CALCIO - Australia

Enciclopedia dello Sport (2002)

calcio - Australia

Enzo D'Orsi

FEDERAZIONE

Denominazione ufficiale: Soccer Australia Association

Anno di fondazione: 1961

Anno di affiliazione FIFA: 1963

NAZIONALE

Colori: verde-oro

Prima partita: 17 giugno 1922, Nuova Zelanda-Australia, 3-1

Albo d'oro: 3 Coppe delle Nazioni Oceania (1980, 1996, 2000)

Giocatore con il maggior numero di presenze: Alex Tobin (87)

Giocatore con il maggior numero di gol: Damian Mori (26)

MOVIMENTO CALCISTICO

Formula del Campionato: 16 squadre, girone all'italiana

Club: 1200 società, 12.000 squadre

Giocatori tesserati: 60.000 uomini, 6000 donne

Arbitri: 3000 uomini, 50 donne

Stadi principali: Stadium Australia, Sydney (80.000 spettatori)

Vittorie internazionali dei club: 3 Coppe dei Campioni Oceania (South Melbourne Hellas, Wollongong City Wolves, Adelaide City), 1 Coppa delle Coppe (Sydney City Hakoah)

Campionati nazionali vinti dai club: 4 Sydney City Hakoah, Marconi Fairfield (Sydney), South Melbourne Hellas; 3 Adelaide City; 2 Melbourne Knights, Wollongong City Wolves; 1 West Adelaide Hellas, St. George Budapest FC (Sydney), Brunswick Juventus (Melbourne), Apia Leichhardt (Sydney), Olympic UTS (Sydney), Brisbane Strikers

È soprattutto per merito delle numerose comunità di emigranti che il calcio riesce a crearsi una nicchia nello sport australiano, pur senza la pretesa di contrastare rugby e cricket. Squadre dai nomi come St. George Budapest, Sydney Croatia, Brunswick Juventus, Marconi Fairfield, non lasciano alcun dubbio sulle loro origini, ma la matrice di importazione ha reso questo sport alieno alle popolazioni indigene, frenandone lo sviluppo. D'altra parte la disciplina nazionale è il football australiano, un ibrido tra rugby, football americano e gaelico, disputato su un terreno di gioco le cui misure sono superiori a quelle di un normale campo di calcio.

Fino agli anni Sessanta il calcio è rimasto un fenomeno decisamente marginale. Un'associazione esisteva già dal 1882, ma allo stato embrionale, ed è stata sostituita dalla Federazione attuale soltanto nel 1961 nel tentativo di assicurare capacità di penetrazione al movimento. Tuttavia, per diversi anni la Federazione è rimasta una struttura evanescente. Nel 1966, l'Australia ha aderito all'Oceania Football Confederation con il proposito di migliorare la qualità delle competizioni e del gioco, ma l'obiettivo è stato raggiunto solo in parte. Si sono dimostrate più utili le amichevoli disputate contro squadre europee in tournée e soprattutto la partecipazione alle Olimpiadi e al Campionato del Mondo del 1974, dove l'Australia si è qualificata una sola volta nella fase finale battendo Iran e Sud Corea nelle eliminatorie.

Dagli ultimi anni Cinquanta al 1976, ciascuno Stato ha organizzato una propria Lega con discreti risultati nel Nuovo Galles e nel Sud. Nel 1977 è finalmente nata una Lega nazionale, che non ha tuttavia cancellato quelle locali. Il Campionato è stato sempre condizionato da forti difficoltà economiche: spalti vuoti, fatta eccezione per i play off che si disputano alla fine della stagione, e trasferimenti costosi per via delle enormi distanze. Un'inversione di tendenza si è registrata negli ultimi anni grazie agli investimenti nel settore giovanile e per la prima volta il calcio australiano, anziché importare modelli e giocatori a fine carriera, ha cominciato a esportare talenti. Il pioniere è stato Craig Johnston, che si è guadagnato uno spazio nella storia del Liverpool. Ma la lista di emigranti che hanno trovato un ingaggio è assai ricca: in Premier League Mark Bosnich (il portiere divenuto tristemente famoso per un saluto nazista ai tifosi del Tottenham), Harry Kewell, Mark Viduka, Mark Schwarzer, Paul Okon, John Aloisi, Danny Tiatto e Con Blatsis; in Bundesliga Ned Zelic, Paul Agostino, David Zdrilic, Frank Juric e Josip Simunic; nel Campionato olandese Zeljko Kalac, Brett Emerton e Stephen Laybutt; in quello scozzese Craig Moore e Tony Vidmar; in quello italiano Marco Bresciano. Il movimento di calciatori ha avuto una ricaduta positiva anche sulla nazionale, come dimostrano i successi su Francia e Brasile nella Confederation Cup del 2001.

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