un modello per tutto il movimento asiatico, non ultimo quel Giappone che dall'ex colonia mutuerà il professionismo e le strutture portanti. L'assegnazione congiunta dei Mondiali del 2002 rappresenta il riconoscimento di questo sviluppo, oltre che l'apertura di nuove frontiere e di nuovi mercati al calcio globalizzato.

Il primo risultato apprezzabile della nazionale coreana è la qualificazione ai Mondiali del 1954 e segue di pochi mesi l'ingresso nella Confederazione asiatica. In Svizzera quella che è ormai, per effetto della guerra civile, la Corea del Sud, subisce una pesante sconfitta per 9-0 dall'Ungheria di Puskas e un non meno umiliante 7-0 dalla Turchia. Comincia comunque una stagione propizia, come testimonia il successo alla prima edizione della Coppa d'Asia (Hong Kong, 1956), replicato in casa quattro anni dopo e sempre a scapito di Israele. Che il calcio sia già un fenomeno popolare lo dimostra la grande ressa ai cancelli dello Hyochang Park di Seul per la finale del 1960: sugli spalti 40.000 tifosi festanti, fuori dallo stadio una folla smaniosa che alla fine riesce a entrare con la forza, costringendo il Primo ministro a lasciare la tribuna nell'intervallo.

Dopo la deludente partecipazione ai Giochi Olimpici del 1964, per aggiornare il palmarès della Repubblica coreana occorre attendere il 1970, con il primo posto ai Giochi Asiatici, trionfo che si ripeterà nel 1978. In quegli stessi anni si afferma il giocatore simbolo del calcio sudcoreano, l'attaccante Cha Bum-Kun, probabilmente il miglior talento mai espresso. La sua carriera si dipana in Germania, prima nel Darmstadt, quindi nell'Eintracht Francoforte e nel Bayer Leverkusen; con ciascuna di queste ultime due squadre Cha Bum-Kun conquista la Coppa UEFA (1980, 1988).

Nei primi anni Ottanta in Corea viene introdotto il professionismo attraverso la costituzione di una Super League (1983). L'obiettivo è trattenere i talenti, sempre più attratti dagli ingaggi e dalle maggiori gratificazioni professionali dei campionati europei. I pionieri del nuovo corso sono una squadra di ispirazione cristiano-evangelica, gli Halleluja Eagles. Sulla loro falsariga, in pochi anni, si assiste a una vera e propria proliferazione di club professionistici, ciascuno emanazione di un'azienda o di una multinazionale. Da una costola della Hyundai nasce l'Ulsan Hyundai Horang-i, la Pohang Iron and Steel dà vita ai Posco Dolphins (che poi muteranno nome in Atoms), la Goldstar finanzia l'Anyang LG Cheetahs, la Daewoo i Royals, la Samsung manda in campo i Bluewings. Su tutti svettano i Royals, la prima squadra sudcoreana a vincere la Coppa dei Campioni d'Asia (1986).

La svolta produce effetti benefici anche sulla nazionale, che nel 1983 finisce quarta ai Campionati del Mondo juniores in Messico e dal 1986 non manca una qualificazione alla fase finale dei Mondiali. Il grande exploit è nel 2002, quando, paese co-organizzatore insieme al Giappone, la Corea del Sud, eliminate Italia e Spagna anche grazie a favoritismi arbitrali, arriva in semifinale. Battuta dalla Germania, nella 'finalina' per il terzo posto è sconfitta dalla Turchia.

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